Sono tra quelli che hanno sicuramente apprezzato la “denuncia” dei Consiglieri del PDL sulla vicenda degli interinali, ma adesso è giunto il momento di dire a chiare lettere che il PDL lucano non è certo estraneo a pratiche consociative e che il ruolo dell’opposizione, se opposizione deve essere, non può limitarsi alla “denuncia” su dieci interinali assunti attraverso un’agenzia che affitta lavoratori. Fare opposizione è una cosa seria: ……………………………………..
si ha l’onere e la responsabilità di controllare l’operato della maggioranza. Una buona opposizione “aiuta” con la sua attività, e con un ruolo che non deve essere sempre e necessariamente quello del “bastian contrario”, chi governa a farlo meglio, sapendo che chi controlla non farà sconti.
Da questo punto di vista, quelli del PDL lucano di “sconti” ne hanno fatti anche troppi, spesso comportandosi come i leggendari ladri di Pisa, che litigano – o fanno finta di litigare – di giorno per poi spartirsi il bottino di notte.
Dalla vicenda memorandum a quella Fenice, dalla gestione del ciclo dei rifiuti alla vicenda Cerro Falcone, da un Piear tarato tutto sugli interessi dei soliti noti alla legge elettorale per le regionali, modificata in zona cesarini e in spregio alle indicazioni del Consiglio d’Europa, passando per una generale afasia sulle questioni che abbiamo definito “veleni industriali e politici”, il PDL è stato assolutamente consociativo e di certo non il cane da guardia della maggioranza.
Non vorrei che il confronto tra PDL e Belisario finisca per tradursi in un gioco delle parti già visto troppe volte, dove si sceglie l’interlocutore di comodo e magari lo si alimenta e lo si sovraespone, sapendo che… “can che abbaia non morde”.
Anche al PDL, nel cui ritrovato ruolo di opposizione vorremmo poter credere, rivolgiamo l’invito a passare dalle parole ai fatti. Da 9 mesi la regione Basilicata è inadempiente su una proposta di legge, approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, denominata “Anagrafe pubblica delle attività degli eletti e dei nominati”. La trasparenza, quella vera, non può essere riservata a pochi intimi, magari per essere usata per finalità poco nobili, ad esempio i classici ricatti da “io so che tu sai che io so.”
A chi come noi da almeno 20 anni è all’opposizione della maggioranza e all’opposizione dell’opposizione appare stucchevole il “predicozzo” di chi non è estraneo alle pratiche lottizzatorie officiate in base ai riti dell’intramontabile manuale Cencelli.
Cari Rosa, Pici and co, se opposizione deve essere, si inizi seriamente a rivendicare trasparenza anche sui bilanci dei gruppi regionali, sugli appalti, sul nepotismo, sulla parentocrazia.
Mi offro volontario per un confronto a 360°, non solo con Belisario.
“Io so che tu sai che io so”, ovvero dei riti lottizzatori e del giuoco delle parti della partitocrazia.
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
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