pozzo_petroliferoLa Giunta regionale ha definito le azioni da mettere in campo per la sorveglianza sanitaria degli abitanti degli ambiti territoriali interessati dalle attività di estrazione petrolifera e produzioni correlate.

Il ruolo principale del progetto sarà svolto dai 62 medici di famiglia dei 31 Comuni della val d’Agri, perché rappresentano gli operatori sanitari a più diretto contatto con le singole realtà, i più importanti sensori della percezione del rischio e dei relativi bisogni, e gli osservatori pressoché immediati dello stato salute degli assistiti, nell’ottica innovativa di un’epidemiologia di comunità.

“La Regione – ha sostenuto il Presidente Vito De Filippo – è fortemente interessata a monitorare lo stato di salute del territorio, per poter orientare le scelte di politica sanitaria, per evitare rischi di malattie per le quali si ha il sospetto che siano strettamente legate al contesto in cui si verificano, e per rafforzare la prevenzione del singolo cittadino e dell’intera popolazione”.

Con il progetto “Salute & Ambiente” proposto dalla Fimmg (la federazione dei medici di medicina generale) sarà utilizzata la rete assistenziale della medicina di famiglia, ritenendo che una questione sanitaria e sociale così importante non possa prescindere dal ruolo dei professionisti dell’assistenza sanitaria primaria.

In sostanza il progetto si propone di raccogliere informazioni cliniche e collegarle ai territori della filiera produttiva del petrolio, per conoscere in tempo quasi reale patologie, fattori di rischio e distribuzione territoriale; per fornire una rappresentazione visiva dei fenomeni d’istantanea lettura (scale colorimetriche di prevalenza-incidenza-mortalità) e per generare statistiche per dettaglio di micro-area, da cui la possibilità di ottenere il dato relativo ai soggetti presenti sul territorio colpiti da malattie eventualmente correlabili e loro posizione (distanza) dalle fonti di possibile rischio d’inquinamento ambientale.

Il tutto anche sotto la supervisione di ricercatori ed esperti di epidemiologia, sanità pubblica, chimica e scienze sociali, individuati come componenti del comitato tecnico-scientifico interdisciplinare.

Il progetto, di tipo sperimentale e di durata quinquennale (costo medio annuo di 500mila euro circa, (547.400 in prima annualità) prevede, come interventi rilevanti, la formalizzazione del Comitato scientifico e del gruppo dei medici di famiglia dell’area della filiera produttiva del petrolio (di tutti i territori comunali interessati), la condivisione del piano di ricerca e di comunicazione alle popolazioni (momenti informativi e formativi; quelli formativi destinati in particolare ai medici di famiglia partecipanti) e l’analisi dei dati utili.

L’assessore alla Salute, on. Antonio Potenza, ha colto l’occasione per ringraziare pubblicamente la Fimmg per l’impegno posto nella realizzazione del progetto. “Un esempio positivo di quella collaborazione con le categorie interessate che il Dipartimento ha posto a fondamento delle politiche sociosanitarie regionali. Il coinvolgimento degli operatori nelle scelte e nei programmi è – per l’assessore Potenza – la vera novità di questa nuova fase di programmazione sanitaria, come testimonia il ruolo cardine che gli stessi medici di famiglia ed i pediatri hanno assunto in questa emergenza pandemica.”

Lo studio del nesso di causalità tra l’esposizione ad inquinanti ambientali e l’evidenza di eventuali eccessi statisticamente significativi di malattie correlabili costituirà l’approfondimento peculiare del progetto, cui si lavorerà in stretta collaborazione con importanti partner tecnico-scientifici come l’Università’ Cattolica del Sacro Cuore e l’istituto “Mario Negri” sud con cui sarà stabilito l’opportuno raccordo.

Prevista anche l’organizzazione di una “centrale di ascolto” a servizio delle popolazioni.

 

 

 

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