Tra dieci giorni, la nave oceanografica "Astrea" dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Isprea) esplorerà la zona di mare antistante la costa della Calabria e della Basilicata per compiere i rilievi opportuni a consentire il recupero della nave affondata contenente rifiuti tossici, per appurare la natura del carico e controllare l’eventuale presenza nella zona di altri relitti.

 E’ il risultato dell’incontro tenutosi oggi a Roma tra gli assessore all’ambiente della Regione Basilicata, Vincenzo Santochirico, e della Calabria, Silvio Greco. Le due Regioni hanno concordato di "agire in maniera coordinata" nella vicenda, mettendo in campo tutte le competenze e le conoscenze tecniche idonee ad agevolare ogni attività e hanno chiesto al Ministero dell’Ambiente non solo i mezzi e le risorse per l’ esplorazione, ma anche di estendere la ricerca ad altri siti segnalati in passato. Il Ministero ha dato la piena disponibilità e ha riferito di aver già provveduto a conferire mandato alla Procura della Repubblica. Intanto per il prossimo 23 settembre sarà convocata a Roma una riunione della Commissione nazionale degli assessori all’ambiente delle Regioni, per esaminare in modo approfondito la questione. Il rischio è che il fenomeno delle navi affondate possa allargarsi e non riguardare soltanto il mare Tirreno. 

 

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