In Basilicata stiamo cercando di ottenere una moratoria sulle estrazioni petrolifere. Per questo motivo contestiamo ogni nuova richiesta di Via per nuove operazioni minerarie. Se qualcuno di voi, indipendentemente dalla sua regione/nazione di appartenenza, vuole  contestare insieme ai lucani, può stampare i 4 moduli allegati

per ogni singola contestazione e faxarli o spedirli alla Regione Basilicata entro e non oltre il 24 novembre. Numero di fax e indirizzo è segnato su ogni singolo modulo. I comuni sono Aliano, Gorgoglione, Teana e val D’Agri.

Fax 0971 669082

Fax con valore ufficiale ai sensi del DPR 445/2000, art. 43 comma 6.

lì ………………….……………….; il ………….

Alla Regione Basilicata

Ufficio compatibilità Ambientale

via V. Verrastro

85100 – POTENZA

Oggetto: Opposizione all’istanza di permesso di Ricerca denominato “Aliano” e presentato dalla Total, titolare di maggioranza del permesso di ricerca medesimo, ai fini del rilascio del parere di VIA,  all’Ufficio Compatibilità Ambientale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata e che prevedono per ora attività di prospezione sismica finalizzata all’estrazione di idrocarburi e studio del sottosuolo dal punto di vista geofisico. Istanza depositata in Regione Basilicata il 15 ottobre 2010 dalla Totalerg che ha sede legale ed amministrativa in via Vitaliano Brancati, 60, 00144 Roma.

Lo scrivente,

nome ……………………        cognome ……………………….,

data di nascita ……………..,residente in……………………,si oppone alla VIA in oggetto per i seguenti motivi :

A- Le prospezioni sismiche vengono realizzate con cariche esplosive inserite in profondità al fine di terminare onde sismiche artificiali che rilevano in profondità la presenza o meno di giacimenti di idrocarburi. Con le onde sismiche indotte dalla prospezione idrocarburica si creano:

– induzione di terremoti, come riportato dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia

http://portale.ingv.it/faq/terremoti/si-possono-causare-i-terremoti-si-possono-evitare, e da diversi ricercatori come Maria RitaD’Orsogna della California State University at Northridge – Los Angeles, California, Usa che è possibile sia ascoltare in questo video http://www.youtube.com/watch?v=L71Cq_t0XuY&feature=fvw, che leggere sul suo blog in merito alla città di Cleburne, mai interessata da eventi tellurici fino al 31 ottobre 2008 quando si verificò un sisma di 2,8 gradi Richter su un territorio classificato non sismico;- danni alla fauna terrestre come riferito anche dalle osservazioni di Italia Nostra, http://staging.italianostra.org/wp-content/uploads/2010/05/sciacca_pericolo_osservazioni.pdf. La Basilicata, secondo le valutazioni dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia è area sismica di zona 1 e zona 2, cioè dei primi due livelli di pericolosità.L’area di Aliano è zona 2 .

Riferimento: http://portale.ingv.it/portale_ingv.

Le prospezioni sismiche su terraferma, come la tecnica del air gun in mare (onde d’urto), determinano una moria dianimali intorno all’80 % degli esseri viventi in un raggio di 5 km.intorno ali centri dell’esplosione.

B- Più in generale, le perforazioni con le quali si scava in profondità nel sottosuolo per predisporre le cariche esplosive, al pari delle perforazioni realizzate per sfruttare una coltivazioni mineraria, vengono fatte con una quindicina di sostanze chimiche, anche molto tossiche, come ammesso in una lettera che il 30 dicembre del 2009,una società mineraria italiana, la gas Plus italiana SpA, inviò al Comune di Policoro in risposta ad una ordinanza di rimozione di 70 fusti con croce di sant’andrea sugli involucri dall’area della perforazione di Pozzo Morano ad opera della Gas Plus Italiana nel territorio di Policoro, inun’area agricola pregiata denominata Bosco Soprano. Lettera protocollata e accessibile pubblicamente per verifiche. In questa lettera, non solo erano elencati gli Avapolyoil (miscela di alcool poli – idrossilici; stabilizzante per le pareti del foro e per le argille) usati nelle perforazioni (Avapolymer 5050, viscosizzante, riduttore di filtrato, inibitore delle argille per fanghi di perforazione (all. 4), avalig Ne, per ottenere la riduzione del filtrato (all. 5), Barite, materiale di appesantimento (all. 6), Sodio bicarbonato, alcalinizzante (all. 7),Stearall lqd, antischiuma per fluidi (all. 8), Potassio cloruro, stabilizzante delle argille per fluidi di perforazione (all. 9), De Block’ S/LT, antipresa a bassa tossicità per fluidi di perforazione (all. 10), Granular f/m/c, intasante per eventuali perdite di circolazione per fluidi di perforazione (all. 11), Policell RG/SL, riduttore di filtrato, viscosizzante per fluidi di perforazione (all. 12), Avatensio LT, surfattante antipresa per fanghi di perforazione (all. 13), Ava ZR 5000, disperdente e deflocculante per fluidi di perforazione (all. 14), Avamica C/F, intasante per perdite di circolazione dei fanghi di perforazione (all. 15), Avapolysil, inibitore del rigonfiamento delle argille per fluidi di

perforazione (all. 16), Soda Caustica, alcalinizzante per fluidi di perforazione (all. 17).), ma si parla anche dell’influenza che la salinità del terreno ha sulla diffusione per osmosi di queste sostanze. A tal proposito si ricorda che il sottosuolo di quasi l’intera provincia di Matera ha un elevato grado di salinità per via del fenomeno dell’inclusione delle acque marine. Cioè, la penetrazione di acqua di mare nel tratto costiero per diversi km. verso l’entroterra che tende a salire e a diffondersi nel sottosuolo in presenza di emungimenti (prelievi) di acque dolci o per irrigazione o per potabilità civile. Come di fatto accade per l’intensità abitativa dell’area e l’intensità delle coltivazioni agricole e degli allevamenti. Analogamente, ricordiamo che anche quando si perfora in aree montane, la trivella e le

sostanze chimiche utilizzate, possono nel loro percorso fino ai 5 km. di profondità, attraversare anche strati rocciosi di sale messinese

(salgemma). Le documentazione per ottenere permessi o di ricerca o di estrazione dei minerali, dovrebbero dunque avere dettagliata analisi delle concentrazioni saline del sottosuolo, fino alla profondità massima da raggiungere per questa prospezione e/o perforazione, al fine di ridurre e controllare il fenomeno di osmosi tra gli avapoly usati dalle compagnie petrolifere e il sottosuolo circostante. Il motivo di questa valutazione è chiaramente legata alle falde acquifere di profondità che per l’osmosi salina del terreno possono far essere inquinate dagli avapoly e/o dai fanghi contaminati prodotti.

C – A proposito di falde acquifere, inoltre, si ricorda e ci si oppone ad ogni prospezione sismica e ad ogni perforazione a scopo di ricerca o di estrazione di minerali, che la Basilicata è un unico grande bacino idrico di superficie e di sottosuolo, dato che nel raggio di 30 (trenta) km. insistono 5 grandi fiumi che si snodano dal nord al sud della regione, una infinità di torrenti e ruscelli che affluisco ai 5 grandi fiumi (che sono anche il simbolo della Regione, data la loro importanza) e che ci sono anche ben 14 dighe tra artificiali e naturali, di cui anche un bacino in terra battuta più grande d’Europa. Non solo, ma come spiegato da ricercatori geologi delle università di Bari, Maurizio Polemico, e di Basilicata, Albina Colella, http://www.ba.irpi.cnr.it/polemio/pubit.htm#%3C1998 e http://www.adb.basilicata.it/testi_pdf/libro3/html/cap14/css/cap14.html, la complessità del bacino idrico lucano è tale che si articola non solo in superficie, ma soprattutto in profondità, i cui bacini idrici di sottosuolo hanno la particolarità di seguire strade diverse dai corrispondenti bacini idrici di superficie, magari collegandosi a sottosuoli campani e pugliesi. Concetto spiegato meglio in questo intervento della professoressa Colella: “Le dimensioni del Bacino Idrogeologico dell’Alta Val d’Agri sono significativamente più ampie rispetto all’estensione del Bacino Idrografico del Fiume Agri nel segmento considerato (apice vallivo –sbarramento artifi-ciale di Pietra del Pertusillo). Il contributo alla ricarica delle risorse idri-che sotterranee si deve infatti ad unità geologiche estese anche oltre gli  partiacque relativi all’idrografia superficiale. Si vedano in proposito le carte idrogeologiche e idrostrutturali annesse al lavoro (nel CD

allegato)”, tratto dallo studio “Le risorse idriche sotterranee dell’Alta Val D’Agri”, reperibile su  http://www.adb.basilicata.it/testi_pdf/libro3/index.html. Tuttoquesto vuol dire che ogni alterazione fatta ai bacini idrici di superficie e di profondità della Basilicata, può avere  conseguenze anche nelle due popolose regioni attigue, una delle quali, tra l’altro, la Puglia, è fornita sia per l’agricoltura/allevamento che per il potabile, di acqua proveniente da invasi e falde lucane. Nel ricordare che nelle Valutazioni di impatto ambientale, ma anche nelle richieste di prospezioni sismiche, dal 1991 alle compagnie minerarie inspiegabilmente non viene più chiesto di allegare esami piezometri su una circonferenza di circa 200 metri intorno alle perforazioni, è facile pensare che il delicato sistema idrico di superficie e del sottosuolo lucano può essere messo in pericolo da facili contaminazioni del ciclo dell’acqua. Come la cronaca locale già ci informa: http://www.olambientalista.it/index.php/trivelle-inquinanti/, ma come ci informa anche la cronaca internazionale. Come riportato anche da un’inchiesta italiana in Kazakistan, dove gli idrocarburi dell’area in questione hanno la stessa struttura impura di quella lucana, pieni di mercaptani, acidi solfidrici e altre particelle che hanno determinato in quelle popolazioni addirittura modifiche genetiche in persone e animali, oltre a malattie tumorali, respiratorie e dermatologiche. Perché anche in Kazakistan, come in Basilicata, si perfora senza tener conto di distanze di cautela dai centri abitati o da aree di interesse idrico.

L’inchiesta giornalistica in Kazakistan è reperibile su: http://www.youtube.com/watch?v=U5BuWFSj3c8& ature=player_embedded.

D – Salvaguardare il circuito dell’acqua da ogni  possibile inquinamento da ricerca/estrazione mineraria/prospezione sismica è fondamentale in Basilicata per la complessità dei circuiti di superficie e di profondità dell’acqua. Non solo perché sono altamente tossici sia le sostanze chimiche utilizzate, ma fondamentalmente perché è cancerogena tutta la filiera degli idrocarburi, dalla ricerca/estrazione fino al pieno di benzina in auto in una stazione di rifornimento. Lo afferma una disposizione dello Stato della California Proposition 65 – Chemical Listed Effective November 12, 2010 as Known to the State Of California to Cause Reproductive Toxicity: Methyl Isocyanate (MIC) (CAS No. 624-83-9)?[11/12/10], Proposition 65 – Proposition 65 Status Report on No Significant Risk Levels for Carcinogens and Maximum Allowable Dose Levels for Chemicals Causing Reproductive Toxicity. ?[11/10/10], reperibile per osservazioni sul sito governatico, http://oehha.ca.gov.

La quale Proposition 65, tra le altre cose, obbliga le più grosse compagnie petrolifere internazionali, la Shell, la Conoco, la Texano, la Bp, la Chevron eccetera, ogni 3 mesi, a pubblicare un warning sulle principali testate giornalistiche californiane sui rischi della cancerogenicità della filiera del petrolio. Nell’affermare un semplice parallelo, se il petrolio e la sua filiera è cancerogeno per i californiani, lo è purtroppo anche per i lucani, è chiaro che uno dei veicoli della cancerogenicità e/o comunque dell’inquinamento dell’ambiente non piò che essere il circuito dell’acqua che entra nel ciclo alimentare, direttamente come dissetante e indirettamente con le verdure e le carni. A tal proposito, ricordiamo che di recente, uno studio dell’accreditato e pubblico Istituto nazionale dei tumori, in un’analisi degli ultimi 20 anni, ha stabilito che in Basilicata si registra, negli ultimi due decenni, una insolita crescita doppia rispetto alla media nazionale dei tumori. Lo studio non accredita le conseguenze all’estrazione del petrolio, ma è lecito dubitare che potrebbe essere una delle cause determinanti. E che comunque, occorrerebbe una moratoria su ogni nuova prospezione/ricerca/perforazione/estrazione di minerali, proprio per capire con uno studio epidemiologico serio, articolato e retroattivo quali conseguenze accadano sul delicato ecosistema lucano.    E – L’area interessata alla prospezione sismica Aliano, cade in un’area definita dei Calanchi lucani, individuata come area unica per le sue caratteristiche naturalistiche ed è destinata a diventare un parco naturalistico per il quale, da decenni, si battono cittadini e associazioni visto che è studiata da geologi di tutto il mondo per le importanti stratificazioni delle ere geologiche che esistono solo in Nuova Zelanda. Il parco e la tutela del territorio sono propedeutici allo sviluppo di un indotto turistico di eccellenza e al mantenimento di una agricoltura di qualità del territori, economicamente molto più redditizia di qualsiasi royalty a tempo determinato da elargire ai territori, anche perché, per i pozzi già estrattivi in Val Basento, area attigua e confinante con quella dei calanchi, le royalty risultano essere poche decine di migliaia di euro e in tutta la Regione non superano i 130 mila euro annui in totale, per tutti i comuni già interessati dall’estrazione mineraria.  Mentre tutta l’area calanchiva, non solo è coltivata da millenni, ma è area di produzioni di pregiate e antiche e locali qualità di grano (Mayorca, Svevo, Cappello, Carosello) che nel vicino Parco del Pollino, utilizzando il marchio dell’area protetta, rappresentano un’opportunità economica e di traino turistico elevato. Anche gli ulivi sono secolari e pregiati, come l’oliva Maiatica di Ferrandina, prodotto di un Presidio Slow Food. L’area produce anche pregiate pere locali e soprattutto, ha un’arancia tardiva, la Staccia di Tursi – Montalbano, che è entrata a far parte dell’Arca dei Sapori di Slow Food ed è candidata ad entrare anch’essa nel Presidio dell’importante e internazionale organismo di tutela di Carlo Petrini.Inoltre, in tutta l’area dei calanchi, oltre alla originalità orografica e geologica e agricola, insistono diverse masserie fortificate, da Montalbano, a Pisticci, a Ferrandina, a Craco, ad Aliano (dove c’è la casa e la tomba di Carlo Levi), Santarcangelo, Missanello e Stigliano. Che tutti insieme compongono l’intero territorio dei Calanchi lucani, conosciuti anche dagli autori delle mappe di Google Heart e dalla stessa Regione Basilicata, visto che ha un prog tutela e di percorso turistico delle masserie fortificate dell’area.  È risaputo che turismo ed agricoltura non si conciliano affatto con le ricerche e le estrazioni petrolifere.     L’area è anche nota a livello internazionale come la “TERRA DEI RAPACI”, visto il numero e la tipologia di razze e varietà di falchi e falconidi, molti di questi protetti dalle leggi dello Stato ed europee. L’area è anche dedita al pascolo e all’allevamento sia di razze generali che delle mucche tipiche podoliche e del suino nero lucano.

F – Le estrazioni di idrocarburi in Basilicata non portano economia. I dati affermano che 7500 lucani, di cui 2000 laureati e giovani, continua ad emigrare e che gli idrocarburi estratti rappresentano appena il 6 per cento del fabbisogno nazionale. Un’inezia che non giustifica i rischi delle attività minerarie sul suolo lucano- Non è definita la quantità e qualità dei rifiuti tossici, speciali e petroliferi che la ricerca di idrocarburi produrrà e come sarà effettuato lo smaltimento di tali prodotti;  – Non è definita la qualità e la quantità degli inquinanti che rimarranno nel sottosuolo e soprattutto nell’aria che ricadrà per l’effetto camino nei campi adiacenti;

– Non è definita in caso di esito positivo l’attività estrattiva,le quantità di rifiuti liquidi e gassosi e dei fanghi petroliferi che rischiano di essere assorbiti dall’ambiente esterno;.

– Non esiste nessuna garanzia contro l’inquinamento della falda superficiale a seguito trivellazioni petrolifere e dei pozzi d’acqua da cui le abitazioni nei pressi dell’area di trivellazione emungono acqua di tipo sanitario, agricolo e per gli allevamenti;

– Non esiste un piano di emergenza esterno per le popolazioni locali e per tutelare il territorio e l’ambiente circostante. Un pozzo petrolifero è da considerare come un impianto ad alto rischio, per scoppi, microsismi, subsidenze, inquinamento delle acque, del suolo e dell’aria.;

Non una rete di monitoraggio regionale locale che controlli gli inquinanti petroliferi e pubblichi periodicamente dei dati che tranquillizzino le popolazioni sullo stato di aria, acqua a seguito delle estrazioni petrolifere;

– Non esiste alcuna garanzia economica da parte dell’esercente del pozzo petrolifero su possibili risarcimenti derivanti da danni a cose e persone o all’ambiente circostante;

– Le opere per realizzare la piattaforma di trivellazione, anche per i soli permessi di ricerca, riguardano muri e gettate di cemento, realizzazioni di recinzioni e l’installazione di una enorme torre petrolifera, in ogni comune chi deve realizzare un piccolo muretto deve chiedere una regolare concessione edilizia al comune interessato, beni ambientali, paesaggistici e pagare una serie di oneri. Per cui non possiamo avere due pesi e due misure, ossia il cittadino è oberato da mille permessi e una società petrolifera ha permessi dalla Regione solo per presa visione del comune interessato;

– L’opera è da considerarsi molto impattante e la semplice affissione all’albo pretorio senza informare correttamente la popolazione ad esempio attraverso una assemblea pubblica e/o audizione pubblica è contro ogni regola di democrazia e partecipazione sociale. Certi di un Vostro valido riscontro e dell’attenzione che Vorrete prestare alle nostre osservazioni, in attesa di una bocciatura, si inviano cordiali saluti.

FIRMA

Si allega copia fotostatica documento identità

 

 

 

 

 

 

 

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