La prima “squadra” che gli regalò suo padre era quella della nazionale italiana, custodita in una scatoletta giallo-verde. Fu una scelta “salomonica”, perché lui era milanista, ma il genitore teneva per la Juve. “Così non litighiamo”, gli disse.

Oggi, a distanza di una cinquantina d’anni, Tommaso Mazzoni, docente di scienze motorie all’Istituto Alberghiero di Potenza, è il presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica “Subbuteo Club Potenza”. Prima organizzazione del genere mai nata in regione, regolarmente iscritta al Coni (registro nazionale associazioni e società sportive), ha da poco inaugurato la sua sede al mercato coperto di via Vespucci a Potenza. E quella scatoletta giallo-verde adesso si trova lì, tra le altre cose.

«Il Subbuteo è nato come gioco prettamente domestico, da praticare con parenti e amici, ma col tempo è diventato un vero e proprio sport. Pertanto, negli anni Ottanta, in Inghilterra si iniziarono a svolgere campionati “over”, “under”, etc».

d – Da allora, quali sono state le evoluzioni principali in questo sport?

r – La prima ha riguardato proprio la miniatura in sé (il “soldatino” raffigurante il giocatore di calcio – ndr), che inizialmente aveva una base tondeggiante e basculante, mentre oggi -che il Calcio da Tavolo gode di una vera e propria Federazione- è diventata piatta, e anche i “portieri” sono cambiati rispetto al passato. Oggi ci sono giocatori professionisti, come quando si gioca a biliardo: c’è un panno verde e con quelle miniature si simulano vere e proprie partite di calcio.

d – Se non erro, finora la Basilicata era l’unica regione, insieme al Molise, a non disporre di una delegazione ufficiale di Calcio da Tavolo.

r – Esatto. Da vecchi appassionati, io e mio fratello ogni tanto rispolveravamo il vecchio Subbuteo che tenevamo in soffitta e ci facevamo una partitella; però vedevo sui social molti filmati di tornei. Ho indagato, dunque, e ho scoperto che in Italia esistono una vera e propria Federazione e tante società che svolgono tornei e veri campionati di Serie A, B, C e così via; non contando la Champions League e le varie nazionali (under 12, 16 e 20). Insomma, tutto questo panorama mi ha entusiasmato e con mio fratello ci siamo detti: perché non creare qualcosa per tornare un po’ “bambini” e praticare uno sport pulito, visto che c’è tutto questo supporto anche a livello nazionale? Dopo aver verificato che in Basilicata non esisteva ancora nulla, ho coinvolto degli amici di Calabria, Puglia e Campania, che mi hanno dato dei consigli, e a gennaio 2024 -insieme ad alcuni altri appassionati- abbiamo messo su questa associazione. Si tratta di stare insieme e -ripeto- di tornare bambini, riassaporando il gusto di condividere qualcosa di genuino e sano, magari giocandoci qualcosa di simbolico…

d -…in effetti, il vostro motto, “giochiamoci una gassosa”, è stato “adottato” da una nota ditta di bibite gassate, che ha addirittura posto una sua caricatura sull’etichetta di alcune bottiglie.

r – Sì, perché la gassosa è una bevanda che non ha età, proprio come il Subbuteo: si tratta di allestire un tappeto, magari in un garage, e il nipotino può giocare col nonno o con la mamma (perché c’è anche il settore femminile).

d – In associazione ci sono solamente persone mature o anche ragazzi?

r – Il grosso è composto da uomini attorno ai quaranta/cinquantanni, ma si stanno avvicinando anche bambini e adolescenti, più tre o quattro ventenni. Come dicevo, questo sport, tramite varie categorie, abbraccia diversi settori evolutivi.

d – In questi mesi avete organizzato già un torneo molto importante, qui a Potenza.

r – Lo scorso ottobre, presso la palestra Caizzo, abbiamo tenuto il primo “challenger”, con la partecipazione di varie regioni del Centro-Sud. Infatti, tra chi pratica questo sport, esiste una vera e propria fratellanza, amicizia e tanta voglia di contribuire nell’organizzare le cose. Qualcuno è venuto persino dal Centro-Nord. E’ stato un vero successo, con una nutrita partecipazione di pubblico e di atleti.

d – La sede dell’associazione è vostra? Pagate l’affitto?

r – Ha toccato un punto dolente. Abbiamo girato tutta Potenza (e dintorni) per trovare dei locali idonei a praticare questo sport (le attrezzature sono delicate e i tappeti non possono subire l’umidità). Infine abbiamo trovato e preso questa sede e ci autotassiamo per pagare il fitto.

d – Al Comune non avete fatto domanda per una sede associativa?

r – Sì, l’abbiamo fatta, ma siamo in attesa di risposta.

d – Ho visto, nelle foto pubblicate sui social, che il sindaco è venuto all’inaugurazione.

r – Sì, ci è stato molto vicino, anche in occasione del “challenger” è venuto due volte e ha anche provato a giocare. Anche lui, da ragazzo, faceva delle partitine.

d – Mi risulta che ci sia un politico locale appassionatissimo di Subbuteo.

r – Sì, è venuto anche Alessandro Galella, che è un vero collezionista, disponendo di più di cento squadre. Anche Fernando Picerno ci viene a trovare spesso e ci supporta molto. A prescindere dai colori politici, lo sport accomuna e non ha bandiere. Siamo aperti a tutti e accogliamo tutti.

d – Facciamo allora una metafora al contrario, visto che spesso si legge che i cittadini sono le “pedine” della politica. Se potessimo mettere un qualche politico come “miniatura”, qui, sul tavolo da gioco, chi NON metterebbe come centravanti?

r – Beh, non ci metterei l’attuale sindaco, perché non ce lo vedo come “centravanti di sfondamento”: è una persona molto attenta, con la testa sulle spalle, pertanto lo immagino nel ruolo fondamentale di centrocampista, di uno che sa tenere le redini del campo.

d – In porta?

r – In porta metterei Fernando Picerno, uno che “vola” molto bene!

d – La domanda cattiva: in panchina chi mettiamo…?

r – Alessandro Galella, a cui voglio bene. In panchina spesso si mettono quelli che possono subentrare e farti vincere la partita.

d – Vabè, io ci ho provato, ma dopotutto si sta giocando. Tuttavia, se si potessero risolvere alcuni conflitti e problemi su un tavolo da gioco, lei quale sceglierebbe?

r – Per rimanere in argomento, c’è un mio cruccio: vorrei che Potenza disponesse di strutture sportive all’altezza. Quelle che abbiamo sono super-affollate e a volte, mi spiace dirlo, anche fatiscenti. Si sta sempre a rattoppare e a rappezzare, ma io credo che lo sport sia anche un’attrattiva. Una mia idea, forse anche sbagliata, sarebbe quella di creare -in questa città di montagna- un palazzetto con la neve, col ghiaccio, ove poter organizzare sport invernali (come il Curling, che in certe movenze è anche simile al Subbuteo). Un tratto del Basento stesso lo si potrebbe rendere navigabile per praticarvi un po’ di canottaggio… Però bisogna crederci ed essere anche un po’ lungimiranti.

d – C’è un messaggio che la vostra associazione vuole lanciare alla città?

r – Sì, vorremmo invitare i giovani a lasciare il telefonino, spegnere le video-chiamate e a socializzare, fare sport (a prescindere dal nostro), andare in giro e riscoprire la voglia di incontrare gli amici. Sono queste le cose che ci possono far stare bene.
DI WALTER DE STRADIS

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