E’ stato davvero demenziale anche solo aver ipotizzato di aggiungere ulteriori elementi di penalizzazione a danno di coloro che già vivono pesanti situazioni di disagio e di sofferenza, come chi è affetto da demenza senile.

Accolgo, pertanto, con soddisfazione le dichiarazioni rilasciate al Tgr Basilicata dal coordinatore della Task force della Regione Basilicata, Esposito, circa l’ubicazione degli Ospedali da campo donati dal Quatar a Potenza ed a Matera ed il consequenziale ripristino funzionale dei servizi pregressi erogati dal Presidio Ospedaliero Distrettuale “San Francesco” di Venosa, non più da riconvertire a Covid Hospital.

Le attività sanitarie del POD di Venosa, soprattutto quelle dedicate alla gestione delle cronicità geriatriche, devono essere subito ripristinate, senza rinviarle alla conclusione della pandemia in corso.

In particolare va raccolto, senza ulteriori forme d’indugio, il grido di dolore lanciato nei giorni scorsi, con una lettera aperta agli organi competenti, dagli operatori sanitari, nonché dai familiari dei malati d’Alzheimer, da qualche collega consigliere regionale e da Cristiana Coviello, presidente dell’Associazione Alzheimer Basilicata.

Perciò, auspico che tempestivamente si proceda a riattivare, nel presidio sanitario venosino, la piena funzionalità del Centro Integrato di Medicina dell’Invecchiamento, dell’Unità Valutativa Alzheimer e del Centro Alzheimer, che rappresentano strutture d’avanguardia e d’eccellenza a livello meridionale nel panorama della cura dei pazienti affetti da demenza senile.

Si tenga, altresì, conto che la struttura di Venosa è l’unica di carattere pubblico operante in Basilicata che garantisce la lungodegenza per i malati d’Alzheimer e per le post-acuzie, avvalendosi, peraltro, di un qualificato centro diurno, che negli ultimi anni ha consolidato positivamente la valenza di questo polo specialistico e riabilitativo per la terza età, per infrastrutturare adeguatamente il quale sono stati spesi fior di quattrini pubblici, che ora non possono essere gettati alle ortiche.

Maggiormente in considerazione degli effetti nefasti dell’emergenza epidemiologica in atto, le persone più fragili ed indifese, come i malati d’Alzheimer, non possono essere lasciate soli o in luoghi molto distanti dalle residenze delle loro famiglie. E’ un dovere civico e morale venire incontro alle loro esigenze. Quindi, si agisca subito!

Carlo Trerotola consigliere regionale “Prospettive Lucane”

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