Le Acli (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) costituiscono un movimento educativo e sociale, con una storia che risale agli anni Cinquanta, organizzato sul territorio nazionale con sedi periferiche, circoli e servizi. Le Acli fanno tante cose: patronato, assistenza, formazione professionale, sport e turismo.

Filippo Pugliese, ex funzionario della Regione Basilicata, è appunto il presidente del CTA (Centro Turistico Acli) di Potenza, nonché esponente della presidenza nazionale: «Facciamo una sorta di educazione degli adulti, in una formazione ricorrente. Il viaggio consente di aggiornare e ampliare ciò che magari si è appreso a scuola».

A lungo ubicato nel centro storico, il CTA non si occupa soltanto di organizzare viaggi in giro per il mondo, ma promuove anche moltissime attività culturali in loco: presentazioni di libri, dibattiti, incontri, proiezioni e quant’altro.

d: Di recente a Potenza c’è stata una polemica circa la delibera con la quale il Comune ha assegnato dei locali ad alcune, e solo alcune, associazioni senza scopo di lucro. In sostanza, alcuni hanno criticato le modalità: “Nessun bando, bensì una decisione unilaterale, della quale non si conoscono i criteri”. Mi risulta che anche voi non siate stati tra i beneficiari.

r: Evidentemente, queste sedi sono state assegnate con criteri silenti. Oggi, ancora più di ieri, le cose si fanno in modo silenzioso. Dico “probabilmente”, perché noi associazione non ne abbiamo avuto contezza, non abbiamo saputo di alcun bando, e non avendo “Santi in Paradiso” (il “Paradiso” del Comune), e cioè qualcuno che possa avvisarti delle occasioni, noi la richiesta non l’abbiamo nemmeno fatta. Ma non è questo il modo di comportarsi per un’Amministrazione che vuole promuovere lo sviluppo della rete associativa nel suo territorio. Assolutamente no! Le cose devono essere trasparenti, democraticamente condivise, tramite gli strumenti adeguati. E una delibera di cui nessuno sa nulla non lo è. La Cultura costa? Il Covid ci ha messo tutti in ginocchio, ma quando inviti un esperto per un’iniziativa, devi comunque pagargli viaggio, albergo, ristoranti o –alle volte, anche se cerchiamo di evitarlo- il gettone di presenza. E servono gli spazi. E dove le fai, le iniziative? Allo Stabile? Lo Stabile costa. Il Comune ti impone di pagare un costo.

d: Voi non avete aiuti/contributi economici dalle istituzioni?

r: Noi Acli non ne abbiamo, siamo totalmente auto-finanziati, grazie ai nostri soci tesserati. Ci sarebbe una possibilità di accedere, iscritti all’albo delle associazioni culturali, ai contributi della Regione; ma è una perdita di tempo, perché per ricevere un sostegno miserrimo di quattrocento, cinquecento euro in un anno, devi fare rendicontazione e una montagna di atti e documenti. E uno rinuncia pure a quello.

d: Ci potrebbe poi essere anche un problema di “indipendenza intellettuale”?

r: Questo no, più che altro, come dicevo, la Cultura ha un suo costo, che è notevole. Noi pagavamo un fitto che adesso non possiamo più sostenere.

d: Ma adesso la sede ce l’avete o no?

r: Ce l’abbiamo. Prima eravamo in Via Plebiscito (dietro la Trinità): condividevamo la sede col nostro patronato, che poi però è dovuto andare via e il costo per noi è diventato esorbitante: 400 euro al mese. Oggi ci ha generosamente accolti il Vescovo (essendo un’associazione riferibile alla comunità ecclesiale) in Via Vescovado, 73.

d: Quindi, problema risolto?

r: Solo in parte, perché la sede è molto piccola e per fare iniziative culturali c’è bisogno di un salone. Ogni volta, pertanto, abbiamo il problema di trovare sale, salette, saloni, per fare le iniziative che richiamano persone.

d: Mi risulta che alcune associazioni abbiano chiesto la revoca della delibera del Comune. Può servire?

r: E’ una strada obbligata. Bene ha fatto chi ha chiesto la revoca, perché provvedimenti di questo tipo devono essere trasparenti e condivisi. Qual è il rapporto che le associazioni hanno con il Comune? Glielo dico io: nessuno. Un tempo c’erano addirittura le “consulte” per la Cultura, per lo Sport; magari l’Amministrazione poco ti sentiva, però venivi perlomeno ascoltato, quelle quattro/cinque volte l’anno. Ora non c’è nulla, non esiste alcun tavolo di confronto col Comune. Io non lo so come l’attuale assessore al ramo pensa di fare Cultura! Magari presenziando a iniziative e inaugurando cose, ma il rapporto con la rete associativa dov’è???

d: Lei cosa propone di concreto?

r: Innanzitutto la revoca della delibera sulle sedi, e che si allestisca un tavolo di confronto, di raccordo, di apertura all’arcipelago delle associazioni e dei circoli culturali. Guardi, Potenza ha una rete associativa e di iniziative culturali SPAVENTOSA, impensabile per una città così piccola. A volte capita che ci siano iniziative concomitanti, e la gente non sa come si deve spartire.

d: Ma non c’è però una tendenza ad agire “ognuno per sé”?

r: Ha ragione: non c’è guerra, bensì una tendenza, antica, ancestrale, a coltivarsi ognuno il proprio orticello. Noi, come CTA Acli, facciamo iniziative con la più ampia partecipazione di realtà associative, proprio per dimostrare che non siamo soli in questa Città. A marzo scorso, per esempio, facemmo quattro giorni sulla geopolitica, all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina. Sono venuti Nico Piro, inviato Rai, nonché altri blasonati giornalisti e docenti universitari. Si è parlato di Afganistan, Turchia, America Latina. Sono state iniziative molto partecipate, ma non abbiamo visto la presenza di UN rappresentante della giunta comunale.

d: Ma voi li avete invitati?

r: Li abbiamo invitati, ma per avere un colloquio con il Sindaco ce n’è voluto, e alla fine non l’abbiamo manco ottenuto. Non è possibile andare avanti così.

d: Mi dice almeno una cosa buona che ha fatto questo Comune in ambito Cultura?

r: Non saprei, non me ne viene in mente nessuna.

d: La polemica sul “flop” del Capodanno in Centro: solo fuffa o questione seria?

r: E’ stato gravissimo. Seppure organizzare un evento la notte di Capodanno abbia i suoi limiti, sarebbe stata comunque un’occasione, un grande momento d’incontro, soprattutto per i giovani. Per i giovani questo Comune che fa? Quali input, quali sollecitazioni, quali suggestioni offre loro, che non siano soltanto la sfilata dei Turchi o eventi simili e saltuari?

d: Il Comune ha annunciato i lavori di ristrutturazione del Teatro Stabile: per l’occasione, già in cantiere da tempo, qualcuno (anche in consiglio comunale) ha proposto che il teatro diventi un vero e proprio istituto culturale con personalità giuridica.

r: Il teatro resti teatro, facendo teatro. Ci sono ben altri enti che oggi, finalmente, vivaddio, svolgono un ruolo di promozione culturale. Il Polo Bibliotecario di Potenza, ad esempio, io lo chiamo “La Nuvola Bianca del Sapere” (a Roma c’è “La Nuvola Azzurra” di Fuxas). Vista la disponibilità eccezionale del direttore, Luigi Catalani, abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa, una convenzione, tramite la quale periodicamente usiamo una sala per le nostre iniziative. In ogni caso, quel Polo sta svolgendo un ruolo eccezionale: noi, ad esempio, ci incontriamo ogni giovedì per “raccontarci” dei libri. La gente in questo modo ritrova la parola: non è necessario essere “un esperto”, basta avere voglia di raccontare un libro che si è letto. Oltre a noi, mi diceva lo scrittore Paolo Cioffi, c’è un altro gruppo di lettori, giunto al centesimo incontro! Il Polo Bibliotecario è diventato come la biblioteca del Centro UNLA che una volta c’era dietro la Banca d’Italia: un centro propulsore di Cultura.

d: Quindi il succo è: a Potenza le cose si fanno, eccome, ma vanno promosse e sostenute come meritano.

r: Le iniziative si fanno e sono moltissime. E a farle sono l’Università, le parrocchie, gli ordini professionali, le associazioni culturali, il comitato per la Pace…

d: Però?

r: Però manca questa osmosi, questo respiro, questo raccordo.

d: Un personaggio di Potenza che andrebbe rivalutato? (Non dica Michele di Potenza, sennò sembra che ci siamo essi d’accordo).

r: Michele di Potenza. (Ride) Va senz’altro rivalutato: era una figura straordinaria, caratteristica, un personaggio che da piccoli noi prendevamo anche in giro per il suo modo di vestire, ma che era straordinario! Resta l’unico, vero, cantante folk di Potenza. A lui andrebbe aggiunta la figura, anch’essa straordinaria, di Pietro Basentini, sulla quale il Comune non ha speso UNA parola. Tempo fa è stata organizzata una celebrazione (da parte di Dino Becagli- ndr), ma il Comune è mancato. Almeno esserci, dico io.

d: Se potesse prendere Guarente sottobraccio, cosa gli direbbe?

r: Gli direi: «Uagliò, la Cultura non ha appartenenza. La Cultura è promozione, e chi la promuove va al di là dei confini, delle identità e delle appartenenze. Pertanto, guarda a noi, a Libera, al comitato per la Pace, all’Arci, alle associazioni che hanno una visione progressista, così come vuoi guardare alle piccole realtà culturali (che pure meritano attenzione)».

d: Il viaggio che meglio la rappresenta?

r: Quello negli USA: loro sono un ossimoro, sono tutto e il contrario di tutto. Ricchi di diversità e di contraddizioni, di paesaggi enormi, ma anche piccolissimi.

di Walter De Stradis

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