Il mondo è troppo per me | La storia di Vittorio Camardese 

Mercoledì 15 marzo 2023 arriva in Basilicata il documentario della regista potentina Vania Cauzillo

dedicato all’incredibile musicista lucano Vittorio Camardese precursore del tapping in Italia

“Il mondo è troppo per me” è la storia di un genio della musica che scelse di non essere un genio, un talento dimenticato per più di cinquant’anni che grazie al lavoro di ricerca della regista Vania Cauzillo torna ad essere raccontato

Venerdì 10 marzo h.11:00 | Conferenza stampa

Casa BCC Basilicata Piazza Vittime sul Lavoro n. 2 Potenza

Intervengono: 

Giorgio Costantino, Direttore Generale BCC Basilicata

Stefania D’Ottavio, assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Potenza

Vania Cauzillo, regista

Luca Insinga, produttore Jump Cut Trento (in collegamento)

Francesca Ferri, direttrice festival Visioni Verticali

Renato Pezzano, maestro di musica

Mercoledì 15 marzo h.20 | Proiezione

Cineteatro Don Bosco, Piazza Don Bosco, Potenza – Biglietto €6

 

Dopo l’anteprima a Torino durante il SEEYOUSOUND International Music Film Festival, il documentario “Il mondo è troppo per me|La storia di Vittorio Camardese”, prodotto dalla casa di produzione cinematografica indipendente Jump Cut di Trento, sul talentuoso chitarrista lucano arriva in Basilicata mercoledì 15 marzo al Cineteatro Don Bosco di Potenza alle ore 20:00.

Così commenta la regista, Vania Cauzillo: “Sono felice di poter restituire a Potenza una storia che le appartiene. Credo fortemente che le comunità della città e quelle dell’intera regione abbiano un bisogno di racconti nuovi, anche se affondano in tempi lontani. Abbiamo bisogno di creare nuove identità contemporanee, di lasciare che gli artisti della mia generazione – e speriamo ancora di più i giovani – si prendano cura di scovarle, sapere leggerle e renderle eterne. Sento, vivendo questa regione da artista e da cittadina che abbiamo bisogno di nutrire sguardi e pensieri nuovi, sempre di più per immaginare in questi spazi futuri possibili”.

La regista presenterà storia e metodo del suo lavoro durante l’evento di presentazione, il 15 marzo, realizzato in collaborazione con l’associazione culturale Polimeri, promotrice del festival di cinema di Potenza, Visioni Verticali. Inoltre il maestro Renato Pezzano e la musicista Mara De Canio illustreranno la tecnica di cui Vittorio Camardese è stato precursore con un’esibizione chitarristica per raccontare come il tapping, da tecnica per chitarra classica nel jazz, sia diventata tecnica utilizzatissima dai grandi del rock e del metal.

Il mondo è troppo per me è la storia Vittorio Camardese, la storia di un genio che ha scelto di non essere un genio. Partito dalla Basilicata, Vittorio Camardese con la sua tecnica per chitarra classica anticipa le attitudini del jazz e del rock internazionale continuando a svolgere la professione di medico radiologo a Roma. Finito in TV negli anni ‘50 vince un televisore grazie all’applausometro; suona con i grandi del jazz romano degli anni ‘60; Chet Baker vive a casa sua per diversi mesi ma quest’uomo distinto e timido davanti alle telecamere si mantiene nell’ombra fino alla fine dei suoi giorni. Nel 2014 il video di una sua esibizione fa il giro del mondo e arriva sulle timeline dei più grandi musicisti di tutti i tempi…ma anche sulla bacheca della regista Vania Cauzillo, che per 8 anni si mette sulle tracce di uno straordinario talento che rischiava di rimanere in silenzio per sempre. 

La vita di Vittorio Camardese è stata ricostruita intervistando chi lo ha conosciuto e frequentato: Renzo Arbore e Irio de Paula, Antonio Infantino, Nicoletta Costantino, Marcello Rosa, Graziano Accinni, Gianni Bisiach, colleghi medici di Roma e la sua famiglia d’origine, tantissime le persone tra Roma e Potenza che hanno custodito un pezzo di questa storia ricucita minuziosamente dalla regista e da tutte le persone che hanno collaborato al film in quasi dieci anni di ricerche, necessarie per realizzare il girato definitivo. Il documentario alterna interviste, animazione, le immagini di archivi privati inediti e i filmati di Vittorio musicista nelle uniche tre apparizioni televisive in RAI alle quali partecipò, costretto dagli amici. 

Vittorio Camardese si è sempre definito autodidatta e quando gli chiedevano dove avesse imparato a suonare la chitarra rispondeva: “dal barbiere”, e infatti spesso nei saloni dei barbieri di un tempo si suonava “alla zampognara”, una tecnica per “chitarra francese” che cerca di emulare il suono della zampogna e che veniva suonata con lo strumento in verticale anziché in orizzontale. Molto probabilmente Vittorio aveva acquisito e innovato questo patrimonio culturale rendendolo adatto alla sua epoca, dominata dalle influenze del jazz, del rock e del pop internazionale, in maniera geniale e certamente del tutto originale nelle composizioni e nelle melodie.

Il film è stato realizzato con il supporto del Fondo Etico di BCC Basilicata e sarà proprio all’interno di “Casa BCC Basilicata” a Potenza che si terrà la conferenza stampa di presentazione venerdì 10 marzo 2023 alle ore 11:00.

“Siamo una Banca che si distingue per il proprio orientamento sociale e per la scelta strategica di costruire il bene comune. Il Fondo Etico che BCC Basilicata accantona ogni anno testimonia l’importante attività di inclusione sociale, oltre che economica, che l’Istituto bancario ha come “mission”. Mediante la ridistribuzione della ricchezza sul territorio, infatti, supportiamo lo sviluppo sociale della nostra comunità e la crescita responsabile e sostenibile del territorio nel quale BCC Basilicata opera. Il sostegno a questo progetto non è che la conferma che investire in talento e cultura dà sempre buoni frutti” commenta la Presidente di BCC Teresa Fiordelisi.

“Cinema e musica in un documentario che fa dialogare l’animazione con immagini di repertorio per riscoprire un talento lucano a lungo rimasto nell’ombra. La gemma della regista potentina Vania Cauzillo risponde perfettamente alla missione del festival Visioni Verticali, fin dalla sua fondazione impegnato nella valorizzazione delle creazioni artistiche locali e delle produzioni indipendenti, nella sperimentazione dei linguaggi audiovisivi e nella commistione tra le arti”. Così Polimeri, l’associazione promotrice di Visioni Verticali, commenta il proprio sostegno alla presentazione dell’opera nell’ambito di Fuori Visioni, programma annuale di appuntamenti dedicati al cinema.

Difficilmente i documentari si guardano più volte: se ne acquisisce la storia, le tecniche narrative e poi si esce dalla sala o si spegne la TV, fine. Invece questo film è come un documentario da ri-ascoltare. Esattamente come si fruisce di un disco.

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