Prima diffusione dei dati definitivi 2018 e 2019

Nel corso del 2018 e del 2019 l’Istat ha svolto le prime due rilevazioni del Censimento permanente della popolazione previsto dall’art. 3 della legge 221/2012. La realizzazione del censimento ha comportato un radicale cambiamento di strategia rispetto alla rilevazione diretta, esaustiva e a cadenza decennale su tutti gli individui e tutte le famiglie che ha caratterizzato i censimenti fino al 2011. Il nuovo censimento si basa, infatti, sulla combinazione di rilevazioni campionarie e dati di fonte amministrativa trattati statisticamente, è realizzato ogni anno ed è inserito all’interno del Sistema Integrato dei Registri statistici gestito dall’Istat.

I dati resi disponibili riguardano gli anni 2018-2019 e sono stati ottenuti attraverso due indagini annuali sul territorio (una basata sulle liste anagrafiche e l’altra su un campione areale d’indirizzi), condotte su un campione di circa 2.800 comuni (di cui circa 1.100 coinvolti ogni anno e circa 1.700 che effettuano le rilevazioni con rotazione annuale). A queste indagini si affianca l’utilizzo di numerose fonti amministrative integrate, finalizzato al consolidamento dei risultati annuali riferiti alla totalità dei comuni italiani.

Tutti i dati dettagliati a livello di singolo comune sono consultabili, dal 15 dicembre 2020, su tre piattaforme caratterizzate da diverse funzionalità e contenuti:

  • Data Warehouse tematico dei Censimenti permanenti (raggiungibile al link: http://dati-censimentipermanenti.istat.it/). Sono disponibili i dati per gli anni 2018 e 2019; le tabelle sono personalizzabili ed esportabili in formato .xls e .csv.

  • Data Browser (link: http://esploradati.censimentopopolazione.istat.it/). Sono disponibili i dati in formato tabellare, sotto forma di grafici e mappe. I dati, riferiti agli anni 2018, 2019 e alla serie storica 1951-2011 (riportata ai confini territoriali del 2019) sono navigabili e visualizzabili per territorio e per tema ed esportabili in formato .csv.

  • Mappe GIS (http://gis.censimentopopolazione.istat.it/). Sono disponibili elaborazioni cartografiche interattive per la popolazione residente in serie storica 1951-2019.

Di seguito viene riportata una breve presentazione dei risultati delle rilevazioni svolte in Basilicata nel 2018 e nel 2019.

Sintesi dei principali risultati

  • La popolazione censita in Basilicata al 31 dicembre 2019 ammonta a 553.254 unità, con una riduzione di 5.333 abitanti (-9,5 per mille) rispetto all’anno precedente e di 24.782 abitanti (-5,5 per mille in media ogni anno) rispetto al Censimento 2011.

  • In merito al 2011, i residenti diminuiscono in tutte e due le province lucane, ma in provincia di Matera il calo è più contenuto. Due lucani su tre vivono in provincia di Potenza, che copre il 65,6% della superficie regionale.

  • Il comune più popoloso è Potenza con 66.393 abitanti, quello più piccolo è San Paolo Albanese, in provincia di Potenza, con 229 abitanti.

  • La struttura per genere della popolazione residente si caratterizza per una maggiore presenza di donne, che sono 281 mila, il 50,8% del totale.

  • L’età media è 45,7 anni contro i 45,2 dell’Italia. Il confronto con i dati del Censimento 2011 evidenzia un progressivo invecchiamento della popolazione, con ritmi superiori alla media nazionale. Tutte le classi di età sotto i 50 anni vedono diminuire il proprio peso relativo rispetto al 2011.

  • Il comune più giovane è Marsicovetere, in provincia di Potenza, con una età media di 41,8 anni; quello più vecchio è San Paolo Albanese, in provincia di Potenza, dove l’età media è pari a 58,0 anni.

  • Nel periodo 2011-2019 la popolazione di cittadinanza straniera è aumentata del 7,2% in media ogni anno. I cittadini stranieri risultano in crescita sia a Matera (+7,6% in media annua) che a Potenza (+6,9%).

  • L’età media degli stranieri è più bassa di 12,3 anni rispetto a quella degli italiani (33,9 anni contro 46,2 nel 2019). Tra gli stranieri, l’indice di dipendenza, ovvero la quota di popolazione in età non lavorativa (con meno di 15 anni o con 65 anni e più) rispetto alle persone in età da lavoro (15-64 anni) è pari al 22,4% mentre tra gli italiani è il 56,1%. Se ci si limita alla componente a carico in età 65 e più, i precedenti valori sono, rispettivamente, 4,3% e 38,0%.

  • Anche la popolazione straniera è sottoposta a un processo di invecchiamento, con un aumento della quota di popolazione di oltre 50 anni che sale dal 14,0% del 2011 al 18,9% del 2019.

  • Nel 2019, oltre la metà (59,1%) degli stranieri residenti in Basilicata proviene dall’Europa, il 24,2% è originario di un paese africano mentre i cittadini di Asia e America rappresentano, rispettivamente, il 13,4% e il 3,2% del totale. I cittadini rumeni sono il 38,0% del totale degli stranieri residenti e costituiscono la comunità straniera più numerosa, seguiti da albanesi (9,1%) e marocchini (7,7%).

  • Il rapporto di genere nella popolazione straniera è eterogeneo rispetto alle varie provenienze. L’incidenza della popolazione femminile prevale tra coloro che provengono da altri paesi europei (66,7%) e tra i latinoamericani (73,6%).

  • Il 35,3% della popolazione con 9 anni e più ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale, il 16,3% la licenza elementare e il 28,2% la licenza di scuola media. Le persone con un titolo terziario sono il 13,5%.

  • Rispetto al 2011, si dimezza la quota di analfabeti (dal 2,8% all’1,4%) e diminuiscono gli alfabeti privi di titolo di studio (dal 5,8% al 4,5%). Le persone con un titolo universitario e superiore sono aumentate dal 10,6% al 13,5%.

  • Tra la popolazione residente di 15 anni e più le forze di lavoro sono 243 mila, 5 mila in più rispetto al 2011 (+2,1%). L’incremento delle persone attive sul mercato del lavoro è dovuto alla crescita degli occupati (+2,3%), soprattutto fra le donne (+5,8%). Le persone in cerca di una occupazione sono 41 mila, con un aumento dello 0,9% rispetto al precedente censimento.

  • Il tasso di attività1 è pari al 49,8%, 2,7 punti percentuali sotto il corrispondente valore dell’Italia; gli occupati rappresentano il 41,4% della popolazione di 15 anni e più contro il 45,6% della media nazionale. Il tasso di disoccupazione nella regione (16,9%) supera di 3,7 punti la media nazionale (13,1%).

  • Il mercato del lavoro presenta un forte squilibro di genere. Il tasso di occupazione maschile è al 51,4%, circa venti punti più di quello femminile; il tasso di disoccupazione è pari al 11,6% per gli uomini e al 15,1% per le donne.

La popolazione residente al 2018 e 2019

Distribuzione territoriale e confronti con i censimenti passati

Al 31 dicembre 2018, data di riferimento della prima edizione del Censimento permanente della popolazione, la popolazione censita in Basilicata ammonta a 558.587 unità; un anno dopo, il censimento ha rilevato nella regione 553.254 residenti. Al netto degli aggiustamenti statistici derivanti dalla nuova metodologia di calcolo2, i dati censuari registrano, anche per la popolazione lucana, la perdita di capacità di crescita per effetto della riduzione della natalità.

Negli ultimi 20 anni, infatti, al deficit del bilancio migratorio che ha sempre caratterizzato la dinamica demografica della Basilicata si è aggiunto, con intensità crescente, quello del bilancio naturale.

Tra il 1951 e il 1981 i residenti in Basilicata sono diminuiti di 17.400 unità, con un decremento medio annuo dello 0,9‰ a fronte di un incremento medio annuo del 7,7‰ rilevato a livello nazionale; nei trent’anni successivi la regione perde altri 32 mila residenti (-1,8‰ in media annua, Italia +1,7‰). Negli ultimi otto anni, a fronte della sostanziale stazionarietà della popolazione italiana (+0,4‰), la popolazione lucana si riduce di circa 25 mila unità (-5,5‰).

FIGURA 1. POPOLAZIONE RESIDENTE AI CENSIMENTI DELLA POPOLAZIONE DAL 1951 AL 2019. Popolazione residente in Basilicata (asse dx variazioni medie annue3 per 1.000 residenti Basilicata e Italia (asse sx)

La distribuzione della popolazione tra le due province della Basilicata rispecchia quella della superficie territoriale. I 100 comuni della provincia di Potenza, che coprono il 65,5% della superficie regionale, contano 358.401 residenti, pari al 64,8% della popolazione lucana; i 31 comuni della provincia di Matera pesano per il 34,5% in termini di superficie e per il 35,2% in termini di popolazione. Scendendo nel dettaglio, emerge un significativo squilibrio tra la gran parte della regione, sempre più colpita dallo spopolamento e poche aree, disposte per lo più ai margini del territorio regionale, caratterizzate da una crescita demografica a volte anche particolarmente sostenuta, come in alcuni comuni del litorale jonico.

PROSPETTO 1. POPOLAZIONE RESIDENTE PER PROVINCIA. Censimenti 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e variazioni per 1.000 residenti

PROVINCE

Numero comuni

Popolazione residente

Variazioni medie annue

2019

2018

2011

2019-2018

2019-2011(a)

Matera

31

194.853

196.135

200.101

-6,5

-3,3

Potenza

100

358.401

362.452

377.935

-11,2

-6,6

BASILICATA

131

553.254

558.587

578.036

-9,5

-5,5

(a) Variazione media annua geometrica (o composta)

Al Censimento del 1951, la provincia di Potenza contava 445 mila residenti, con una densità di 71 abitanti per km2; 68 anni dopo la popolazione è diminuita di 87 mila unità (-3,2‰ il tasso medio annuo) e la densità è scesa a 54 abitanti per km2, a fronte dei 55 abitanti per km2 della media regionale. Nello stesso periodo, la popolazione della provincia di Matera aumenta di oltre 12 mila unita (tasso medio annuo +1,0‰) e la densità sale dai 52 abitanti per km2 del 1951 ai 56 del 2019.

Tra il 1951 e il 2019, in 17 comuni si registra un aumento della popolazione, ma solo in cinque di essi la crescita è sistematica. Di questi, quattro comuni sono nel materano (Matera, Nova Siri, Scanzano Jonico e Policoro) e uno (Marsicovetere) in provincia di Potenza. La popolazione dei cinque comuni cresce mediamente del 13,7‰ l’anno, passando dai 39 mila residenti del 1951 ai 98 mila del 2019.

Sono invece 47 i comuni che a ogni censimento registrano un calo di popolazione. Sono comuni di piccole o piccolissime dimensioni (solo uno supera i 5 mila abitanti), distribuiti per la gran parte nelle zone interne delle province di Potenza (36) e Matera (11). In questi comuni si contano, nel 2019, 77 mila residenti; nel 1951 erano più del doppio (172 mila).

FIGURA 2. TENDENZA DEMOGRAFICA DEI COMUNI DAL 1951 AL 20194

FIGURA 3. Popolazione per classe di ampiezza demografica dei comuni. Censimenti 2019 e 1951

La struttura della popolazione per genere ed età

La struttura per genere della popolazione residente si caratterizza per una maggiore presenza della componente femminile. Nel 2019 le donne sono 281 mila – il 50,8% del totale – e superano gli uomini di
9 mila unità. Il maggior equilibrio fra i sessi fa sì che in Basilicata ci siano 97 uomini ogni 100 donne, contro i 95 dell’Italia. La struttura di genere è in maggiore equilibrio rispetto al 2011, quando il rapporto di mascolinità era al 95,8%.

A livello provinciale non ci sono differenze significative, il rapporto di mascolinità è pari a 96,9% a Potenza e a 96,8% a Matera. Ci sono però 36 comuni (il 27,5% dei comuni lucani) dove il rapporto di mascolinità risulta sbilanciato a favore della componente maschile, con il primato che spetta a due comuni della provincia di Potenza, Sasso di Castalda (11,2%) e Gallicchio (111,0%). All’estremo opposto si colloca Cirigliano, in provincia di Matera (76,7%).

PROSPETTO 2. POPOLAZIONE RESIDENTE PER GENERE. Censimenti 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e composizione percentuale

SESSO

2019

2018

2011

Valori assoluti

Composizione %

Valori assoluti

Composizione %

Valori assoluti

Composizione %

Femmine

281.104

50,8

283.890

50,8

295.257

51,1

Maschi

272.150

49,2

274.697

49,2

282.779

48,9

TOTALE

553.254

100,0

558.587

100,0

578.036

100,0

La popolazione lucana presenta una struttura per età simile a quella italiana, testimoniata anche dalla forma delle piramidi delle età, che presentano differenze lievi nell’incidenza delle varie classi. L’età media è di 45,7 anni contro i 45,2 dell’Italia, il 46,2% dei lucani ha meno di 45 anni (il 46,5% a livello nazionale), il 23,5% ne ha più di 64 (il 23,2% in media Italia).

Il confronto con il Censimento 2011 evidenzia anche in Basilicata un progressivo invecchiamento della popolazione, e con ritmi superiori alla media nazionale. Tutte le classi di età sotto i 50 anni registrano variazioni negative. I bambini con meno di 10 anni diminuiscono di 8 mila unità (-17,2%, a fronte del -11,5% dell’Italia); il numero di giovani da 10 a 19 anni cala di 7 mila unità (-12,5%, contro +0,7% a livello nazionale), quello dei 20-29enni di 9 mila (-13,3%, Italia -3,8%). Crescono, invece, consistenza e peso delle classi più anziane. Sono 130 mila i residenti con più di 64 anni (+9,8% in Basilicata e +11,9% in Italia); i grandi anziani (con 85 anni e più) passano da 17 mila a 22 mila (+34,1%, +29,4% Italia).

FIGURA 4. PIRAMIDE DELLE ETÀ DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE, BASILICATA E ITALIA. Censimenti 2019 e 2011, valori percentuali

Basilicata

Italia

Le variazioni nella composizione per età della popolazione si riflettono sui principali indicatori di struttura demografica. L’età media sale da 43,2 anni del 2011 a 45,7 del 2019 (in media Italia da 43,3 a 45,2); l’indice di vecchiaia (% popolazione in età 65 e più/popolazione in età 0-14) passa da 154,1 a 200,8; l’indice di dipendenza degli anziani (% popolazione in età 65 e più/popolazione in età 15-64) passa da 30,9 a 36,3. Si modifica sensibilmente anche il rapporto tra la componente più anziana e quella più giovane in età lavorativa (indice di struttura della popolazione attiva): mentre nel 2011 ci sono 113 residenti nella classe di età 40-64 ogni 100 residenti con età compresa fra 15 e 39 anni, nel 2019 se ne contano 133.

PROSPETTO 3. INDICATORI DI STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE, BASILICATA E ITALIA. Censimenti 2018, 2019 e 2011

INDICATORI 

2019

2018

2011

Basilicata

Italia

Basilicata

Italia

Basilicata

Italia

Rapporto di mascolinità

96,8

95,0

96,8

94,9

95,8

93,7

Età media

45,7

45,2

45,3

45,0

43,2

43,3

Indice di vecchiaia

200,8

179,4

193,6

174,0

154,1

148,8

Indice di dipendenza

54,3

56,7

53,6

56,4

51,0

53,5

Indice di dipendenza anziani

36,3

36,4

35,3

35,8

30,9

32,0

Indice di struttura della popolazione attiva

133,3

140,7

131,3

139,3

113,0

120,7

La provincia di Matera presenta una struttura demografica più giovane. L’età media è di 45 anni a Matera e di 46 a Potenza, l’indice di vecchiaia è pari, rispettivamente, a 189,4 e a 207,4; l’indice di struttura della popolazione attiva di Matera (129,0) è di 6 punti meno del corrispondente valore di Potenza (135,7).

PROSPETTO 4. INDICATORI DI STRUTTURA DELLA POPOLAZIONE PER PROVINCIA. Censimento 2019

PROVINCE

Rapporto di mascolinità

Età media

Indice di vecchiaia

Indice di dipendenza

Indice di dipendenza anziani

Indice di struttura della popolazione attiva

Matera

96,9

45,1

189,4

54,4

35,6

129,0

Potenza

96,8

46,0

207,4

54,3

36,6

135,7

BASILICATA

96,8

45,7

200,8

54,3

36,3

133,3

PROSPETTO 5. COMUNI CON PARTICOLARI CARATTERISTICHE AL CENSIMENTO 2019

Caratteristica del comune

Basilicata

Caratteristica del comune

Basilicata

Comune

Valori

Comune

Valori

Comune più piccolo (residenti) San Paolo Albanese (PZ)

229

Comune più grande (residenti) Potenza (PZ)

66.393

Comune più giovane (età media) Marsicovetere (PZ)

41,8

Comune più vecchio (età media) San Paolo Albanese (PZ)

58,0

Comune con il rapporto di mascolinità più basso Cirigliano (MT)

76,7

Comune con il rapporto di mascolinità più alto Sasso di Castalda (PZ)

111,2

Comune con maggior incremento della popolazione rispetto al 2011 (per 100 residenti) Policoro (MT)

11,3

Comune con maggior decremento della popolazione rispetto al 2011 (per 100 residenti) San Paolo Albanese (PZ)

-25,2

Comune con maggior incremento di residenti italiani rispetto al 2011 (per 100 residenti) Policoro (MT)

5,1

Comune con maggior decremento di residenti italiani rispetto al 2011 (per 100 residenti) San Paolo Albanese (PZ)

-25,4

Comune con maggior incremento di residenti stranieri rispetto al 2011 (per 100 residenti)(a) Anzi (PZ)

520,0

Comune con maggior decremento di residenti stranieri rispetto al 2011 (per 100 residenti) (a) Castelluccio Superiore (PZ)

-50,0

(a)Per determinare il comune con il maggior incremento o decremento di popolazione straniera è stato considerato l’insieme dei comuni con almeno 10 stranieri residenti al 2011

Il comune più giovane è Marsicovetere, in provincia di Potenza, con un’età media di 41,8 anni mentre il più vecchio è San Paolo Albanese, sempre in provincia di Potenza, dove l’età media sale a 58 anni. San Paolo Albanese è anche il più piccolo comune, conta appena 229 residenti di cui 111 con 65 anni e più e solo 11 con meno di 15.

La popolazione straniera

Al Censimento del 2019 la popolazione straniera rilevata ammonta a 22.569 unità. Rispetto al 2011 si registra una crescita di 9.641 unità (+7,2% medio annuo). Questo incremento, pur rilevante, non è tuttavia sufficiente a impedire il declino della popolazione complessiva (-24.782 unità), trainato da una forte contrazione della componente autoctona (-34.423).

Se ci si limita ad osservare le tendenze demografiche dell’ultimo anno, la componente straniera perde quasi del tutto la caratteristica antideclino che l’ha connotata in passato: cresce di sole 359 unità (+1,6%) mentre la popolazione italiana perde 5.692 residenti.

Si rileva come la dinamica per genere favorisca la componente maschile (con un tasso di crescita medio-annuo del 9,5% contro il 5,3% delle donne), circostanza che riporta in equilibrio numerico i due sessi dopo una netta prevalenza di donne nel 2011 (la percentuale di donne scende dal 57,5% al 49,8%).

La provincia di Potenza conta 11.805 cittadini stranieri, pari al 52,5% del totale. I restanti 10.714 stranieri risiedono in provincia di Matera, dove si registra la crescita più sostenuta rispetto al 2011 (il tasso medio annuo è del 6,9% in provincia di Potenza e del 7,6% in quella di Matera).

Più in generale, tra il 2011 e il 2019 sono 13 i Comuni che perdono popolazione straniera, il loro peso complessivo è pari al 2,4% del totale stranieri. Invece i 31 comuni in cui la crescita media annua della popolazione straniera è superiore al 10% pesano complessivamente per circa il 33,1% del totale.

PROSPETTO 6. POPOLAZIONE STRANIERA PER GENERE E PROVINCIA. Anni 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e percentuali

SESSO E PROVINCIA

Anno 2019

Anno 2018

Anno 2011

Variazioni percentuali

v.a

%

v.a.

%

v.a

%

2019-2018

2019-2011(a)

BASILICATA

22.569

100,0

22.210

100,0

12.928

100,0

1,6

7,2

Maschi

11.320

50,2

11.126

50,1

5.495

42,5

1,7

9,5

Femmine

11.249

49,8

11.084

49,9

7.433

57,5

1,5

5,3

 

 

 

 

 

 

 

   
Potenza

11.855

52,5

11.848

53,3

6.959

53,8

0,1

6,9

Matera

10.714

47,5

10.362

46,7

5.969

46,2

3,4

7,6

(a) Variazione media annua geometrica (o composta)

Nel 2019 la componente straniera incide per il 4,1% sulla popolazione totale in Basilicata (circa la metà del dato nazionale, pari a 8,4%) contro il 2,2% rilevato nel 2011 (6,8% la media nazionale). In ambito provinciale il peso degli stranieri è più elevato a Matera (5,5%) che a Potenza (3,3%). Scendendo nel dettaglio comunale, l’incidenza supera il 10% nei comuni di Missanello (11,2%), Rotondella (10,8%) e Scanzano Jonico (10,1%) mentre nei due comuni capoluoghi non arriva al 5% (Matera 4,7% e Potenza 2,7%).

FIGURA 5. INCIDENZA DELLA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE PER GENERE E PROVINCIA

Anni 2011, 2018, 2019. Basilicata e Italia

Anno 2019 per Provincia

La piramide delle età della popolazione straniera residente in Basilicata mostra nel 2019 alcune differenze significative rispetto a quella straniera complessiva italiana. La base (età da 0 a 19 anni) e la parte medio alta della piramide (dai 40 anni in poi) sono più strette mentre la quota relativa alle persone da 20 a 39 anni risulta più ampia, soprattutto nella componente maschile.

Rispetto al 2011, i divari si sono attenuati solo nella fascia di età più giovane, il cui peso a livello nazionale si è ridotto di tre punti percentuali (dal 25,5% del 2011 al 22,1% del 2019) e in Basilicata di due punti (dal 21,8% al 19,7%). La quota di stranieri con età compresa fra 20 e 39 anni in Italia è passata dal 42,7% al 36,7% (sei punti percentuali in meno), in Basilicata dal 45,3% al 43,2% (due punti in meno). Infine, l’incidenza degli stranieri con 40 anni e più in Italia sale dal 31,8% al 41,3%, in Basilicata dal 32,9% al 37,0%.

FIGURA 6. PIRAMIDE DELLE ETÀ DELLA POPOLAZIONE STRANIERA (anno 2019) E DIFFERENZE NELLA COMPOSIZIONE PERCENTUALE PER CLASSI DI ETÀ (anni 2019-2011), BASILICATA e ITALIA

Anno 2019

Differenze 2019-2011

La struttura demografica della popolazione di cittadinanza straniera appare notevolmente diversa rispetto a quella di cittadinanza italiana da diversi punti di vista. In primo luogo, l’età media degli stranieri residenti in Basilicata al Censimento 2019 è di oltre 12,3 anni più bassa rispetto a quella degli italiani (33,9 anni contro 46,2). Il differenziale è leggermente più ampio di quanto rilevato a livello nazionale (11,5 anni), dove l’età media degli italiani è di 46,2 anni, come in Basilicata, mentre quella degli stranieri è di 34,7 anni.

In maniera conseguente gli indicatori strutturali di italiani e stranieri sono piuttosto differenziati sia a livello nazionale che regionale. In Basilicata il numero di ultrasessantaquattrenni ogni 100 bambini e ragazzi
(under 15) è pari a 210,4 per gli italiani e a 24,1 per gli stranieri; a livello nazionale l’indicatore è pari a 199,1 per gli italiani e 27,6 per gli stranieri. Significativamente più basso anche il rapporto tra la popolazione convenzionalmente non attiva (under 15 e over 64) e quella attiva (15-64); in Basilicata è pari a 22,4 per gli stranieri e a 56,1 per gli italiani, in Italia, rispettivamente, a 29,1 e 59,9.

Per quanto riguarda il genere, le differenze tra italiani e stranieri sono meno marcate e di segno opposto tra il dato regionale e quello nazionale. Sul territorio lucano il rapporto di mascolinità è al 100,6% per gli stranieri e al 96,7% per gli italiani. A livello nazionale il rapporto è invece più basso per gli stranieri (93,2%) che per gli italiani (95,1%).

Scendendo nel dettaglio dei territori si riscontra una significativa differenziazione fra le due province. In provincia di Matera l’età media sia degli italiani (45,8) che degli stranieri (33,3) è di circa un anno più bassa rispetto alla provincia di Potenza (46,4 per gli italiani e 34,4 per gli stranieri); l’indice di vecchiaia degli stranieri è pari a 21,5 nel materano e a 26,9 nel potentino, quello degli italiani, rispettivamente a 202,8 e 214,5. Per l’indice di dipendenza, invece, la provincia di Matera presenta i valori più elevati, con scarti più ampi per la componente straniera; infatti, per gli stranieri l’indice di dipendenza è pari a 24,9 a Matera e a 20,2 a Potenza, per gli italiani, rispettivamente, a 56,5 e a 55,8. Matera si differenzia anche per un rapporto di mascolinità della componente straniera (103,7) di sei punti più alto di quello di Potenza (97,9).

PROSPETTO 7. INDICATORI DEMOGRAFICI PER CITTADINANZA E PROVINCIA. BASILICATA e ITALIA. Anno 2019

TERRITORIO

Rapporto di mascolinità

Età media

Indice di dipendenza

Indice di vecchiaia

Stranieri

Italiani

Stranieri

Italiani

Stranieri

Italiani

Stranieri

Italiani

ITALIA

93,2

95,1

34,7

46,2

29,1

59,9

27,6

199,1

BASILICATA

100,6

96,7

33,9

46,2

22,4

56,1

24,1

210,4

Matera

103,7

96,6

33,3

45,8

24,9

56,5

21,5

202,8

Potenza

97,9

96,7

34,4

46,4

20,2

55,8

26,9

214,5

La composizione per cittadinanza

Nel 2019 oltre la metà (59,1%) degli stranieri residenti in Basilicata proviene dall’Europa, il 24,2% è originario di un paese africano mentre i cittadini di Asia e America rappresentano, rispettivamente, il 13,4% e il 3,2% del totale. Del tutto residuali si rivelano le presenze dall’Oceania.

Gli stranieri cittadini di un paese dell’Unione europea sono il 45,3%, quelli dall’Europa centro-orientale il 13,7%. Con riferimento all’Africa, l’area occidentale è quella maggiormente rappresentata (11,7% del totale stranieri), seguita da quella settentrionale (11,4%). I cittadini asiatici provengono in prevalenza da paesi centro-meridionali e orientali del continente (rispettivamente 7,6% e 4,8%). Infine, il 2,9% di tutti gli stranieri residenti è originario di un paese dell’America centro-meridionale.

Il rapporto di genere nella popolazione straniera è eterogeneo rispetto alle varie provenienze. L’incidenza della popolazione femminile prevale tra gli europei (60,6%) e tra gli americani (72,9%). È minoritaria tra gli africani (28,2%), soprattutto tra i cittadini dell’area occidentale del continente (14,0%) mentre tra i cittadini provenienti dal resto del continente la percentuale di donne supera il 40,0%. Gli asiatici registrano una quota di popolazione femminile pari al 35,7%, con valori inferiori alla media per le comunità dell’Asia centro-meridionale (23,1%).

Rispetto alla media nazionale, nel 2019 in Basilicata è maggiore la quota di europei (59,1% contro 49,6%) e africani (24,2% contro 22,0%), è inferiore quella di asiatici (13,4% contro 21,0%) e americani (3,2% contro 7,3%). A livello provinciale, l’incidenza dei vari continenti nella composizione della popolazione straniera non presenta differenze di rilievo. In tutte e due le province oltre la metà degli stranieri è di origine europea (61,7% a Matera e 56,8% a Potenza), seguono i cittadini africani (20,8% e 27,3%, rispettivamente) e quelli di origine asiatica (15,1% a Matera e 12,0% a Potenza).

PROSPETTO 8. POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE PER AREA GEOGRAFICA DI CITTADINANZA E GENERE. Anni 2018 e 2019 (valori assoluti e percentuali)

AREE GEOGRAFICHE DI CITTADINANZA

2018

2019

Totale

Per 100
stranieri

% donne

Totale

Per 100
stranieri

% donne

EUROPA

13.289

59,8

61,1

13.348

59,1

60,6

Unione Europea

10.333

46,5

61,9

10.219

45,3

61,7

Europa centro-orientale

2.930

13,2

58,0

3.099

13,7

57,0

Altri paesi europei

26

0,1

61,5

30

0,1

66,7

AFRICA

5.424

24,4

27,7

5.461

24,2

28,2

Africa settentrionale

2.460

11,1

40,8

2.569

11,4

40,9

Africa occidentale

2.729

12,3

13,9

2.650

11,7

14,0

Africa orientale

140

0,6

53,6

151

0,7

49,7

Africa centro-meridionale

95

0,4

46,3

91

0,4

49,5

ASIA

2.824

12,7

34,5

3.034

13,4

35,7

Asia occidentale

220

1,0

48,2

241

1,1

51,5

Asia orientale

974

4,4

51,8

1.080

4,8

52,3

Asia centro-meridionale

1.630

7,3

22,3

1.713

7,6

23,1

AMERICA

664

3,0

73,5

717

3,2

72,9

America settentrionale

44

0,2

68,2

55

0,2

65,5

America centro-meridionale

620

2,8

73,9

662

2,9

73,6

OCEANIA

9

0,0

55,6

9

0,0

55,6

APOLIDE

..

..

..

..

..

..

TOTALE

22.210

100,0

49,9

22.569

100,0

49,8

In Basilicata le prime 10 nazionalità estere, in ordine di numerosità, aggregano il 78,1% degli stranieri residenti; in Italia le medesime collettività ne rappresentano il 59,6%. I cittadini rumeni coprono il 38,1% del totale degli stranieri residenti e costituiscono la comunità più numerosa. Essi mostrano un’incidenza più accentuata rispetto a quanto si registra nel complesso del Paese (22,7%). Seguono i cittadini albanesi, che rappresentano il 9,1% del totale (l’8,4% in Italia). Il peso degli altri paesi, a partire dal Marocco (7,8%), è decisamente inferiore. Le comunità asiatiche più numerose sono quella indiana (4,3%) e quella cinese (4,2%).

FIGURA 7. POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE PER CONTINENTE E PROVINCIA, BASILICATA e ITALIA. Anno 2019

FIGURA 8. POPOLAZIONE STRANIERA PER CITTADINANZA, BASILICATA e ITALIA. Anno 2019 (composizione percentuale per le prime dieci cittadinanze)

La mappa per comune dei cittadini dei vari continenti indica una maggiore propensione dei cittadini europei a stabilirsi nell’area centro-meridionale della regione, a sud del capoluogo di regione, in particolar modo nella fascia jonica. Le collettività originarie dell’Asia sono relativamente più presenti nell’area centro-settentrionale, soprattutto nelle colline del Vulture e dell’Alto Bradano, quelle di origine africana nell’area nord-occidentale, nelle colline del materano e, più a sud, in alcune zone del Medio Agro e del Pollino.

Il grado di istruzione

Al 31 dicembre 2019, tra i 517.272 lucani di nove anni e più, il 35,3% ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale5, il 28,2% la licenza di scuola media e il 16,3% la licenza elementare. Le persone con un titolo terziario e superiore6 sono il 13,5%: il 3,8% ha conseguito un titolo di primo livello, il 9,4% uno di secondo. I dottori di ricerca residenti In Basilicata sono 1.426, pari allo 0,3%. Le persone analfabete rappresentano l’1,4% della popolazione di 9 anni e più mentre gli alfabeti privi di titolo di studio sono il 5,3%.

Tra il 2011 e il 2019 il livello dell’istruzione nella regione Basilicata è nettamente migliorato, in linea con quanto si registra a livello nazionale.

La presenza degli analfabeti è dimezzata mentre gli alfabeti privi di titolo di studio passano dal 7,5% al 5,3%. Rimane stabile (28,2%) la quota di persone con la licenza media mentre diminuisce quella di persone con la sola licenza elementare (dal 20,0% al 16,3%) a favore dei titoli di studio più alti e non obbligatori.

Infatti, i residenti lucani che hanno conseguito un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale passano dal 30,8% al 35,3%, quelli con un titolo universitario e superiore dal 10,6% al 13,5%. I possessori di un titolo terziario di primo livello salgono dal 2,6% al 3,8%, i residenti con un titolo terziario di secondo livello dal 7,7% al 9,4%. Si tratta di variazioni rilevanti anche in termini assoluti sia per i diplomati (+18 mila, +10,8%) che per i laureati di primo livello (da 14.008 a 19.539 unità, +39,5%) e di secondo livello (da 41.115 a 48.797, +18,7%).

PROSPETTO 9. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE. Anni 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e composizione percentuale

GRADO DI ISTRUZIONE

Anno 2019

Anno 2018

Anno 2011

Valori assoluti.

%

Valori assoluti.

%

Valori assoluti.

%

Fino a secondario I grado

264.767

51,2

272.069

52,2

313.140

58,6

Analfabeti

7.368

1,4

7.989

1,5

15.032

2,8

Alfabeti privi di titolo di studio

27.487

5,3

29.404

5,6

40.349

7,5

Licenza di scuola elementare

84.288

16,3

89.641

17,2

106.757

20,0

Licenza di scuola media

145.624

28,2

145.035

27,8

151.002

28,3

Secondario II grado

182.743

35,3

180.878

34,7

164.877

30,8

Terziario e superiore

69.762

13,5

68.737

13,2

56.480

10,6

Terziario I livello

19.539

3,8

18.273

3,5

14.008

2,6

Terziario II livello

48.797

9,4

48.797

9,4

41.115

7,7

Dottorato di ricerca/Alta formazione

1.426

0,3

1.667

0,3

1.356

0,3

TOTALE

517.272

100,0

521.684

100,0

534.497

100,0

FIGURA 9. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE. BASILICATA E ITALIA. Variazione percentuale anni 2011-2019

I risultati del censimento permettono di cogliere le differenze territoriali nei livelli di istruzione, come uno degli elementi cardine per una migliore conoscenza dei contesti in cui le persone vivono. L’istruzione, in quanto elemento circolare tra persone e ambiente di riferimento, è fortemente condizionata dal contesto, a partire dalla presenza sul territorio di strutture scolastiche e universitarie fino alla disponibilità di infrastrutture di mobilità adeguate.

La distribuzione dei titoli di studio è omogenea; le differenze fra le due province, infatti, non arrivano a un punto percentuale. Matera è la provincia con maggiore incidenza di diplomati (35,8%, contro il 35,1% di Potenza) e di persone con un titolo terziario e superiore (13,6%, contro il 13,4% di Potenza); a Potenza, invece si rileva la maggiore quota di persone senza titolo o con al massimo la licenza media (51,5%, contro il 50,6% di Matera).

Potenza (con il 21,1%) e Matera (18,5%) sono rispettivamente il primo e il terzo comune per incidenza di residenti con un titolo di studio terziario e superiore. Oltre ai due capoluoghi di provincia, si rilevano quote laureati superiori alla media anche in altri 16 comuni, con valori più elevati a Lagonegro (18,7%) e a Pescopagano (16,3%).

FIGURA 10. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE E PROVINCIA. BASILICATA E ITALIA. Anno 2019. Valori percentuali

La distribuzione dei titoli di istruzione per genere in Basilicata si presenta sostanzialmente in linea con quella nazionale, con una prevalenza delle donne fra le persone che al massimo hanno conseguito la licenza elementare e tra i residenti in possesso di un titolo di studio terziario e superiore.

Nel 2019, su 100 persone residenti in Basilicata con titolo di istruzione terziario e superiore le donne sono 56 e rappresentano il 14,9% delle donne con oltre 9 anni di età (56 a livello nazionale, il 15,5% della popolazione femminile di riferimento). Le donne rappresentano il 58,6% dei laureati di primo livello (Italia 59,0%), il 55,2% dei residenti in possesso di titolo terziario di secondo livello (Italia 54,7%) e il 56,7% dei dottori di ricerca (Italia 51,9%).

Lo squilibrio di genere è più marcato tra i residenti senza titolo di studio o con al massimo un diploma di scuola secondaria di I grado. Le donne rappresentano il 68,4% degli analfabeti (Italia 61,6%), il 62,9% degli alfabeti privi di titolo di studio (Italia 58,4%) e il 56,7% dei residenti in possesso della licenza elementare (Italia 58,5%); tra le persone che hanno conseguito il diploma di scuola media inferiore, invece, la quota delle donne si ferma al 45,3% (Italia 46,7%).

La distribuzione per genere è più equilibrata in corrispondenza dei diplomi di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale: le donne sono il 48,4% dei diplomati contro il 51,6% dei maschi (rispettivamente 49,7% e 50,3% in Italia).

FIGURA 11. POPOLAZIONE DI 9 ANNI E PIÙ PER GRADO DI ISTRUZIONE E GENERE. BASILICATA E ITALIA. Anno 2019. Composizione percentuale

 

La condizione professionale

Al 31 dicembre 2019, le forze di lavoro sono 243 mila, 5 mila in più rispetto al 2011 (+2,1%). L’incremento delle persone attive sul mercato del lavoro è dovuto alla crescita degli occupati (+2,3%), soprattutto fra le donne (+5,8%). Stabile il numero delle persone in cerca di occupazione, nel 2019 sono 40.997, 370 in più rispetto al precedente censimento (+0,9%). Tra le non forze di lavoro si contano 106 mila percettori di pensioni da lavoro o di rendite da capitali (-15,5% rispetto al 2011), 57 mila persone dedite alla cura della casa (-3,0%), 44 mila studenti (-7,6%) e 38 mila persone in altra condizione (+22,8%).

PROSPETTO 10. POPOLAZIONE RESIDENTE DI 15 ANNI E PIÙ PER CONDIZIONE PROFESSIONALE O NON PROFESSIONALE. Censimenti 2019, 2018 e 2011

CONDIZIONE PROFESSIONALE O NON PROFESSIONALE

2019

2018

2011

Maschi

Femmine

Totale

Maschi

Femmine

Totale

Maschi

Femmine

Totale

Forze di lavoro

143.111

100.167

243.278

144.999

101.211

246.210

142.427

95.907

238.334

Occupato/a

122.647

79.634

202.281

119.683

77.388

197.071

122.408

75.299

197.707

In cerca di occupazione

20.464

20.533

40.997

25.316

23.823

49.139

20.019

20.608

40.627

Non forze di lavoro

95.544

149.684

245.228

95.527

150.471

245.998

100.532

162.362

262.894

Percettore/rice di pensioni da lavoro o di redditi da capitale

52.112

54.019

106.131

53.611

54.748

108.359

59.482

66.088

125.570

Studente/essa

20.703

23.447

44.150

20.028

22.950

42.978

21.725

26.047

47.772

Casalinga/o

1.644

54.986

56.630

1.978

56.488

58.466

1.113

57.241

58.354

In altra condizione

21.085

17.232

38.317

19.910

16.285

36.195

18.212

12.986

31.198

TOTALE

238.655

249.851

488.506

240.526

251.682

492.208

242.959

258.269

501.228

L’aumento degli occupati ha solo leggermente attenuato il consolidato gap degli indicatori del mercato del lavoro lucano rispetto alla media nazionale.

Il tasso di attività sale al 49,8%, circa tre punti percentuali sotto il corrispondente valore dell’Italia; gli occupati rappresentano il 41,4% della popolazione di 15 anni e più contro il 45,6% della media nazionale. Più elevato, invece, il tasso di disoccupazione (16,9% Basilicata e 13,1% Italia). Le differenze sono più marcate per la componente femminile, con un tasso di occupazione (31,9%) di oltre cinque punti più basso della media nazionale e un tasso di disoccupazione (20,5%) che supera di oltre cinque punti il corrispondente valore nazionale.

PROSPETTO 11. INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO7, BASILICATA E ITALIA. Censimenti 2019, 2018 e 2011

INDICATORI

2019

2018

2011

Maschi

Femmine

Totale

Maschi

Femmine

Totale

Maschi

Femmine

Totale

Basilicata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tasso di attività

60,0

40,1

49,8

60,3

40,2

50,0

58,6

37,1

47,6

Tasso di occupazione

51,4

31,9

41,4

49,8

30,7

40,0

50,4

29,2

39,4

Tasso di disoccupazione

14,3

20,5

16,9

17,5

23,5

20,0

14,1

21,5

17,0

Italia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tasso di attività

61,5

44,0

52,5

61,7

44,0

52,6

60,7

41,8

50,8

Tasso di occupazione

54,4

37,4

45,6

53,8

36,8

45,0

54,8

36,1

45,0

Tasso di disoccupazione

11,6

15,1

13,1

12,9

16,4

14,4

9,8

13,6

11,4

Nonostante la maggiore partecipazione delle donne lucane al mercato del lavoro, testimoniata dall’aumento del 5,8% del numero delle occupate, lo squilibrio di genere permane e assume valori più ampi rispetto alla media nazionale. Nel 2019, il gap di genere del tasso di attività (40,1% per le donne e 60,0% per gli uomini) è di 20 punti, come la distanza tra il tasso di occupazione delle donne (31,9%) e quello degli uomini (51,4%); il tasso di disoccupazione delle donne (20,5%) supera di sei punti quello dei maschi (14,3%). A livello nazionale, il gap di genere è di 17 punti sia per il tasso di attività che per quello di occupazione e si ferma a quattro punti per il tasso di disoccupazione.

FIGURA 12. DIFFERENZIALI DI GENERE NEL MERCATO DEL LAVORO8, BASILICATA E ITALIA. Censimento 2019

Il tasso di disoccupazione totale e quello dei maschi sono leggermente più elevati in provincia di Potenza (il primo è pari al 41,7% a Potenza e al 41,0% a Matera; il secondo a 51,8% e 50,7%); per le donne Matera supera Potenza di pochi decimi (32,2% contro 31,7%). I livelli di disoccupazione, sia in complesso che per sesso, sono più elevati a Matera; il tasso di disoccupazione totale è pari al 18,0% a Matera e al 16,2% a Potenza, i corrispondenti valori per i maschi sono 15,9% e 13,4% a Potenza, per le donne 21,0% e 20,2%.

PROSPETTO 12. INDICATORI DEL MERCATO DEL LAVORO9 PER PROVINCIA. Censimento 2019.

PROVINCE

Tasso di attività

Tasso di occupazione

Tasso di disoccupazione

Maschi

Femmine

Totale

Maschi

Femmine

Totale

Maschi

Femmine

Totale

Matera

60,2

40,1

49,9

50,7

31,7

41,0

15,9

21,0

18,0

Potenza

59,8

40,1

49,7

51,8

32,0

41,7

13,4

20,2

16,2

BASILICATA

60,0

40,1

49,8

51,4

31,9

41,4

14,3

20,5

16,9

Rispetto all’ampiezza demografica, le maggiori quote di occupati si rilevano nei capoluoghi (45,1%) e nei comuni con più di 10 mila abitanti (41,8%). Il tasso di disoccupazione supera la media regionale nei comuni con popolazione compresa fra 5.001 e 20.000 abitanti (18,4%), è di un punto più basso della media, invece, nei comuni con non più di 5.000 residenti e nei due capoluoghi.

In provincia di Potenza i comuni con il tasso di occupazione più elevato sono Pignola (47,7%), Marsicovetere (47,6%) e Viggiano (47,4%); in provincia di Matera i valori più elevati si registrano nel capoluogo (45,9%) e a Policoro (43,5%).

Caratteristiche della popolazione secondo la classificazione dei comuni della Strategia nazionale delle aree interne

Nell’ambito della Strategia Nazionale per le Aree Interne, che costituisce una delle linee strategiche di intervento dei Fondi strutturali europei del ciclo di programmazione 2014-2020, è stata introdotta una zonizzazione del territorio nazionale basata su una “lettura policentrica del territorio Italiano, cioè un territorio caratterizzato da una rete di comuni o aggregazioni di comuni (centri di offerta di servizi) attorno ai quali gravitano aree caratterizzate da diversi livelli di perifericità spaziale”10.

La mappatura ha riguardato tutti i comuni italiani e si è sviluppata in due fasi:

  1. individuazione dei poli, rappresentati da singoli comuni (Polo) o da aggregati di comuni confinanti (Polo intercomunale) capaci di offrire, simultaneamente, tutta l’offerta scolastica secondaria, ospedali sedi di DEA di primo livello e stazioni ferroviarie Platinum, Gold o Silver;

  2. aggregazione dei restanti comuni in base alle distanze dai Poli misurate in tempi di percorrenza corrispondenti mediamente a meno di 20 minuti per le aree peri-urbane (Cintura), tra i 20 e i 40 minuti per le aree Intermedie, tra i 40 e i 75 minuti per le aree Periferiche e oltre i 75 per quelle Ultra-periferiche.

In Basilicata solo Potenza e Matera svolgono la funzione di Poli dell’offerta di servizi essenziali. Vi risiede il 22,9% della popolazione lucana; nei tre comuni classificati come Cintura il 3,6%. In complesso, quindi, solo un lucano su quattro vive in comuni classificati come Centri e può, almeno in teoria, raggiungere i tre servizi essenziali in meno di 20 minuti. Rispetto al Censimento del 2011, la popolazione dei Centri risulta sostanzialmente stabile (aumenta di 350 unità nei comuni Polo e diminuisce di 161 nei comuni Cintura).

Sono invece 126 i comuni ubicati a più di 20 minuti di percorrenza dai comuni Polo; vi risiedono 407 mila abitanti, 25 mila in meno di quelli censiti nel 2011. I comuni Intermedi e quelli periferici ogni anno perdono, mediamente, il 6‰ della popolazione, quelli Ultraperiferici l’11‰.

PROSPETTO 13. POPOLAZIONE RESIDENTE PER CLASSIFICAZIONE DEI COMUNI SECONDO LA STRATEGIA NAZIONALE DELLE AREE INTERNE. Censimenti 2019, 2018 e 2011. Valori assoluti e variazione media annua per 1.000 residenti

CLASSI

Numero comuni

Popolazione residente

Variazione della popolazione

2019

2018

2011

2019-2018

2019-2011(a)

Centri

5

146.713

147.245

146.524

-3,6

0,2

Polo

2

126.923

127.274

126.573

-2,8

0,3

Cintura

3

19.790

19.971

19.951

-9,1

-1,0

Aree interne

126

406.541

411.342

431.512

-11,7

-7,4

Intermedio

16

68.593

69.270

72.247

-9,8

-6,467

Periferico

59

238.596

241.280

251.099

-11,1

-6,4

Ultraperiferico

51

99.352

100.792

108.166

-14,3

-10,6

TOTALE

131

553.254

558.587

578.036

-9,5

-5,5

(a)  Variazione media annua geometrica (o composta)

Rispetto al 2011, il numero di stranieri residenti cresce in tutte le classi. L’intensità della variazione è però alquanto diversificata: si passa da un incremento medio annuo di 81 unità ogni mille residenti dei comuni Polo ai 52 dei comuni Ultraperifici. Queste dinamiche hanno portato a un aumento dell’incidenza della popolazione straniera, soprattutto nei comuni Polo (dal 2,0% del 2011 al 3,7% del 2019), Periferici (dal 2,4% al 4,6%) e Ultraperiferici (2,2% nel 2011 e 4,0% nel 2019).

Gli indicatori socio-demografici evidenziano significative differenze fra Centri e Aree interne:

  1. nei comuni delle Aree interne l’età media è pari a 45,9 anni ma sale a 47,1 in quelli Ultraperiferici; rispetto a chi vive nelle Aree interne, i residenti nei centri hanno circa un anno in meno; l’indice di vecchiaia è pari a 180,1 nei Centri e a 208,9 nelle Aree interne; l’indice di struttura della popolazione attiva dei comuni delle Aree interne (131,5) è di 7 punti più basso di quello dei Centri (138,3);

  2. nelle Aree interne, le quote di residenti di 9 anni e più che hanno conseguito un titolo di studio terziario (11,5%) o almeno il diploma di scuola secondaria di secondo grado (34,3%) sono inferiori alla media regionale; nei Centri, invece, la percentuale di persone con un titolo di studio terziario e superiore (18,9%) supera di oltre cinque punti la media regionale, quella dei diplomati (38,2%) di tre;

  3. le Aree interne presentano un tasso di occupazione (40,1%) inferiore alla media regionale (41,4%); il tasso di occupazione dei Centri (45,2%) supera di 3,7 punti la media regionale, quello di disoccupazione (16,2%) è più basso di circa mezzo punto.

PROSPETTO 14. INDICATORI SOCIO-DEMOGRAFICI PER CLASSIFICAZIONE DEI COMUNI SECONDO LA STRATEGIA NAZIONALE DELLE AREE INTERNE. Censimento 2019

INDICATORI

Centri

Aree interne

BASILICATA

Polo

Cintura

Totale

Intermedio

Periferico

Ultra-periferico

Totale

Incidenza della popolazione straniera

3,7

2,5

3,5

3,6

4,6

4,0

4,3

4,1

Rapporto di mascolinità

94,0

99,2

94,7

98,6

97,5

97,0

97,6

96,8

Età media

45,3

43,1

45,0

45,4

45,5

47,1

45,9

45,7

Indice di vecchiaia

188,6

132,7

180,1

193,5

199,7

245,4

208,9

200,8

Indice di dipendenza

54,4

48,8

53,6

53,7

53,7

57,3

54,6

54,3

Indice di dipendenza anziani

35,5

27,9

34,5

35,4

35,8

40,7

36,9

36,3

Indice di struttura della popolazione attiva

138,7

135,9

138,3

131,4

130,2

135,0

131,5

133,3

% Popolazione con titolo di studio di scuola sec. di II grado

38,7

35,6

38,2

34,0

34,5

34,0

34,3

35,3

% Popolazione con titolo di studio terziario

19,9

12,8

18,9

11,2

11,8

11,1

11,5

13,5

Tasso di attività a)

53,8

54,7

53,9

49,1

48,9

46,5

48,3

49,8

Tasso di occupazione a)

45,1

45,3

45,2

40,9

40,3

38,9

40,1

41,4

Tasso di disoccupazione a)

16,1

17,0

16,2

16,7

17,5

16,5

17,1

16,9

(a) Vedi nota 1 a pag. 2

Glossario

Alfabeti privi di titolo di studio: coloro che hanno dichiarato di sapere leggere e scrivere, pur non avendo conseguito la licenza di scuola elementare.

Analfabeti: coloro che hanno dichiarato di non sapere leggere o scrivere.

Cittadinanza: vincolo giuridico tra un individuo e lo Stato di appartenenza che garantisce il godimento di diritti e l’assoggettamento a particolari oneri. Viene acquisito per nascita o per naturalizzazione, mediante dichiarazione, opzione, matrimonio o altre modalità previste dalla legislazione nazionale. Ad una persona con cittadinanza doppia o multipla, nella rilevazione censuaria va assegnato un unico paese di cittadinanza, da determinare con il seguente ordine di precedenza:

  • paese dichiarante; o

  • se la persona non ha la cittadinanza del paese dichiarante: altro Stato membro dell’Ue; o

  • se la persona non ha la cittadinanza di un altro Stato membro dell’Ue: altro paese non membro dell’Unione europea.

Per “Stato membro dell’Ue” si intende un paese che è membro dell’Unione europea al tempo di riferimento dell’indagine. Nei casi di doppia cittadinanza, in cui entrambi i paesi sono Stati membri dell’Unione europea ma nessuno è il paese dichiarante, gli Stati membri determinano il paese di cittadinanza da assegnare.

Diploma di istruzione secondaria di I grado (licenza media o avviamento professionale): titolo di studio conseguito al completamento dei corsi di scuola secondaria di I grado e dopo il superamento dell’esame di stato conclusivo del primo ciclo d’istruzione.

Diploma di istruzione secondaria di II grado: comprende i diplomi di 4-5 anni (ex diploma di maturità) e i diplomi di qualifica professionale di 2-3 anni. I diplomi di 4-5 anni comprendono i titoli di studio conseguiti al termine di un percorso di studi secondari di II grado, attualmente della durata di 5 anni e dopo il superamento dell’esame di stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione. Il titolo permette l’iscrizione ad un corso di studi universitari. Per accedere ai corsi è richiesto il diploma di scuola secondaria di I grado. I diplomi di qualifica professionale di 2-3 anni comprendono i titoli di studio conseguiti al termine di un percorso di studi secondario di II grado di durata non superiore a 3 anni (istituti professionali, istituti d’arte, scuola magistrale), che non permette l’iscrizione ad un corso di studi universitario.

Dottorato di ricerca/diploma accademico di formazione alla ricerca: titolo di studio che si consegue dopo un corso di almeno 3 anni. Per accedere a tali corsi è necessario possedere una laurea magistrale/specialistica. Il diploma accademico di formazione alla ricerca si consegue dopo un corso di tre anni. Per accedere a tali corsi è necessario possedere il diploma accademico di II livello.

Età media della popolazione: l’età media della popolazione residente a una certa data, espressa in anni e decimi di anno. È ottenuta come media ponderata con pesi pari all’ammontare della popolazione in ciascuna classe di età.

Forze di lavoro: persone di 15 anni e più, occupate e disoccupate.

Inattivi: persone di 15 anni e più che non fanno parte delle forze di lavoro, cioè quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione (disoccupate). Rientrano nella categoria:

  • coloro che non hanno cercato lavoro nelle ultime quattro settimane e non sono disponibili a lavorare entro due settimane dall’intervista;

  • coloro che pur non avendo cercato un lavoro nelle ultime quattro settimane si sono dichiarati disponibili a iniziare un lavoro entro due settimane dall’intervista;

  • coloro che hanno cercato un lavoro nelle ultime quattro settimane, ma che non sono disponibili a iniziare un lavoro entro due settimane dall’intervista (forze lavoro potenziali).

Indice di dipendenza strutturale: rapporto tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e oltre) e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100.

Indice di dipendenza strutturale degli anziani: rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione in età attiva (15-64 anni), moltiplicato per 100.

Indice di struttura della popolazione attiva: rapporto percentuale tra la popolazione in età 40-64 anni e la popolazione in età 15-39 anni

Indice di vecchiaia: rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e la popolazione di età 0-14 anni, moltiplicato per 100.

Istruzione terziaria: comprende titoli di istruzione terziaria di I e II livello

Istruzione terziaria di I livello (titolo di): rientrano in questa modalità i seguenti titoli: diploma universitario, diploma rilasciato da una scuola diretta a fini speciali, altro diploma terziario non universitario del vecchio ordinamento, laurea di I livello e diploma accademico Afam di I livello.

Istruzione terziaria di II livello (titolo di): rientrano in questa modalità i seguenti titoli di studio: la laurea magistrale/specialistica (biennale, a ciclo unico, diploma di laurea di 4-6 anni), il diploma di accademia di belle arti, danza, arte drammatica, Isia, ecc., conservatorio (vecchio ordinamento) precedente la riforma del settore Afam (legge 508/99) e il diploma accademico di alta formazione artistica, musicale e coreutica (Afam) di II livello.

Istruzione terziaria e superiore: comprende l’istruzione terziaria, il dottorato di ricerca e il diploma accademico di formazione alla ricerca

Licenza di scuola elementare: titolo di studio che corrisponde al completamento del primo grado del sistema scolastico.

Licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale: titolo di studio che corrisponde al completamento del secondo grado del sistema scolastico e rappresenta la conclusione del primo ciclo di istruzione.

Popolazione residente: popolazione costituita dalle persone aventi dimora abituale in ciascun comune, anche se alla data del censimento sono assenti perché temporaneamente presenti in altro comune italiano o all’estero.

Rapporto di mascolinità: rapporto percentuale tra il numero di persone di sesso maschile e il numero di persone di sesso femminile.

Tasso di attività: rapporto percentuale tra le persone appartenenti alle forze di lavoro (occupati e disoccupati) in una determinata classe di età (in genere 15-64 anni) e la popolazione totale di quella stessa classe d’età.

Tasso di occupazione: rapporto percentuale tra gli occupati di una determinata classe d’età (in genere 15-64 anni) e la popolazione residente totale della stessa classe d’età.

Tasso di disoccupazione: rapporto percentuale tra i disoccupati in una determinata classe d’età (in genere 15 anni e più) e l’insieme di occupati e disoccupati (forze di lavoro) della stessa classe d’età.

1 Non essendo ancora disponibili i dati per condizione professionale e classe di età, i valori e gli indicatori relativi al mercato del lavoro sono sempre riferiti alla popolazione con 15 anni e più, anziche alla popolazione in età 15-64 anni.

2 Cfr. nota tecnica disponibile all’indirizzo https://www.istat.it/it/archivio/251687

3 Variazione media annua geometrica (o composta).

4 I comuni in crescita (o decrescita) sistematica sono quelli per i quali la popolazione ai censimenti ha fatto sempre registrare una crescita (o decrescita). L’inversione demografica, verso la crescita o decrescita, viene valutata rispetto agli ultimi due intervalli intercensuari (2001-2011 e 2011-2019). Sono classificati con “Nessuna tendenza”. i comuni con una tendenza demografica alternata tra crescita e decrescita.

5 Comprende la qualifica 2/3 anni, l’attestato di qualifica professionale e il diploma professionale IFP, la maturità di 4/5 anni e il Certificato di specializzazione tecnica superiore IFTS.

6 La categoria ‘Terziario’ comprende i titoli teriziari di primo livello, quelli di secondo livello, il dottorato di ricerca e i titoli rilasciati dalle scuole di alta formazione alla ricerca. I titoli terziari di primo livello includono il Diploma di tecnico superiore ITS, la Laurea o il Diploma accademico AFAM di primo livello, il Diploma universitario (2-3 anni), la Scuola diretta a fini speciali, altro diploma terziario non universitario. Il diploma terziario di secondo livello include la Laurea magistrale/specialistica (biennale, a ciclo unico, diploma di laurea di 4-6anni), il Diploma accademico di secondo livello (compresi i titoli del vecchio ordinamento – livello unico).

7 Vedi nota 1 a pag. 2

8 Vedi nota 1 a pag. 2

9 Vedi nota 1 a pag. 2

10 DPS, Le aree interne: di quali territori parliamo? Nota esplicativa sul metodo di classificazione delle aree (http://old2018.agenziacoesione.gov.it/opencms/export/sites/dps/it/documentazione/Aree_interne/Nota_metodologica_Aree_interne.pdf)

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