2 MESI E MEZZO SENZA GIUNTA
LOMUTI CHIEDE INFORMATIVA URGENTE AL GOVERNO
Tra siccità e grandine sembra che i nostri agricoltori siano puniti due volte. Sembra, perchè c’è una terza punizione: oggi, i problemi della politica lucana non sono gli agricoltori ma la distribuzione delle poltrone. Il bello è che anche in questa disciplina il centrodestra evidenzia la sua incapacità politica trovare trovare i giusti “equilibri” per dare vita finalmente a un esecutivo che cominci subito a lavorare per i suoi 562 mila e 726 abitanti e non per una manciata di portatori di interessi personali tra eletti e non alle ultime elezioni.
A partire dalla dichiarazione dello stato di calamità per l’agricoltura lucana a causa della perdurante siccità, come chiedono gli agricoltori. Ma per farlo serve una Giunta che oggi, dopo 2 mesi e mezzo dalle elezioni regionali, non esiste ancora.
Ma dopo aver affrontato l’urgenza, serve risolvere il problema per non tornare all’emergenza siccità e bisogna farlo seriamente perchè la crisi non è solo climatica, ma riguarda soprattutto la cattiva gestione degli enti idrici lucani, da sempre con preoccupanti conti in rosso.
Già da circa un mese, attraverso un atto ispettivo, ho denunciato il problema siccità chiedendo “quali iniziative di competenza intenda assumere, con somma urgenza, per rispondere all’emergenza idrica che sta interessando la Basilicata e se non valuti opportuno, oltre ai sostegni diretti, adottare iniziative di competenza finalizzate a sospendere alcuni termini tributari e contributivi nei confronti degli imprenditori impegnati nel comparto agroalimentare della regione”. Ovviamente dal Governo nessuna risposta.
Oggi, dinanzi a una vera e propria catastrofe, serve azzerare a tutti gli agricoltori, due anni di canoni irrigui: l’attuale e il prossimo.
Serve riparare con urgenza lo sbarramento della diga di Senise per recuperare immediatamente 250 milioni di metri cubi.
Ma la regione deve fare ciò che non ha ancora fatto: adoperarsi contro lo scippo dell’acqua che sta avvenendo con la privatizzazione delle acque lucane iniziato dal governo Meloni con la realizzazione di Acqua SpA.
Serve eliminare la troppa burocrazia determinata dai troppi enti creati più per clientelismo che per buona politica. Bisogna ridurre il loro numero, risanare l’indebitamento e rendere più chiara e trasparente la loro gestione.
Infine, bisogna che la Regioni si adoperi per riuscire a utilizzare fino all’ultimo euro dei fondi del Pnrr per rinnovare la rete idrica che oggi si presenta come vero colabrodo con sprechi di acqua che non possiamo permetterci i cui costi sono sempre a carico dei lucani.
Ma senza un esecutivo regionale, a chi dobbiamo indirizzare le nostre proposte per affrontare questa grave crisi?
Durante la campagna elettorale, è stato mendicato il voto ai cittadini ma una volta eletti, di colpo i lucani non esistono più.
Prima bisognava aspettare le elezioni europee, poi le comunali, specialmente quelle del comune capoluogo di Potenza, poi i ballottaggi. Oggi Bardi non trova la quadra tra le forze di maggioranza che l’hanno sostenuto per via della distribuzione dei posti di comando.
Non ci resta che sperare nel consiglio del 5 luglio (siamo già al terzo rinvio) perchè oltre al tema dell’acqua, i lucani aspettano iniziative serie a partire dal riordino della sanità pubblica e dalla crisi Stellantis.
Per questi motivi ho chiesto una informativa urgente al Governo perchè venga a riferire nell’aula di Montecitorio su questa vicenda vergognosa che rappresenta un oltraggio ai danni dei lucani.
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