” Per un nuovo modello sociale….oltre lo Stato . La risorsa sociale “,svoltosi presso l’Aula Magna della Biblioteca Nazionale di Potenza, nella relazione assegnatami sul tema “La risorsa del privato sociale”, ho tentato  

di soffermarmi sui drammatici problemi ,sottesi alla crisi , lunga e complessa, che attraversa la società e che fondamentalmente si sintetizza nel lavoro che manca, non solo perché si perde, ma perché cambia

 

Un qualsivoglia modello di sviluppo che si intende perseguire non può più prescindere dalla ridefinizione dei bisogni e di quelli che insistono particolarmente sul territorio in cui si risiede che, per quanto ci riguarda, ha una specifica connotazione attestata sulla denatalità e sull’incremento delle persone anziane, con alcune migliaia di questi ultimi di ritorno nella regione di origine,a causa della modestia del reddito con cui devono sbarcare il lunario; a ciò si aggiunge il fenomeno in costante crescita della emigrazione dei “cervelli”, il cui investimento in cultura viene ad essere vanificato, con ovvia ripercussione sul complessivo impoverimento del territorio, in quanto la loro partenza è quasi sempre senza ritorno.

Infatti, se ieri partivano i ” bicipiti “,con l’accortezza di lasciare sul territorio ” le vedove bianche”a cui facevano pervenire le rimesse dall’estero; oggi partono i ” cervelli ” che , essendo senza ritorno, vanificano l’investimento che si è fatto per acculturarli.

 Da questo semplice assunto l’importanza che bisognerebbe assegnare al cosiddetto Privato Sociale, proprio in ragione dei Servizi che va a rendere alla collettività ed alla Persona , spesso non a supporto ma sostituendosi al compito spettante alle Istituzioni; un Privato Sociale identificabile per lo più nelle Associazioni “non profit” del Terzo Settore che stenta a farsi riconoscere vuoi dallo Stato, vuoi dal Mercato, sebbene solo in Basilicata è composto da oltre 700 Associazioni e la più parte iscritte nello speciale registro regionale.

Un ruolo di supplenza, quindi , che è costretto a scontrarsi con una società mutevole , a fronte di Istituzioni statiche e conservatrici, quali in special modo il Sistema Scolastico e quello del Mercato del Lavoro; questi non si raccordano fra di loro, né esiste alcun momento di incontro fra Domanda ed Offerta di lavoro.

 Occorrerebbe , di contro, creare spazi e strumenti per sostenere tante possibili micro-imprese, capaci di creare e di inventare momenti di lavoro ed occupazionali ; su questo terreno molto può essere fatto dal Privato Sociale , specie grazie all’impegno del CSV ( Centro Servizi al Volontariato ) , chiamato ad operare sotto l’attento controllo del Comitato di Gestione del Volontariato, e che favorisce l’implementazione del tessuto associazionistico, anche mediante le Reti Territoriali; uno sforzo che dovrebbe essere successivamente continuato, vuoi dallo stesso CSV, semmai adeguatamente finanziato e non solo dalle Fondazioni Bancarie ma dalla Massima Istituzione Locale; vuoi da strumenti diversi come la Cooperazione ( che in parte pure ci tenta ), ma dal Sistema Creditizio e fino al cosiddetto Comitato di Coordinamento Istituzionale per le Politiche del Lavoro che , paradossalmente, lo ignora , come è avvenuto in occasione dell’evento materano del giugno scorso.-

 Privato Sociale l’equivalente di Risorsa per il rilancio dell’Economia, come da sempre avverte il Prof. Stefano Zamagni, attraverso il concetto di cittadini attivi che sappiano mobilitarsi, come indica Giovanni Moro di Cittadinanza Attiva , per la tutela dei diritti e per prendersi cura del ” Bene Comune”.

 Bene Comune che passa attraverso un insieme complesso di materie : dalla qualità ambientale con l’implementazione del Turismo Sociale ; dall’uso appropriato del territorio recuperando l’insieme incolto ed abbandonato dei terreni demaniali ,impiantandovi fattorie sociali ;dalle risorse naturali , pensando e lavorando sulla salubrità dei fiumi , dei laghi, etc; dalla vivibilità urbana con città a misura d’uomo, insediando orti cittadini , ma anche attraverso la gestione di piste e di palestre; dal sapere diffuso favorendo la fruizione delle biblioteche e delle pinacoteche, ma più in generale dei tanti e spesso ignorati giacimenti culturali di cui il territorio è ricco; dalla salute con progetti di formazione ed informazione al cittadino per una corretta prevenzione e cura delle patologie, e fino ad occasioni di recupero dalla condizione di handicap, come recentemente è avvenuto attraverso il coinvolgimento di ragazzi dawn in un progetto di ristorazione nel Centro Storico di Potenza.

 Uno spaccato certamente non esaustivo, ma che va assolutamente considerato , semmai rivedendo la complessa normativa legislativa , a ciò impegnando seriamente la dirigenza politica locale, forse troppo ripiegata su altri segmenti dello sviluppo che , sebbene non vanno abbandonati ,in quanto lo sviluppo per essere tale deve necessariamente di tipo integrato ; dirigenza politica che ,come avverte Carlo Borgomeo – Presidente della Fondazione per il Sud – nel suo pregevole libro ” L’equivoco del Sud”, andrebbe recuperata anche e soprattutto dal notevole patrimonio di quadri e dirigenti formatisi in quel ricco serbatoio rappresentato dal Terzo Settore.

Infatti, la sensazione che si avverte in questo particolare periodo storico , fatto di scarsa credibilità della Politica, come dimostra il fenomeno preoccupante dell’astensionismo verificatosi alle ultime elezioni regionali, è che si va verso l’avverarsi della profezia di don Milani : ” Quando i nani allungano le ombre siamo al tramonto !”.

Un tramonto, quello della Basilicata puntualmente ed egregiamente descritto nel suo libro “Diario dal viale del tramonto – Basilicata 2000-2013” dal giornalista Mario Restaino.

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