Il commissario del servizio di gestione integrata dei rifiuti e la dirigente dell’Ufficio Prevenzione e Controllo ambientale della Regione hanno risposto alle domande del presidente Pagliuca auditi Altobello e Bruno

Prima riunione della Commissione Fenice dopo la pausa estiva. Quest’oggi sono stati auditi il commissario unico del servizio di gestione integrata dei rifiuti, Sabino Altobello, e il dirigente dell’ufficio Prevenzione e Controllo ambientale, del Dipartimento Ambiente e Territorio, Maria Carmela Bruno in merito alle condizioni di esercizio dell’impianto di incenerimento dei rifiuti del termodistruttore di Melfi.

Diversi i quesiti formulati dal presidente della Commissione Pagliuca ai presenti. Rivolgendosi al commissario Altobello, il presidente ha chiesto di sapere se ci sono state procedure di evidenza pubblica che hanno consentito a Fenice di svolgere un servizio come quello dello smaltimento dei rifiuti provenienti dai Comuni della Basilicata. A tal riguardo Altobello ha risposto che non vi sono atti giuridici, e che l’impianto Fenice viene individuato dal Piano regionale dei rifiuti risalente al 2001. Ha aggiunto che i Comuni conferiscono i rifiuti “tal quale” in virtù di ordinanze o determine; attualmente il conferimento avviene per effetto di una determina della Provincia di Potenza. Il commissario dell’Ato rifiuti ha anche detto che non è stato mai approvato un piano d’Ambito e la relativa tariffa e che, attualmente, il conferimento a Fenice avviene a prezzi più bassi rispetto al conferimento alla discarica di Venosa, centro abilitato alla pre-selezione dei rifiuti.

Il commissario, con dati alla mano che partono dal 2005 fino a giungere al 2012, ha fornito un quadro dettagliato del flusso dei rifiuti smaltito presso l’impianto di Fenice. Dati – ha sottolineato – che testimoniano la necessità del termodistruttore, soprattutto in questo momento con gli impianti di smaltimento di Lauria e Potenza fuori uso. Con i dati oggi a disposizione sul primo quadrimestre del 2012, addirittura temiamo di non riuscire a smaltire i rifiuti prodotti in Basilicata, considerato che ne produciamo 35mila tonnellate contro una capacità di smaltimento che si attesta sulle 25mila tonnellate. Il tema principale – ha poi affermato Altobello – è quello di mettere a punto un nuovo modello di “governance”, considerato che il modello individuato dalla legge regionale n. 33 del 2010 appare insufficiente. La Conferenza interistituzionale, non avendo personalità giuridica sarebbe impossibilitata ed effettuare la scelta del soggetto gestore.

Alla dirigente dell’ufficio Prevenzione e Controllo, Pagliuca, facendo riferimento all’inquinamento delle falde acquifere, ha chiesto se, al momento, si è raggiunto uno stato di tranquillità, nel senso che quanto viene stabilito viene attentamente osservato. Maria Carmela Bruno ha risposto che il piano di monitoraggio, sicuramente più serrato, è in atto e che la Regione segue attentamente quanto accade presso il termodistruttore. Per il futuro, ha precisato la dirigente, la Regione, in considerazione delle vulnerabilità riscontrate in questi anni, predisporrà che le autorizzazioni prevedano un controllo più dettagliato. Pagliuca ha poi chiesto delucidazioni sul tipo di rifiuto che Fenice smaltisce, su come vengono gestite le fasi di monitoraggio e controllo, se i rifiuti giungono preselezionati e/o se la selezione avviene presso il termodistruttore. La Bruno ha affermato che l’autorizzazione prevedeva che Fenice dovesse eliminare dai rifiuti l’eventuale presenza di materiale pericoloso e che per quanto contestatogli ha individuato la causa di contaminazione delle falde acquifere. Sicuramente, ha fatto presente la dirigente, per effetto degli interventi attuati, vi è stata una diminuzione della concentrazione dei contaminanti, con particolare riferimento al mercurio.

La dirigente, su precisa domanda, ha sottolineato una competenza della Regione, trasferita ad Arpab dal 2003, solo in materia di monitoraggio degli effetti prodotti dal funzionamento dell’impianto e non di controllo sull’esercizio dell’impianto stesso, funzione attestata in capo alla Provincia. Il presidente Pagliuca ha quindi evidenziato che la Provincia avrebbe dovuto sapere se Fenice provvedeva ad inviare al forno a griglia i rifiuti urbani al netto di presenza di sostanze pericolose. Pagliuca ha inoltre fatto notare che il Dec – Via riteneva idoneo il forno a griglia allo smaltimento del solo rifiuto urbano preselezionato e non del “tal quale”, cosa che è avvenuta in modo pressoché ininterrotto dal 2000 ad oggi.

La Regione – ha concluso la dirigente – sta predisponendo l’adeguamento al piano di gestione dei rifiuti, in cui verranno contemplate altre modalità di recupero e riciclaggio dei rifiuti oltre alla termovalorizzazione.

I lavori della Commissione proseguiranno nella giornata di domani con l’audizione del responsabile dell’Asp e del direttore generale del Crob per affrontare i temi più delicati dell’eventuale incidenza sulla salute delle attività di Fenice.

Potenza, 5 settembre 2012

Prima riunione della Commissione Fenice dopo la pausa estiva. Quest’oggi sono stati auditi il Commissario unico del servizio di gestione integrata dei rifiuti, Sabino Altobello, e il Dirigente dell’ufficio Prevenzione e Controllo ambientale, del dipartimento Ambiente e Territorio, Maria Carmela Bruno in merito alle condizioni di esercizio dell’impianto di incenerimento dei rifiuti del termodistruttore di Melfi.

Diversi i quesiti formulati dal presidente della Commissione Pagliuca ai presenti. Rivolgendosi al Commissario Altobello, il presidente ha chiesto di sapere in base a quale atto giuridico Fenice può smaltire i rifiuti provenienti dai comuni della Basilicata. A tal riguardo Altobello ha risposto che non vi sono atti giuridici, e che Fenice viene individuato dal Piano regionale dei rifiuti risalente al 2001. Il Commissario, con dati alla mano che partono dal 2005 fino a giungere al 2012 ha fornito un quadro dettagliato del flusso dei rifiuti smaltito presso l’impianto di Fenice. “Dati – ha sottolineato – che testimoniano la necessità del termodistruttore, soprattutto in questo momento con gli impianti di smaltimento di Lauria e Potenza fuori uso. Con i dati oggi a disposizione sul primo quadrimestre del 2012, addirittura temiamo di non riuscire a smaltire i rifiuti prodotti in Basilicata, considerato che ne produciamo 35mila tonnellate contro una capacità di smaltimento che si attesta sulle 25mila tonnellate. Il tema principale – ha poi affermato Altobello – è quello di dare un governo alla gestione dei flussi dei rifiuti. La governance ha pensato alla Conferenza interistituzionale (L.R. 33/2010), che è un semplice luogo di incontro-consultazione, ciò che invece è necessario è un soggetto dotato di personalità giuridica che può essere la Provincia, la Regione o l’unione dei Comuni, un soggetto capace di gestire in concreto l’attività legata allo smaltimento dei rifiuti”.

Alla dirigente dell’ufficio Prevenzione e controllo, Pagliuca facendo riferimento all’inquinamento delle falde acquifere, ha chiesto se, al momento, si è raggiunto uno stato di tranquillità, nel senso che quanto viene stabilito viene attentamente osservato. La Bruno ha risposto che il piano di monitoraggio, sicuramente più serrato, è in atto e che la Regione segue attentamente quanto accade presso il termodistruttore. Per il futuro, ha precisato la dirigente, la Regione, in considerazione delle vulnerabilità riscontrate in questi anni, predisporrà che le autorizzazioni prevedano un controllo più dettagliato. Pagliuca ha poi chiesto delucidazioni sul tipo di rifiuto che Fenice smaltisce, su come vengono gestite le fasi di monitoraggio e controllo, se i rifiuti giungono preselezionati e se la selezione avviene presso il termodistruttore. La Bruno ha affermato che l’autorizzazione prevedeva che Fenice dovesse eliminare dai rifiuti l’eventuale presenza di materiale pericoloso e che per quanto contestatogli ha individuato la causa di contaminazione delle falde acquifere. Sicuramente, ha fatto presente la dirigente, per effetto degli interventi attuati, vi è stata una diminuzione della concentrazione dei contaminanti, con particolare riferimento al mercurio.

La Regione – ha concluso la dirigente – sta predisponendo l’adeguamento al piano di gestione dei rifiuti, in cui verranno contemplate altre modalità di recupero e riciclaggio dei rifiuti oltre alla termovalorizzazione”.

Loading