Attraverso un comunicato prima e un’interrogazione poi, presentata lo scorso martedì, il movimento Io Amo la Lucania aveva prefigurato uno scenario sulla ripartizione dei PIOT e in particolare sulla “mortificazione” che avrebbe subito la M di Melfi e che oggi si è rivelato realtà.Una denuncia che il movimento aveva fatto utilizzando il condizionale, quel tempo verbale che invece, stando alla cronaca si è trasformato in presente.
Non si comprende, infatti, come mai soltanto la M di Melfi abbia avuto una riduzione sull’importo programmatico (15.000.000 di euro) di un terzo (e quindi meno 5.000.000 di euro) rispetto invece a quanto era stato richiesto a seguito del bando pubblicato alla fine dello scorso anno e rispetto alle altre 3 M (Matera, Maratea, Metaponto).
Risulta doveroso chiedere quali siano stati, e se ci sono stati, i parametri oggettivi utilizzati e a favore di chi?
Una scelta, quella del governo regionale che di fatto oggi penalizza fortemente le meritevoli attività di concertazione svolte sul territorio del nord Basilicata, le quali hanno indotto a concepire un piano di sviluppo unico, coerente che soprattutto concentra le risorse su unico grande investimento pubblico nell’ area di Monticchio.
Quest’ ultima rimane così un’atavica emergenza regionale, una cenerentola che si vedrà ulteriormente ridotta il finanziamento pubblico da 3.750 a 2.500 euro, ben il 25%.
A questa analisi va aggiunto poi il nostro dare atto a Nicola Manfredelli quando, nel suo attacco allo stesso movimento per cui lui si è battuto nelle scorse regionali e che invece oggi continua ad andargli contro, parla di “multipolarità del territorio, essenziale per chiunque abbia a cuore il bene comune di tutti i lucani”. Ma allo stesso tempo è chiaro che il suo intervento sia animato più da una visione di parte che da un’attenta lettura della nota diffusa dal movimento che voleva serietà ed omogeneità di valutazione da parte della Regione, senza con questo vedere penalizzare la vivacità dei territori.
Ma questa è solo una doverosa precisazione.
Quello che al movimento interessa è capire perché la Regione Basilicata non abbia rispettato i contenuti del Piano turistico rispetto ai grandi poli di attrazione e quale sia stato il parametro di comparazione tra le quattro M nell’assegnazione degli importi.
La risposta a queste domande si spera non stia nelle parole del governatore De Filippo quando parla di “tagliare fino all’ultimo centesimo il superfluo e assicurare allo sviluppo le necessarie risorse economiche” e dunque nella scelta da parte della Regione di mortificare realmente soltanto una zona; quella dell’area Nord e a scanso di equivoci, sottolineo quella del Vulture Melfese.
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