de filippo vitinsediamento acquaSei mesi di tempo per ridisegnare il sistema idrico lucano, inquadrando nel contesto normativo nazionale le volontà politiche regionali di garantire la natura pubblica dell’acqua, e salvaguardare anche la gestione pubblica della stessa con un modello che continui a perseguire, come è stato fino ad oggi, efficienza ed economicità, ma partendo dalla constatazione che “in una Regione grande come la Basilicata ma con i suoi bassi indici democratici, non è pensabile coprire tutti i i costi del servizio con le sole tariffe riscosse dagli utenti”.

E’ questo il mandato che il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha consegnato questa mattina ai componenti del Comitato tecnico interistituzionale che dovrà formulare la proposta della nuova legge regionale in materia di risorse idriche ed ha al suo interno, oltre ai dipartimenti regionali, Autorità di Bacino idrico, Aato, Acquedotto Lucano, Acqua Spa e Consorzi di Bonifica.

“Per noi – ha detto De Filippo – la natura pubblica sia della risorsa idrica che della sua gestione non è in discussione per svariati motivi. Innanzitutto gestire bene la risorsa idrica vuol dire utilizzare meno e meglio l’acqua e questo confligge con gli interessi di un gestore privato che, perseguendo il profitto, sa bene che più utilizzo vuol dire più ricavi. Ancora – ha continuato il presidente – dobbiamo assicurare l’equilibrio economico al sistema anche attraverso la previsione dell’eventuale riconoscimento di risorse pubbliche laddove gli introiti non siano sufficienti a coprire i costi operativi. Portare l’acqua anche in zone poco densamente popolate sarebbe un’operazione non conveniente dal punto di vista economico per un privato e noi siamo una regione con un territorio grande il doppio di quello della Liguria, ma con appena 600mila abitanti”.

In Basilicata c’è l’esigenza di portare avanti quello che il presidente ha definito “un sistema virtuoso, con Acquedotto Lucano che ha avviato iniziative consistenti, ottenendo risultati apprezzabili” ma di adeguare il modello di funzionamento alle nuove norme nazionali che impongono, ad esempio, il superamento delle Autorità di ambito territoriale ottimale (Aato). “Dobbiamo valorizzare la positiva esperienza avviata – ha detto il presidente – che fino ad oggi, ad esempio, ci ha consentito di ottenere fondi aggiuntivi per oltre 20 milioni sul Por 2000/2006, quasi 32 milioni extra con l’accordo di Programma Governo-Regioni sull’acqua, e altri 37 milioni di euro come premialità del Cipe per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle perdite idriche e aumento di acque depurate, ma dobbiamo andare anche oltre, come si sta facendo, ad esempio, con il positivo accordo tra Società energetica Lucana e Acquedotto Lucano per lavorare sulle energie rinnovabili al fine di ridurre i costi delle spese di sollevamento idrico, rendendo la gestione sempre più efficace ed efficiente. E il disegno sulla gestione idrica ”.

Un’attenzione particolare il presidente l’ha poi riservata all’Eipli (Ente irrigazione Puglia, Lucania Irpinia) che gestisce alcuni impianti di accumulo in Basilicata “una realtà commissariata dal governo – ha detto – che non abbiamo potuto convocare, e sulla quale a livello centrale non sembrano esserci idee chiare. Ma dobbiamo prepararci anche a definire un modello di funzionamento del sistema che si interfacci con questa realtà nella quale aspettiamo di capire come la Regione sarà rappresentata. Perché mentre si discute di federalismo – ha concluso – è impensabile che in un soggetto che gestisce sistemi di accumulo sul nostro territorio la Regione non sia adeguatamente rappresentata”.

Quanto al modello di funzionamento del Comitato insediato, De Filippo ha chiesto uno stretto raccordo “con report anche settimanali sull’attività svolta” per contemperare meglio le scelte tecniche con gli indirizzi politici.

 

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