Il documento approvato ribadisce il no all’accorpamento delle Province di Potenza e Matera. “Per dimensione potrebbero essercene quattro e l’unico ente non garantirebbe risparmi che siamo interessati comunque a perseguire con altre soluzioni”.

Ribadita l’esigenza di conservare identità e coesione territoriale, con processi di razionalizzazione del sistema di governance già avviati. L’accorpamento delle due province lucane porterebbe a creare la più estesa provincia d’Italia, dimensione che non darebbe garanzia di riduzione dei costi dovendo comunque garantire i servizi ai cittadini, mentre sarebbe possibile, anche con il concorso delle autonomie locali lucane, individuare altri modelli gestionali che garantiscano servizi e risparmi con il mantenimento di entrambe le province. Con questa motivazione la Conferenza delle Autonomie locali di Basilicata, chiamata a formulare una proposta sul riassetto degli enti in regione, ha deciso di insistere, senza subordinate, per la conservazione sia della Provincia di Potenza che di quella di Matera.

Nel documento approvato all’unanimità, si fa presente come la coincidenza territoriale tra Regione e Provincia, che si avrebbe con la mera applicazione dei parametri statali, sarebbe “fonte di notevoli e numerose complicazioni” con “evidente rischio di sovrapposizione, di concorrenza e conflittualità”. Inoltre la Basilicata, nonostante abbia una dimensione geografica “tale da poter prevedere ben quattro Province secondo il parametro territoriale” previsto dalle stesse norme, con l’accorpamento darebbe vita alla provincia “più estesa d’Italia, con evidenti e negative ricadute sull’esigenza di garantire un ottimale servizio ai territori in settori delicata quali la scuola, i trasporti, la pianificazione”.

“Inoltre – osserva la Cal – non è dimostrabile che un’unica provincia in un territorio regionale così vasto, possa automaticamente cogliere il fondamentale obiettivo del risparmio, in particolare con riferimento alla necessità del mantenimento dei servizi pubblici essenziali”, obiettivo che, invece, spiega la Conferenza, potrebbe essere raggiunto con “altri modelli gestionali” che preservino comunque la pluralità della province..

Il documento approvato pone l’accento in particolare sull’unità amministrativa della Basilicata, sottolineando come la Regione da tempo ha avviato una profonda revisione e riforma del sistema istituzionale, “ha eliminato enti, ne ha aggregato altri e altri ancora li ha riformati” avviando anche “un complesso percorso per chiamare a protagonismo e responsabilità i territori in un assetto policentrico” tale da “mantenere in un fruttuoso equilibrio centri e periferie del vasto territorio regionale”.  Sulla stessa linea, chiarisce il documento, anche il riordino delle province della Basilicata non può prescindere dalla “coesione regionale quale condizione per la conservazione della sua identità e per il suo ulteriore sviluppo” e in proposito la Conferenza ha anche formulato una raccomandazione alle città di Potenza e Matera “di sviluppare, anche recependo lo spirito del comma 4 bis dell’art.17 della normativa (quello che prevede un lavoro congiunto per l’individuazione dei nuovi assetti, ndr), una riflessione nelle sedi più opportune tale da poter favorire un accordo a tutela della coesione territoriale e sociale dell’intero territorio regionale”.

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