Dare voce alle ragioni della Basilicata nella progettazione del federalismo, cercando quella saldatura con le esigenze delle altre regioni indispensabile affinchè anche la voce di una piccola realtà possa trovare accoglimento. E’ quanto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, è impegnato a fare a Roma, nella sua duplice veste di Presidente della Regione Basilicata e membro dell’Ufficio di Presidenza della Conferenza delle Regioni, partecipando oggi alla riunione dei presidenti per definire una posizione comune e domani al confronto ci ministro Calderoli e Tremonti per ottenere le necessarie variazioni nel decreto legislativo predisposto dal governo sulla fiscalità federale.

Il provvedimento governativo, infatti, così come è strutturato al momento potrebbe portare alla Basilicata, e a tutto il Mezzogiorno, un triplice svantaggio, ossia una forte riduzione delle entrate, un netto aumento della tassazione e uno squilibrio della competitività territoriale in favore delle zone italiane tradizionalmente più forti.Ad essere oggetto di una valutazione negativa è in particolare lo spostamento della base impositiva delle Regioni dai consumi alla produzione che si avrebbe con un taglio dell’aliquota dell’Iva destinata alle Regioni (si passerebbe dal 44% al 25 %) a fronte della possibilità delle Regioni stesse di prevedere un’addizionale Irpef fino al 3%. Il taglio delle risorse dell’Iva nelle Regioni meridionali, per evitare un abbattimento delle risorse disponibili che pregiudicherebbe le politiche di sviluppo, imporrebbe un automatico aumento al massimo dell’addizionale che, in pratica, vorrebbe dire un aumento netto delle tasse per i cittadini. E, ovviamente, dove è più contenuta la base imponibile Irpef (come è chiaro essere nelle regioni piccole) più l’addizionale al 3% sarebbe scontata.Ma non è tutto. Perché nella nuova redistribuzione delle risorse fiscali si potrebbe creare il paradosso di una sorta di “fiscalità di vantaggio” nelle aree più forti del Paese. Non solo, infatti, lì l’Irpef potrebbe non avere quelle addizionali, ma potrebbe essere azzerata, o almeno ridotta fortemente, anche l’Irap (Imposta Reddito Attività Produttive). La bozza di decreto legislativo, infatti, prevede questa possibilità, ma, ovviamente, ciò sarebbe possibile solo per quelle realtà che hanno le risorse necessarie. Il che vale a dire che, con il taglio dell’aliquota Iva, la Basilicata, e in generale il Mezzogiorno, sarebbero nella necessità di non rinunciare al gettito Irap (inoltre frutto di una base imponibile ancora una volta più contenuta rispetto ad altre aree), mentre le Regioni più “forti” potrebbero rinunciarvi, offrendo un “vantaggio localizzativo” che renderebbe anche sotto l’aspetto fiscale più conveniente fare impresa in Lombardia o in Emilia piuttosto che in Basilicata o in Calabria.Alla luce di queste valutazioni è evidente l’importanza per la Regione Basilicata di questi due giorni di lavoro romano del Presidente De Filippo. Il governatore dovrà prima trovare una saldatura tra le diverse esigenze in seno alla Conferenza (a cui sottoporrà anche le risultanze delle simulazioni sulla variazione delle entrate con il sistema attuale e quello proposto dal decreti effettuate dagli uffici regionali) e domani, a nome di tutte le Regioni, sottoporre l stesse perplessità agli esponenti del Governo. “Sono certo – ha detto De Filippo – che non sia interesse di nessuno accentuare le condizioni di disequilibrio tra le varie aree del Paese, ma proprio per questo – ha concluso – è necessario lavorare approfonditamente e per tempo per far sì che il federalismo rappresenti un’opportunità per tutti, anzi prima per chi è in condizione di ritardo di sviluppo, e non un vantaggio per alcune zone del Paese in danno di altre”.

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