DIP. AMBIENTE SU PRESUNTE ATTIVITÀ ESTRATTIVE NEL MATERANO

In relazione ai contenuti di un comunicato su presunte attività estrattive nel Materano, il Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della sostenibilità precisa che il “blitz di ferragosto”, così come viene definito, si riferisce in realtà ad un procedimento autorizzativo durato oltre 2 anni e terminato lo scorso mese di luglio. L’istanza di Via (Valutazione di impatto ambientale) è, infatti, datata 8 giugno 2007, mentre la richiesta di Intesa Stato-Regione è stata inoltrata dall’Ufficio nazionale per gli idrocarburi e la geotermia di Napoli in data 12 settembre 2007. La delibera di Via è stata rilasciata solo a dicembre 2008 e per rilasciare l’intesa si è arrivati a luglio 2009 proprio a seguito di una istruttoria approfondita e sedimentata. Il procedimento di Via effettuato è relativo alla richiesta di “perforazione di un sondaggio profondo di ricerca mediante trivellazione denominato “Pozzo Masseria Morano 1”.
Si tratta quindi un pozzo esplorativo, e non di produzione, finalizzato al rinvenimento di gas metano.
Non sussiste nessuna lacuna nella richiesta di Via, in quanto il procedimento è relativo solo a un pozzo esplorativo e non di produzione. Tant’è che nel dispositivo della deliberazione si specifica che “la messa in produzione del pozzo Masseria Morano 1 dir, nel caso lo stesso dovesse risultare produttivo, dovrà essere sottoposta a nuova procedura di Valutazione di impatto ambientale unitamente a tutte le opere connesse necessarie alla messa in produzione del pozzo”. Il centro Itrec di Rotondella si trova a circa 4800 metri dal pozzo esplorativo previsto: un sondaggio di ricerca, posto a tale distanza, non comporta preoccupazione alcuna in quanto gli effetti legati alla vibrazioni indotte dall’attività di perforazione si esauriscono a poche decine di metri di distanza, mentre le problematiche connesse ad eventuali fenomeni di subsidenza sarebbero astrattamente correlabili esclusivamente alla messa in produzione del pozzo e quindi all’attività estrattiva vera e propria che, come già detto, sarà oggetto di successiva, rigorosa valutazione di impatto ambientale (ciò ovviamente vale anche per la presenza di abitazioni ). Dalla documentazione tecnica fornita risulta che l’attività di perforazione sarà eseguita con usuale tavola rotary e scalpello rotante e raggiungerà la profondità di circa 800 metri. Non è previsto l’uso di “sostanze chimiche per lo scioglimento della crosta terrestre”, così come paventato nel comunicato. In relazione alle affermazioni sulle royalties, il problema non si pone semplicemente perché si tratta, come già ribadito, di un pozzo esplorativo, e non di produzione. Per quanto concerne il pozzo “Rivolta 001”, come abbiamo già avuto modo di spiegare, si tratta di un’attività risalente al 1987: il Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della sostenibilità non ha rilasciato alcuna autorizzazione. Né risulta in attività. In conclusione, le affermazioni contenute nel comunicato, come al solito, non trovano nessun riscontro effettivo nella realtà.
 

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