Il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, ha inviato una nota di protesta al ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, Stefania Prestigiacomo, in merito alla nomina del Commissario straordinario del Parco della Val d’Agri.
De Filippo rimarca la violazione di “ogni elementare principio di federalismo” e comunica l’intento della Regione di agire in giudizio contro il provvedimento per “ripristinare il pieno rispetto della legalità, nonché la propria competenza e le proprie prerogative istituzionali”, riportando la vicenda all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni.
Ecco il testo della lettera.
“Apprendo da notizie di stampa che Ella ha proceduto alla nomina di un commissario straordinario dell’Ente Parco nazionale dell’Appennino lucano-Val d’Agri-Lagonegrese.
Il nuovo Parco nazionale, istituito con D.P.R. 8 dicembre 2007, pubblicato sulla G. U. n.55 del 5 marzo 2008, al termine di un lungo e complesso iter amministrativo, è stato fortemente voluto dalla Regione Basilicata e dalle comunità locali, oltre che da tutte le principali Associazioni ambientaliste, ed è nato sottraendo agli interessi delle compagnie petrolifere rilevanti parti del territorio regionale di grandissimo pregio ambientale e naturalistico.
La straordinaria rilevanza che la comunità regionale lucana attribuisce al nuovo Parco nazionale mi hanno spinto a chiederLe, fin dai primi giorni del Suo insediamento, un incontro al fine di giungere all’intesa prevista dall’art. 9, comma 3 della L. 6 dicembre 1991, n.394 (“Legge quadro sulle aree protette”).
Dopo innumerevoli tentativi di contattarLa telefonicamente, ho formalizzato la mia richiesta con nota del 1° luglio 2008.
Ancora dopo un silenzio durato fino al giorno 4 del mese di settembre, ho appreso da una Sua cortese benché tardiva telefonata, la Sua intenzione di procedere, in mancanza di ogni presupposto giuridico e di fatto ed in palese contrasto con la lettera e lo spirito della espressa previsione normativa, alla nomina di un “commissario straordinario”.
Il lasso di tempo trascorso, se non la mia netta e completa opposizione al Suo intendimento, mi avevano indotto a sperare che, a seguito di una più attenta ponderazione della decisione in parola, Ella si fosse determinata a concordare – come da me auspicato – l’individuazione di uno o più nomi di indiscusso prestigio nell’ambito del mondo accademico e dell’ambientalismo, meglio ancora se di respiro e di caratura nazionali.
Tuttavia, in data 28 ottobre ho ricevuto una Sua nota con cui mi viene richiesto di esprimere la formale intesa di cui al già citato art. 9, comma 3 della L.394/91, e si propongono unilateralmente tre nominativi su cui in alcun modo si era precedentemente addivenuti se non ad un’intesa ma, almeno, ad una qualche preventiva proposta o consultazione informale.
Rilevo incidentalmente che non ho il piacere di avere alcuna contezza delle certamente preclare virtù ambientalistiche dei candidati in discorso e che dai curricula allegati si ricava, in un caso, una rilevante esperienza in materia di fognature; in un altro una buona dotazione informatica del proprio studio professionale. Ma tant’é.
Apprendo, a questo punto, nel pomeriggio di ieri, e solo da un comunicato dai toni superficialmente trionfalistici del sen. Guido Viceconte che Ella ha proceduto, con proprio decreto, alla nomina di un commissario straordinario dell’Ente Parco nazionale dell’Appennino lucano – Val d’Agri – Lagonegrese.
Prescindendo dal sottolineare come questa stessa circostanza rimarchi il poco garbo istituzionale di cui Ella ha dato prova, osservo come – anche al di là dei chiari presupposti di diritto – il Suo agire rappresenti con nettezza la volontà di procedere semplicemente seguendo un bieco metodo di pernicioso vetero-centralismo statale, in aperto dispregio di ogni più elementare principio di federalismo, relegando perciò quest’ultimo ad argomento di poco convinta predicazione convegnistica e, comunque, ipocritamente rituale.
Per tutto quanto precede Le comunico che la mia Regione procederà, suo malgrado, ad adire le competenti Sedi giudiziarie al fine di ripristinare il pieno rispetto della legalità, nonché la propria competenza e le proprie prerogative istituzionali e che io stesso porterò, con l’urgenza che la circostanza impone, all’attenzione della Conferenza Stato – Regioni il grave vulnus che questo formale atto di arroganza istituzionale arreca al rispetto della legalità nell’ambito delle politiche ambientali e prima ancora alla dignità della Regione Basilicata e della sua gente.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.