Ridurre da 24 a 12 mesi i tempi per scrivere i decreti delegati della riforma del federalismo fiscale e prevedere tra i compiti della ‘cabina di regia’ che gestirà la riforma, la verifica della congruità delle risorse finanziarie rispetto alle funzioni.

Le Regioni hanno messo a punto un pacchetto di emendamenti al disegno di legge delega del Governo sul federalismo fiscale, già consegnato al ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli. Emendamenti, partoriti dopo una lunga riunione della Conferenza delle Regioni, sui quali c’e’ già stato un primo confronto col Governo e con gli altri rappresentanti del mondo delle Autonomie (Anci, Upi e Uncem) nel corso dell’ultima Conferenza Unificata. Il parere formale sarà invece espresso giovedi’ prossimo (25 settembre) per permettere al ddl di tornare poi all’esame del Consiglio dei Ministri per essere licenziato definitivamente ai primi di ottobre e di approdare all’esame del Parlamento. Il federalismo fiscale muove,dunque, i primi passi.
"I nostri emendamenti si basano sul lavoro già fatto dalle regioni nei mesi scorsi – ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani – Sono riferiti a ciò che nel ddl delega di Calderoli si discosta dal nostro testo. Il lavoro e’ in corso su altri emendamenti, solo il 25 settembre daremo il parere finale. Stiamo parlando di una delle riforme fondamentali per il nostro paese e c’e’ bisogno – ha aggiunto Errani – che vi siano garanzie che la definizione dei livelli essenziali di assistenza, i livelli essenziali di assistenza sociale e i costi standard, avvenga veramente attraverso un percorso concertato tra Governo, Regioni e Autonomie locali. Non possiamo evitare questo percorso fondamentale e decisivo perchè parliamo di servizi e diritti essenziali ai cittadini, che vanno garantiti".
"Abbiamo fatto un buon lavoro – ha spiegato il presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo – Abbiamo proposto al testo di Calderoli una serie di emendamenti per metterlo in linea con il nostro documento e abbiamo ulteriormente rafforzato la responsabilità e la compartecipazione delle regioni alla definizione dei costi standard e all’attuazione del federalismo fiscale attraverso i decreti attuativi".
Una linea condivisa anche dal ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, che ha sottolineato che gli emendamenti presentati dalla Regioni non stravolgono l’impianto della riforma messa a punto dal Governo. E da Calderoli che ha assicurato alle Regioni che ‘’ci sarà una concertazione vera’’ sui decreti legislativi a partire da lunedì prossimo quando i tecnici del Governo, delle Regioni e degli enti locali si siederanno intorno ad un tavolo per cercare punti d’incontro su alcuni degli spigoli che il ddl presenta. Fra questi c’e’ sicuramente quello legato alle Regioni a Statuto speciale per le quali e’ attesa nei prossimi giorni una proposta che, come ha assicurato Calderoli, metterà tutti d’accordo.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno ribadito intanto in un documento unitario consegnato al Governo nel corso della Conferenza Unificata che l’attuazione di un disegno armonico e complessivo del riassetto istituzionale costituisce condizione per far sì che l’assetto di federalismo fiscale ‘’non si risolva in un aggravio di costi, di competenze e oneri per le regioni e per le autonomie territoriali, con gravi ripercussioni sul soddisfacimento di diritti fondamentali dei cittadini e sulla realizzazione dei principi di solidarietà e coesione sociale’’. Per questo e’ stato rinnovato un appello al Governo e al Parlamento, affinchè si pervenga rapidamente sia all’approvazione del sistema di federalismo fiscale che, parallelamente, all’attuazione del federalismo istituzionale.
In relazione ai contenuti del disegno di legge delega, nel documento unitario le Regioni e gli enti locali puntualizzano ‘’l’ampia e piena condivisione’’ degli obiettivi generali di autonomia e di responsabilità che il modello di federalismo fiscale intende perseguire, declinati nei principi di pieno finanziamento dei diritti fondamentali in tutto il Paese, di semplificazione degli adempimenti fiscali, di flessibilità e di manovrabilità impositiva. Ma anche di superamento della spesa storica, di correlazione fra prelievo fiscale e beneficio connesso alle funzioni esercitate di premialità dei comportamenti virtuosi e di coordinamento interistituzionale dei processi di finanza pubblica.
 

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