Il presidente della Regione, Vito De Filippo, ha incontrato, questo pomeriggio, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali per un esame del disegno di legge relativo al riordino delle comunità montane e per ascoltare le loro osservazioni.
 

“Questo impianto normativo si muove – ha spiegato De Filippo – sulla base delle precedenti esperienze in materia di protagonismo dei territori come, ad esempio, i Pit, i Piani integrati territoriali. Abbiamo cercato, in sostanza, di fare tesoro di quella esperienza, di correggere gli aspetti che non hanno funzionato e di far evolvere la storia delle funzioni dei territori per rafforzare il loro protagonismo”.
“Sarebbe stato facile – ha spiegato il presidente della Regione – rinchiudere le scelte nell’ambito di una dimensione esclusivamente numerica indicata dalla Legge Finanziaria dello Stato. Invece, ci siamo sforzati di costruire un impianto normativo che fosse coerente con la strategia regionale ed europea in materia di sviluppo dei territori assegnando non solo le stesse funzioni e competenze delle comunità montane, ma aggiungendone altre che non appartenevano nè alle province nè ai comuni o che non venivano espletate in modo funzionale ai bisogni dei cittadini”.
Competenze nuove come in materia di urbanistica per area vasta, in materia di politiche sociali, di forestazione e ambiente, solo per citarne alcune.
“Con questo disegno di legge – ha detto De Filippo – i territori, e in particolare, le periferie, possono avere una funzione storica”.
Il presidente della Regione si è poi soffermato sul percorso che ha portato a questo provvedimento. “La Legge Finanziaria dello Stato ci obbligava a prendere una decisione entro il 30 giugno. Noi abbiamo scelto di avviare la riforma senza decisioni drastiche, ma commissariando le 2 comunità montane, quella di Tricarico, con meno di 5 comuni, e quella del Basso Sinni, al di fuori dei parametri dettati dalla Finanziaria, e di accompagnare la nascita delle Comunità locali attraverso una fase di transizione guidata da una cabina di regia con il pieno coinvolgimento di Upi, Anci e Uncem in modo da arrivare a 6 territori di area vasta con funzioni molto più ampie di quelle attuali. Ecco perchè non ritengo che ci saranno problemi per i lavoratori, ma al contrario forse ci sarà la necessità di implementare gli organici”.
“Questa riforma si aggiunge a tutte le altre come Apt, Asi, Asl che si andranno a chiudere entro luglio consentendoci di completare il quadro degli interventi e di programmare meglio le risorse del Por 2007 – 2013 che per i territori saranno il doppio rispetto alla precedente programmazione”.

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