prefettura piazza progettoLe province non chiudono, aprono. La Provincia di Potenza non chiude ma apre alla sfida di uno Stato più efficiente e meno costoso. Una sfida che presuppone la via costituzionale, per definire l’ordinamento, e una nuova Carta delle autonomie che stabilisca il “chi fa cosa”,

per evitare che altre istituzioni dello Stato si sottraggano al necessario scatto di efficienza, e che tutto rimanga come è, compresi i circa 7000 enti strumentali, i cui cda nominati dalla politica costano 3 miliardi di euro. Dal canto nostro, siamo aperti e pronti a questa sfida: dal 2009 al 2011, abbiamo ridotto, oltre alle spese del personale (- 3,7 Meuro), i costi della politica e di funzionamento della macchina amministrativa per oltre 3 Meuro, attivando contestualmente investimenti per 100 milioni di euro”.

È quanto ha dichiarato il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, aprendo questa mattina il classico appuntamento di inizio anno con la stampa, a cui hanno partecipato, oltre al presidente del Consiglio Palmiro Sacco, ai componenti della Giunta provinciale, al Direttore e Segretario generale dell’Ente Donato Pafundi e Angelo Cucco e ad alcuni dirigenti, anche il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Mimmo Sammartino e il presidente dell’Assostampa Serafino Paternoster.

Nell’affrontare il tema attuale della riforma delle Province, Lacorazza ha riportato i risultati dello studio Bocconi sui costi di questi enti. Dati che mettono in evidenza come il risparmio (i cosiddetti costi della rappresentanza democratica) derivante dalla soppressione delle Province sarebbe pari all’1,4%, ovvero circa 122 milioni di euro l’anno rispetto alla spesa pubblica complessiva del Paese. Il dato, tra l’altro, riferendosi al solo anno 2010, non tiene conto delle manovre intervenute nel frattempo, come la manovra correttiva e la manovra di ferragosto che hanno ulteriormente tagliato i costi della politica e dimezzato il numero dei consiglieri. Del resto, dai risultati dell’Indagine Ipsos pubblicata anche sul sito della Provincia come lo studio Bocconi , emerge che per il 63% del campione intervistato non bisogna abolire le province in generale, ma solo quelle più piccole, mentre il 60% non vorrebbe l’abolizione della propria provincia. L’opinione pubblica, dunque, è più propensa ad un riassetto e ad una razionalizzazione delle Province che alla loro soppressione. Una sfida questa a cui l’intero sistema delle autonomie locali non vuole sottrarsi, come non vuole sottrarsi alla sfida dell’efficienza e della riduzione dei costi.

La Provincia di Potenza non chiude, dunque. Al contrario, oltre ad aprire al territorio e alla partecipazione- da sempre obiettivo cardine dell’attuale amministrazione- apre al futuro, all’Europa e al Mediterraneo. La nostra idea è quella di una Provincia che “serve”, ed è funzionale ad un modello di transizione energetica, con le royalties del petrolio che finanzino un nuovo assetto energetico, diminuendo la dipendenza dal fossile e utilizzando la riduzione delle emissioni in atmosfera come una delle leve per la crescita. Tutto ciò è stato oggetto di uno dei più importanti eventi organizzati nel 2011, la tre giorni “Abitare il futuro”, conclusasi con la Lectio magistralis di Jeremy Rifkin, autorevole economista statunitense, esperto nel campo delle rinnovabili. Da oggi, è pubblicato e consultabile sul sito www.provincia.potenza.it lo speciale dedicato all’evento.

In tale ottica la strategia per la quale la Provincia intende continuare ad operare è, dunque, la strategia Europa 2020, i cui pilastri sono la crescita inclusiva, incentivando la partecipazione al mercato del lavoro, l’acquisizione di competenze e la lotta alle povertà, la crescita intelligente, promuovendo la conoscenza, l’innovazione,l’istruzione e la società digitale, e la crescita sostenibile, rendendo la nostra produzione più efficiente sotto il profilo dell’uso delle risorse, rilanciando nel contempo la nostra competitività. Questi elementi saranno il cuore del Piano Strutturale Provinciale, a cui si sta lavorando con il prezioso contributo del Sit e che si pone l’obiettivo di delineare l’idea della Basilicata del futuro. Tutte le azioni messe in campo, sono ispirate ai tre pilastri della crescita inclusiva, intelligente e sostenibile e si possono trovare nel giornale “Futuro in corso”, scaricabile anche dal sito www.provincia.potenza.it. Il giornale è stato distribuito ai giornalisti, come anche la relazione programmatica dal momento che continua l’invito dell’amministrazione a mettere in parallelo gli obiettivi programmati con il lavoro in corso, per misurare lo stato di avanzamento degli impegni assunti, sempre nell’ottica della massima trasparenza e della partecipazione dei cittadini.

La precondizione, perché ciò avvenga, è però quella di una maggiore connessione e un minore isolamento per la nostra regione. A tal proposito accanto alle azioni messe in campo per avvicinare la regione a se stessa, con il rafforzamento del reticolo di viabilità interna e il completamento di alcune storiche incompiute (Oraziana, Sp 32, etc.), è necessario che il tema delle infrastrutture trovi spazio nell’attuale dibattito sul Memorandum, per agganciarci ai grandi corridoi e nodi della mobilità e della logistica del Mezzogiorno. Per una Regione, come la nostra, che offre petrolio alla nazione, è necessario costruire dopo 150 anni le condizioni di uno scambio più equilibrato, e di un dialogo che oltre al Governo nazionale coinvolga anche le compagnie petrolifere, che non possono rimanere indifferenti rispetto a questa priorità, anche per creare condizioni di maggior serenità e accettabilità rispetto al tema delle estrazioni.

Lo sforzo che stiamo portando avanti, con il prezioso contributo della Giunta, del Consiglio provinciale, dei dirigenti e di tutto il personale, e che ci ha condotto in questo primo scorcio di consiliatura al raggiungimento di risultati positivi, apprezzati anche da valutatori esterni, deve però essere accompagnato, pena il rischio di essere vanificato, da uno svecchiamento ed adeguamento degli strumenti legislativi regionali.

Accanto allo Statuto, che deve rappresentare la cornice di un nuovo assetto istituzionale nella nostra regione, è necessario aggiornare il piano regionale dei rifiuti che risale al 2001 e non più rispondente alle mutate esigenze del territorio oltre a non essere in linea con le direttive europee. Stesso discorso vale, per la formazione, regolata dalla legge 33 del 2003, che risulta in parte superata anche dall’intesa interistituzionale per il triennio 2011-2013, raggiunta con la Regione Basilicata, e che assegna alla Provincia di Potenza non deleghe, ma precisi obiettivi. Infine va aggiornata la legge 23 del 99 sull’urbanistica, aggiornamento indispensabile dal momento che i temi urbanistici regolano anche gli investimenti e ci consentono di attivare piccole economie sul territorio.

“La Provincia di Potenza – ha concluso Lacorazza – non si chiude ma si apre per arricchire e dare stimolo ad un nuovo assetto di governance, più efficiente e meno costoso, e ad una nuova legislazione regionale che dia una cornice non più emergenziale, ma strutturale, in grado di dare risposte adeguate al tema sempre più rilevante del rapporto tra amministrazioni, cittadini e territorio”.

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