“E’ necessario vigilare affinché, come sembra, entro fine mese, vengano pubblicati dal Ministero dello Sviluppo Economico  i bandi di gara per realizzare, con fondi europei messi a disposizione delle regioni, le nuove reti a banda ultra larga per un totale di 383 milioni di euro. 

 

 

 La notizia, collegata a quella dell’accordo raggiunto dal Governo sul cosiddetto decreto scavi, per lo sviluppo di reti a banda ultra larga,  richiama ad un’attenzione e ad un monitoraggio costante da parte di tutti, e soprattutto dei parlamentari lucani affinché il Ministero mantenga gli impegni e le risorse disponibili si trasformino, anche per la Basilicata, nell’opportunità concreta di una svolta digitale, che richiede prioritariamente investimenti in infrastrutture”. 

Lo ha dichiarato il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza che, questa mattina, ha scritto ai parlamentari lucani chiedendo di verificare ogni azione utile presso il Mise relativamente alla questione.

Già nel convegno dello scorso 24 giugno a Potenza sull’Agenda digitale, come nella conferenza del 2 luglio a Bruxelles dal titolo « Agenda Digitale per l’Europa: quale ruolo per le regioni e le città », il presidente Lacorazza, anche in qualità di membro del Comitato delle Regioni (CdR), aveva richiamato l’attenzione sulla priorità dell’investimento in infrastrutture, lanciando l’Ipaad, i piani di azione per l’agenda digitale, strumenti per accelerare il processo di digitalizzazione, coinvolgendo i comuni e mettendo a valore le nuove risorse comunitarie.

“Solo con un investimento in infrastrutture, completando la banda larga entro il 2014, come ribadito dalla Regione Basilicata nell’iniziativa del 24 giugno, e accelerando sulla banda ultra larga, è possibile – ha affermato – inseguire e vincere la sfida ambiziosa della Basilicata digitale. I gap infrastrutturali nella nostra regione (come in tutta Italia se si pensa che, ad esempio, le connessioni veloci raggiungono solo il 14% degli italiani contro il 54% del totale Ue, che la quota delle persone che non hanno mai usato internet è del 37%, quasi il doppio del 22% della media Ue, o ancora che i servizi di e-Government sono utilizzati solo dal 19% della popolazione contro il 44% della media europea) sono un ostacolo alla competitività delle amministrazioni, alla loro capacità di offrire servizi efficienti a cittadini e imprese e alla costruzione di una società inclusiva, partendo dalla scuola. Di pari passo occorre sostenere altri investimenti. Quelli in servizi, innanzitutto della Pubblica amministrazione, affinché le politiche pubbliche possano generare innovazione e opportunità, e quelli in alfabetizzazione informatica, per coinvolgere tutte le generazioni nel processo di digitalizzazione della domanda di beni e servizi sia pubblici sia privati, dall’ e-procurament all’e-commerce”.

“In tale ottica – ha concluso Lacorazza – la Regione Basilicata, individuando nell’ e-Inclusion e nell’ e-Governement i due macro obiettivi primari della strategia locale, sta portando avanti un importante progetto di banda larga (che porterà, per oltre 21 Meuro, una infrastruttura di trasporto e accesso con 56 interventi e 42 comuni coinvolti). La Provincia di Potenza, dal canto suo, ha costruito un dialogo con il Ministero per la Coesione, per aumentare gli investimenti tesi a colmare il digital divide in Basilicata, in linea con le priorità regionali. Ha inoltre avviato una serie di interventi concreti per la digitalizzazione del territorio, seguendo tre traiettorie precise: e-Government, e-Participation ed e-Skills. Tra questi il piano di sviluppo dei servizi on line dei Centri per l’impiego (Cpi), con i quali l’Ente ha voluto avvicinarsi ai cittadini (già 10.000 utenti li utilizzano), il servizio di connettività internet gratuito e federato “freewifiprovinciapotenza” (sono stati creati i primi 200 hot spot in vari punti del territorio), oltre al progetto Scuola web 2.0 volto a creare scuole sicure, ecologiche e digitali, migliorando la connettività degli spazi di apprendimento, favorendo l’utilizzo di strumenti innovativi come tablet, e-book e piattaforme di e-learning”.

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