È tutto molto chiaro nella critica alla nuova gestione della cultura, vibrata dalla sig.ra Rivelli al Comune di Potenza. «La politica non deve stare fuori dalla cultura», dice la Rivelli: deve dirigerla, selezionarla e, in sostanza, esserne la principale autrice.     

Una deformazione di estrema sinistra, la fusione visionaria tra popolo e commissari del popolo (tra cui, immaginiamo, il commissario alla “cultura popolare”), che, nei luoghi dove si è realizzata (tra cui Potenza Città-Cultura) ha portato ad un abbraccio mortale tra creativi e politici, sicché i primi diventano dei secondi i cantori, prima, ed i tirapiedi, dopo.

Vediamoli allora, i monumenti alla cultura che piacciono tanto alla sig.ra Rivelli:

· La scalinata del pensiero;

· La nave del Serpentone;

· Lo scempio del tempietto di S. Gerardo;

· Le mostre alla pinacoteca, sempre costosissime e sempre deserte;

· Le installazioni di gigantografie dei militanti PD.

Soldi pubblici: tanti. Cultura, condivisione, innalzamento intellettuale collettivo: zero.

Tutti ecomostri a carburante politico, tirati su per far girare denaro, centinaia di migliaia di Euro, spesso nemmeno rendicontati, presso gli operatori “culturali” della città selezionati graziosamente dalle segreterie di partito.

La sig.ra Rivelli, invece di respirare la cultura dai documenti Unesco[2], dovrebbe viverla e farla. Capirebbe che la cultura la fanno gli artisti, le donne e gli uomini liberi, e che questi non hanno bisogno di sottrarre denaro (altro?) da un comune in dissesto.

La cultura vive di creatività, e muore di conformismo.

Avv. Mariangela Riviezzi – Avv. Francesca Messina (Lista Civica per la Città)

Loading