Le Federazioni di Cosenza e di Potenza del Partito della Rifondazione Comunista ribadiscono la totale contrarietà alla riattivazione della pericolosa centrale ENEL del Mercure e confermano la vicinanza ed il sostegno ai comitati,
alle associazioni ed alle popolazioni lucane e calabresi che si oppongo a tale scellerata opera. La riattivazione di questa centrale, nel cuore del Parco nazionale del Pollino, rappresenterebbe un misfatto contro la salute, l’ambiente e l’economia di una vasta fascia di territorio calabro-lucano, ed avrebbe il solo scopo di soddisfare spregiudicati interessi economici di pochi che, in combutta con la malapolitica, insistono sulla realizzazione di un opera che dovrebbe essere oramai relegata in un torbido passato.
Troviamo sconcertanti, in proposito, le posizioni dei vertici dei sindacati confederali che, assecondando gli interessi dell’ENEL, hanno subìto, come nel caso della CGIL Basilicata (allineata, oggi, sulle posizioni retrive di quella calabrese!), un completo ribaltamento. Voltafaccia che non solo non trova alcuna spiegazione sul piano dello sviluppo territoriale e della creazione di occupazione in quel territorio ma che, nei fatti, non può che portare ad una perdita netta di posti di lavoro connessi all’economia del Parco, così come meritoriamente – e giustamente – sostiene l’Unione Sindacale di Base (USB).
Troviamo altresì scandalose le posizioni del Presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra, che contravvenendo alle decisioni di forte contrarietà verso la centrale della Comunità del Parco e del Consiglio Direttivo nonché alle prescrizioni contenute nello stesso Piano del Parco e degli uffici tecnici, si è allineato illegittimamente e furbescamente sulle posizioni pro-centrale, senza mandato alcuno.
Inoltre, la continua attività politica, con le candidature dello stesso presidente Pappaterra, prima alle elezioni nazionali e, da poco, alle primarie del Pd calabrese, denota degli evidenti casi di conflitto di interessi per il potenziale utilizzo strumentale della sua carica a fini personali e non per gli interessi delle popolazioni del Parco. Crediamo che la misura sia colma, per cui chiediamo le immediate dimissioni di Domenico Pappaterra dalla carica di presidente del Parco Nazionale del Pollino.
Il Territorio, la salute, l’ambiente e l’economia del Pollino vanno salvati dalle mani di politicanti, affaristi e speculatori, così come è necessario opporsi con la massima fermezza ad ogni eventuale tentativo di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. In quest’ottica, il Partito della Rifondazione Comunista sarà sempre assieme alle popolazioni, a difesa dei loro diritti e del loro futuro.
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