Dopo aver anticipato, giorni fa, la notizia del finanziamento regionale al progetto di realizzazione di un nuovo stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua della sorgente Mercure, a Viggianello,  

 

 ieri è stata proprio la società veneta San Benedetto, nella persona del suo presidente Enrico Zoppas, ad annunciare e spiegare il progetto.
Si tratta, lo ricordo, di un impianto produttivo che la Regione Basilicata finanzierà con 3.402.132 di euro a titolo di contributo in conto capitale a fronte di un investimento complessivo di 12.391.300 e che prevede un’occupazione iniziale di circa 15 persone, destinata a crescere grazie all’aumento delle linee d’imbottigliamento nel corso degli anni, con un forte impatto anche sull’indotto.
Un investimento che l’assessorato alle attività produttive ha giudicato positivamente e deciso di supportare perché rientra a pieno titolo nel Piano di sviluppo industriale che questo governo sostiene con convinzione e perché si intravede nel progetto una concreta possibilità di crescita del tessuto economico e del livello occupazionale del territorio, nel pieno rispetto dell’ambiente e del paesaggio.

Eppure, una scelta siffatta ha destato polemiche e attacchi ingenerosi cuciti – come pure il sindaco di Viggianello le chiama oggi nel suo intervento pubblicato sulla stampa locale e che ringrazio per la solidarietà mostrata – su ‘castelli di offese e di disinformazione’ che male hanno fatto innanzitutto alle comunità interessate.
Primo in ordine di tempo, l’attacco del direttore editoriale del giornale on line Basilicata24, Michele Finizio, che mi da del millantatore e che con linguaggio scurrile, manda “a quel paese” i cittadini che non seguono la sua “sveglia”. A lui ho risposto qui per riportare verità su dati e concetti del tutto mistificati.
A seguire, le critiche del Coordinamento regionale Acqua Pubblica che trova “intollerante l’atteggiamento accomodante della Regione (e il mio in particolare) e del Comune di Viggianello” e parla di un progetto che “apre la strada alla privatizzazione e alla depredazione di un bene comune”. Anche a loro va detto che non si sta “regalando” nulla. La Viggianello Fonti del Pollino pagherà i costi della concessione così come avviene oggi per le aziende che operano nel Vulture e come avverrà per chiunque intenda sfruttare l’acqua del suolo lucano.

Ma a difendere il progetto e a fare giustizia alla bontà di questo intervento, frutto di proficua collaborazione con il sindaco Vincenzo Corrano – che ha il solo obiettivo di guardare alla produttività e alle ricadute in termini occupazionali (ma 15 unità lavorative in più per Finizio sono poche!) e di visibilità del territorio – ci sono oggi le parole dei sindacati, oltre a quelle dello stesso primo cittadino e la soddisfazione espressa dal presidente della società San Benedetto. Zoppas ha infatti sottolineato ‘il forte legame e l’impegno” della società verso l’Italia e in particolare verso il Mezzogiorno, ”nonostante il difficile contesto economico”. Per la San Benedetto il progetto Viggianello rientra in una visione strategica più ampia nel rispetto della mission aziendale che è ‘Risorse per la vita’. “Lo stabilimento nel Pollino– ha infatti detto il presidente della società veneta – permetterà all’azienda di essere più vicina ai mercati del centro-sud riducendo sensibilmente i trasporti e contribuendo ad un ulteriore abbattimento dell’impatto ambientale complessivo del gruppo”.
Non si tratta, dunque, solo di rassicurazioni. E se le tre sigle sindacali si dicono soddisfatte per l’investimento di una grande multinazionale su un prodotto e su un territorio come il Pollino, se plaudono ai 15 posti di lavoro subito, tra operai e dirigenti, ma anche alla finestra di visibilità sul mercato nazionale ed estero garantito dalla presenza, in Basilicata, di un grande marchio nel panorama delle bibite imbottigliate, con molta franchezza e serenità dico che tutta la polemica costruita ad arte in questi giorni si poteva evitare.

 

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