Come ben noto sono ripresi gli sbarchi di migranti provenienti dalla sponda Sud del Mediterraneo: da gennaio al 20 aprile di quest’anno se ne contano circa 22mila. Su direttiva ministeriale, per fronteggiare tale emergenza,
è stato stilato un Piano di accoglienza che coinvolge anche le Prefetture al fine di assicurare una equa suddivisione dei migranti su tutto il territorio nazionale.
La Prefettura di Potenza dal 10 Aprile è impegnata nell’accoglienza di circa 30 migranti
provenienti dalle coste africane. Giunti a Potenza lo scorso 23 aprile, alcuni di loro sono
alloggiati attualmente presso una struttura alberghiera ed altri presso un agriturismo, siti
in località Rifreddo di Pignola (PZ) e si sta provvedendo alla loro assistenza in stretta
sinergia con la Croce Rossa di Basilicata ed alcune Associazioni di volontariato presenti
sul territorio.
Da informazioni assunte, i volontari lucani hanno accolto i migranti nel migliore dei modi
distribuendo vestiario, cibo, coperte, avvalendosi anche della generosità e disponibilità
della popolazione locale. Tutti sono stati sottoposti a visita medica al fine di accertare il
loro stato di salute. Sin dai primi giorni del loro arrivo questi ragazzi, poco più che
maggiorenni, svolgono con entusiasmo un corso di italiano con l’assistenza di professori
e volontari e sono impegnati in alcune attività ricreative, soprattutto partite di calcio.
È lodevole il lavoro svolto dalle varie associazioni coinvolte nelle procedure di
accoglienza, tuttavia desta perplessità l’ubicazione delle strutture scelte perché troppo
isolate. Essendo ragazzi di giovane età, già provenienti da una esperienza psicofisica
fortemente debilitante, hanno bisogno di un’accoglienza che sia il più possibile volta
all’integrazione. Sarebbe più opportuno individuare strutture più vicine ad un centro
abitato affinché venga data loro la possibilità di integrarsi e relazionarsi meglio con la
popolazione locale e a quest’ultima la possibilità di conoscere le singole situazioni e di
vivere in maniera più tranquilla la seppur temporanea convivenza, che può rappresentare
per tutti un’occasione di crescita e arricchimento umano.
Si tratterebbe di ragazzi che hanno presentato richiesta di asilo al fine di vedersi
riconoscere lo status di rifugiato. Tale status giuridico è riconosciuto a coloro che sono
costretti a fuggire dal proprio paese di origine e a chiedere protezione in un paese
straniero a causa delle persecuzioni subite o di uno stato di violenza generalizzato.
Questa è la caratteristica del rifugiato rispetto al migrante economico, il quale sceglie di
lasciare il proprio paese liberamente in cerca di un futuro migliore. Il rifugiato è forzato a
farlo poiché abbandonare il proprio paese è l’unico modo in cui può salvare la propria vita
o libertà. L’art. 10 della Costituzione italiana garantisce il diritto di asilo e protezione
stabilendo che “lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle
libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio
della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge”.
La richiesta di asilo va effettuata o presso la Polizia di frontiera al momento dell’arrivo sul
territorio italiano oppure presso la Questura, Ufficio Immigrazione della Polizia, se lo
straniero si trova già sul territorio.
A seguito di tale richiesta la polizia effettua una procedura di identificazione consistente
nel fotosegnalamento del richiedente e contestualmente la sua domanda viene
formalizzata, facendogli compilare il Modello per il riconoscimento dello status di rifugiato,
ove vengono inserite tutte le informazioni che riguardano lui direttamente, la sua famiglia,
il viaggio condotto per giungere in Italia nonché i motivi che lo hanno indotto a lasciare il
suo Paese di origine.
In questo periodo di attesa viene rilasciato un permesso di soggiorno temporaneo c.d.
“per richiesta d’asilo”, tranne che in alcuni casi stabiliti dalla legge: se il richiedente è
privo di documenti di riconoscimento, se ha consegnato documenti falsi o contraffatti, se
si è sottratto al controllo di frontiera o se è stato fermato su territorio italiano in condizione
di soggiorno irregolare. In quest’ultimo caso verrà inviato in un CIE, centro di
identificazione ed espulsione, struttura destinata al trattenimento, convalidato dal giudice
di pace, degli stranieri extracomunitari irregolari e destinati all’espulsione. Lo straniero al
quale viene rilasciato il permesso di soggiorno temporaneo ha diritto, in attesa della
conclusione della procedura, all’assistenza sanitaria (ha sempre diritto alle cure di
emergenza anche prima del rilascio) e all’accoglienza.
L’organo competente a varare le richieste è la Commissione Territoriale per il
Riconoscimento della Protezione Internazionale, questa si pronuncerà dopo aver
“intervistato” il richiedente e potrà decidere di riconoscere lo status di rifugiato, la
protezione sussidiaria, la protezione umanitaria o di non riconoscere alcuna forma di
protezione. Il richiedente può fare Ricorso entro 15 o 30 giorni (a seconda dei casi stabiliti
dalla legge) con l’assistenza di un avvocato ed ha an
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