Bolognetti: “Oggi posso e devo ripeterlo: i delinquenti e gli associati a delinquere, quelli veri, sono a piede libero, e – ahimè, ahinoi – parliamo di persone al di sopra o forse al di sotto di ogni sospetto”.
Di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani e Direzione Radicali Italiani
Adesso che sono state rese note le motivazioni della sentenza sulla vicenda dell’inquinamento delle dighe lucane, con la quale è stata disposta la mia assoluzione, ribadisco che c’è un giudice a Berlino, anzi tre!
Il Collegio presieduto dal dott. Gubitosi e composto da Lucio Setola e Francesco Rossini ha opportunamente richiamato quell’art. 32 del dettato costituzionale che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Di fatto, citando l’art. 32, è stato accolto uno degli argomenti cardine della linea difensiva: l’art. 5 comma C della Convenzione di Aarhus e l’art. 3 Ter del Codice dell’Ambiente.
Una sentenza, quella pronunciata dal Tribunale di Potenza, che rappresenta un importante precedente anche per tutti coloro che provano ad onorare il diritto/dovere di informare. Non a caso il Collegio giudicante ha voluto sottolineare “l’indubbio riflesso sociale del mio operato”.
Oggi, più di ieri, ribadisco che ho divulgato analisi prodotte dall’Agenzia regionale per l’Ambiente, che mai erano state diffuse dalla stessa, e analisi da me pagate e commissionate alla Biosan di Vasto. Nessun segreto quindi, ma l’unica grave colpa di essermi sostituito ad Enti pubblici che non hanno onorato la loro missione.
Oggi posso e devo ripeterlo: i delinquenti e gli associati a delinquere, quelli veri, sono a piede libero, e – ahimè, ahinoi – parliamo di persone al di sopra o forse al di sotto di ogni sospetto.
Parlo di coloro che hanno tradito la loro missione, di chi doveva controllare e non lo ha fatto, di chi doveva onorare il diritto a conoscere per deliberare e non lo ha fatto, di chi doveva indagare e non lo ha fatto. Parlo dei “meccanici” che hanno inquinato gli invasi e degli Enti pubblici che sapevano e hanno taciuto. Parlo di chi definisce “chiacchiere da comari” le dichiarazioni rese in sede di Bicamerale sul ciclo dei rifiuti da un galantuomo come la buonanima del dott. Nicola Maria Pace. Parlo, e lo dico fuori dai denti, di chi tutti i giorni, con le sue omissioni, sputa sulla tomba del Capitano Natale De Grazia e di Ilaria Alpi. Parlo, e non voglio tacere, di coloro che tradiscono ogni giorno la fiducia del popolo sovrano e disonorano le cariche pubbliche che abusivamente ricoprono.
Questa sentenza rappresenta un riconoscimento della correttezza del mio operato.
Verrà il momento per poter tornare a sottolineare il gioco sporco fatto da prefiche di Regime che vendono la loro funzione al miglior offerente.
Oggi, però, voglio godermi l’aria salubre che arriva dal Tribunale Potenza.
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