votazioni_spoglioCredo che la politica debba ritrovare i tempi per meditare. All’indomani del voto di Matera e dell’apertura delle verifica regionale ho ritenuto di dover convocare il mio partito, il suo organo politico nella sua preziosa collegialità, e discutere senza il clamore e la reazione a caldo che avrebbe condizionato negativamente la riflessione. La mia convinzione era ed è che l’affrettare riflessioni non avrebbe aiutato la soluzione delle questioni sul tappeto e, per la verità, non credo che singole dimissioni aiutino a fare chiarezza su responsabilità che sono collettive e complessive. All’indomani della direzione regionale del mio partito agiremo. Lo faremo nella convinzione che non ci sarà cambio di passo senza la consapevolezza e la valorizzazione di quanto è stato fatto; non ci sarà revisione di quanto esiste senza una valorizzazione del programma che ci siamo dati ed allo stesso tempo senza l’avvio convinto di alcuni processi politici inevitabili ed improcrastinabili. Penso al gruppo unico regionale tra noi ed i DS, penso all’avvio dei coordinamenti provinciali del Partito Democratico. falotico_rE’ evidente che percorsi che sembrano disgiunti si sovrappongono in una valutazione complessiva del panorama politico se vogliamo prenderci la responsabilità di rispondere con azioni concrete e non con comunicati stampa ai nostri elettori. Mi pare un affrettarsi alla giustificazione, un continuo “io non c’entro, io l’avevo detto”. Non credo che ci chieda questo il popolo del centro-sinistra. Ci ha detto a chiare lettere che ci giudica dalla capacità programmatica, dal coraggio nelle scelte, dalla coerenza nei percorsi. Ai cambi di passo dovremo capire “chi porta il passo” e dare un ritmo al passo stesso. La nostra è una maratona non uno scatto, solo così potremo renderci conto di quanta gente ci segue nel cammino. Per parte mia non credo di avere vocazioni suicide e se una lezione mi viene dalle ultime tornate elettorali è che il nuovismo non paga. Il rinnovamento diviene produttivo se accompagnato da azioni nuove, condivise e collegiali. Il rinnovamento che porta all’attacco personale dell’avversario e non alla contrapposizione politica di idee e programmi, quella contrapposizione sui fatti che ci ha permesso di governare stabilmente questa regione e le sue rappresentanze istituzionali maggiormente rappresentative, ha bisogno di molta riflessione e di maturazione. “Bisogna tornare a ragionare in termini politici”, non ha senso procedere per slogan in un filone comunicativo improduttivo, non confacente ad una classe dirigente solida, capace e collaudata come quella lucana che ha dimostrato spesso di essere “l’anomalia positiva” nella politica del Mezzogiorno d’Italia. Serve oggi una classe dirigente responsabile, che sappia metabolizzare il voto di Matera, reagendo con forza ma a ranghi uniti. Serve una politica che sappia chiudere la verifica regionale in modo da non trovarsi di fronte all’ennesima occasione mancata per fare chiarezza e per rilanciare un progetto, un programma, un’idea di sviluppo. Questo passa anche per gli uomini che si scelgono, ma sopratutto dalle dinamiche che si attivano e dai rapporti politici virtuosi che si avviano in una coalizione che non ha esaurito la sua spinta propulsiva verso il riformismo, il rinnovamento, lo sviluppo.

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