bosco-pierfaonePresentati i risultati del PFTI, realizzato dall’Inea, e le prospettive dello stesso nell’ambito del progetto RETI che lo include. Sarà la valorizzazione ambientale, turistica e paesaggistica della Val d’Agri, attuata mediante il progetto “R.E.T.I- Riqualificazione ecologica territoriale integrata” e il Piano Forestale Territoriale d’Indirizzo a garantire un rapporto più proficuo tra uomo e bosco.

E’ quanto emerso nell’ambito del convegno “Tutela e valorizzazione del Patrimonio Forestale della Val D’Agri: Piano Forestale Territoriale di Indirizzo” che si è tenuto questa mattina nella sede del parco Nazionale dell’Appennino Lucano- Val d’Agri- Lagonegrese.

Il progetto, finanziato dal Programma Operativo Val D’ Agri- Melandro- Sauro-Camastra nell’ambito della tematica A.3 volta alla “Valorizzazione delle risorse naturali”, mira alla qualificazione ambientale del comprensorio attraverso la valorizzazione delle sue più importanti emergenze naturalistiche, storico-culturali ed infrastrutturali, e l’interazione tra enti di ricerca, enti territoriali e il volontariato di protezione civile locale.

Il piano forestale territoriale d’indirizzo, già realizzato dall’Inea con la Comunità Montana “Alto Agri” per i comuni rientranti nella stessa, lo scorso dicembre è stato esteso a tutti i municipi appartenenti al Programma Operativo. In particolare il PFTI, spiega il dirigente della struttura di progetto, Francesco Pesce: “Mirerà a tutelare il patrimonio forestale e a sviluppare un modello di riferimento della gestione boschiva in cui la selvicoltura e l’assestamento forestale assumono un’elevata significatività sulla collaborazione sinergica tra l’uomo e il bosco”.

Si tratta di una pianificazione di livello intermedio che garantisce contemporaneamente gli interessi della collettività e quelli del patrimonio boschivo. “Il Piano permette di fornire- ha aggiunto Giusi Costantini dell’Inea- gli indirizzi selvicolturali per i boschi esistenti e per le aree di potenziale interesse forestale e illustra come gli stessi indirizzi possano interagire positivamente con modelli di sviluppo economico e sociale”.  La scienza e la tecnologia, quindi, al servizio di un comprensorio per la previsione e la prevenzione di rischi sugli incendi boschivi, sull’inquinamento ambientale e sul rischio idrogeologico; le professionalità e le maestranze locali per adempiere agli interventi sul suolo e sull’ambiente per prevenire, intervenire e qualificare il territorio

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