“I numeri allarmanti della fondazione antiusura di Potenza evidenziano che per troppo tempo si sono sottovalutati gli effetti della crisi economica e occupazionale sulla vita quotidiana delle persone”. Lo sostiene il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, evidenziando che “proprio disoccupati e cassintegrati costituiscono un nuovo e preoccupante bacino per usurai e sfruttatori senza scrupoli”.
Per il leader della Cisl lucana “la crescita del fenomeno e la sua estensione verso fasce sociali prima immuni dimostrano che si è fatto poco per contrastare i cravattari che, nel frattempo, hanno esteso il proprio mercato criminale oltre il tradizionale mondo dei piccoli imprenditori, inserendosi là dove la risposta delle istituzioni è stata tardiva e del tutto insufficiente”.Secondo Falotico “dietro il salto di qualità che ha subito il fenomeno c’è la pesante e perdurante crisi che ha investito il tessuto produttivo della regione e che ha determinato qualcosa come 7 mila espulsi solo nel giro dell’ultimo anno, una situazione di difficoltà diffusa che il ricorso agli ammortizzatori sociali ordinari e in deroga è riuscito a tamponare solo in parte”.“Dinanzi alla moltiplicazione dei bisogni espressi dalle fasce deboli della società – aggiunge il segretario della Cisl – serve un deciso cambio di passo nelle politiche di welfare regionale. Il programma di cittadinanza solidale, meritevole nelle intenzioni ma debole nei risultati, non può bastare, serve invece una politica integrata orientata al reinserimento lavorativo, secondo un approccio welfare-to-work, nella consapevolezza – conclude Falotico – che solo la piena integrazione lavorativa delle persone può rappresentare un argine sufficientemente alto per contenere il dilagare dei fenomeni di esclusione sociale e, di conseguenza, frenare gli appetiti criminali di chi specula sulle povertà vecchie e nuove”.
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