templare tursiDopo anni di ricerche, arriva nelle librerie italiane il libro “Il Cavaliere Templare di Tursi” di Salvatore Verde, esperto di storia locale, oltre che insegnante tursitano della scuola dell’Infanzia, giornalista e autore di cinema. Pubblicato da Giuseppe Laterza di Bari, il libro di circa 160 pagine si avvale della prefazione del giovane storico lucano Giovanni D’Andrea e del disegno di copertina dell’artista Vincenzo D’Acunzo; inoltre, contiene una sostanziosa bibliografia e un’esplicativa appendice fotografica, con la cronotassi dei vescovi della diocesi di Anglona (Tursi), dal 1050 al 1320.

Dopo l’ampia introduzione storica, l’indice dei capitoli (I maggiori Ordini religiosi militari; I Cavalieri Templari; I Normanni nel Meridione d’Italia e i Concili di Melfi; Una ricerca senza fine; Insediamenti dei cavalieri religiosi in Lucania; Una controversa ipotesi sul fondatore italiano dei Templari; Il mosaico delle tracce tursitane; La prova archeologica, l’intuizione toponomastica e, soprattutto, la testimonianza; Una interpretazione possibile, anzi probabile), fornisce la chiave di lettura dell’ipotesi di Verde, supportata da una serie di elementi, tracce e segni univoci, in un viaggio interpretativo che dal generale arriva al particolare in modo coerente.

Insomma, la storia del cavaliere Templare di Tursi (ancora senza nome) prende corpo e consistenza storica, senza cedimenti sul piano del rigore scientifico ed evitando di scadere nella facile argomentazione. L’autore, infatti, supporta la sua tesi giornalistica, con un serio ragionamento, scontando una minima bibliografia regionale e la mancanza assoluta di scavi archeologici finalizzati (nell’intero Meridione), avendo all’opposto una densa coltre di inestricabili misteri, fantasiose leggende e azzardi di ogni tipo. Dunque, una ipotesi di lavoro non facile, tutta da dimostrare, ma assolutamente verosimile, a oggi, che ha avuto nella prof.ssa Bianca Capione Ferrari, una delle maggiori studiose italiane sugli insediamenti Templari, una convinta ed entusiasta sostenitrice del templare di Tursi (con riferimenti al territorio di Anglona, Cantarato-Labriola, Caprarico, Pandosia, Panevino, Pantoni, Pantoni-Sole, Pescogrosso, Ponte, Ponte Masone, Rabatana, San Lazzaro, San Michele, San Teodoro).

Il saggio offre nel testo anche una vasta panoramica delle presenze monastico-cavalleresche nella regione Basilicata/Lucania, con notizie, riferimenti e citazioni di oltre cinquanta località: Potenza, Matera (e Picciano), Abriola, Acerenza (Acheruntia), Agri, Alto Jonio, Avigliano (e Lagopesole), Balvano, Banzi, Basso Sinni, Calvello, Cancellara, Carbone, Castelmezzano/Castrum Medianum, Cersosimo/Kirzosimo, Chiaromonte, Colobraro, Corleto Perticara, Forenza, Genzano, Grassano, Grumento, Latiniano, Lavello, Marsico Nuovo, Melfi, Mercurion, Metapontino, Metaponto/ Metapontum, Miglionico, Montescaglioso, Muro Lucano, Murgia Materana, Noepoli (Noia), Nova Siri/Siris, Oppido Lucano, Palazzo San Gervasio, Pecopagano, Pietragalla, Pignola (Monte San Bernardo di Chiaravalle), Policoro/ Heraclea, Pollino, Ripacandida, Roccanova, San Fele (casale in Armaterra), Satriano, Senise, Sinni, Tolve, Tricarico, Vaglio (e Serra di Vaglio/Serra San Bernardo), Venosa (contrada di Boreano, la scomparsa Cisterna), Vulture.

Salvatore Verde

Salvatore Verde è nato nel 1955 a Tursi (Matera), dove lavora e risiede con la famiglia. Intellettuale impegnato, esercita a tempo pieno le professioni di insegnante della scuola dell’Infanzia e di giornalista, ma è anche autore di cinema ed esperto di storia locale. Dal 1980, è una rarissima presenza maschile non soltanto in Italia di insegnante della Scuola statale dell’Infanzia, prima a Milano e poi a Tursi, dal 1982 nell’Istituto comprensivo “A. Pierro”. È collezionista e critico cinematografico, presidente della giuria del festival “CinemadaMare” (2007-2011) e regista. Ha scritto, diretto, interpretato e co-prodotto il lungometraggio di ricerca Modo armonico semplice – L’asilo di un Maestro (2007), un autentico saggio sulla complessità della didattica e sull’arte e vocazione dell’educatore, apprezzato dalla critica. Per le sue specchiate qualità umane e professionali in oltre trent’anni di onorata carriera, è stato premiato in Toscana con la “Goccia d’Oro al Merito della solidarietà con l’Infanzia” (2007), Premio internazionale e nazionale delle Pie Confraternite di Rapolano Terme (Siena). Iscritto all’Ordine dei Giornalisti pubblicisti di Basilicata dal 2001, collabora con il quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno e con Mondo Basilicata, rivista trimestrale del Consiglio Regionale della Basilicata, nonché su altri periodici. L’esperienza di addetto stampa del Comune di Tursi e di direttore responsabile della rivista di informazione Tursitani, dal 2004 al 2008, è poi confluita nella fondazione del giornale on line “Tursitani.it”. Proprio il costante e accurato lavoro di scavo, rilettura e valorizzazione delle radici, gli ha consentito di approfondire negli anni i molteplici aspetti della storia del paese, fino alla scoperta dei diversi segni e particolari che ha collegato con la cultura della tradizione orale e che sono alla base dell’intuizione dispiegata in questo libro.

Dalla prefazione di Giovanni D’Andrea

“Uno studio, affrontato con competenza e umiltà storica, … che vuole essere un lineare e quanto mai prezioso tassello di un mosaico relativo ad un aspetto della storia regionale della Basilicata, molto complicato per la scarsezza e la difficoltà nel reperire informazioni storiche, ma agevolato dalla grande presenza di riferimenti simbolici che, tuttavia, fanno muovere cautamente le ricerche in un quadro d’insieme in cui tutto è ancora da completare. Il presente lavoro dimostra che qualcosa nel campo della ricerca, ai fini della ricostruzione della memoria storica regionale, si sta muovendo”.

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