La Comunità del Parco nazionale del Pollino, presieduta da Sandro Berardone, riunitasi ieri pomeriggio (lunedì 4 marzo 2013) nella sua sede di Palazzo Gallo, a Castrovillari, ha salutato l’inizio del secondo mandato del presidente del Parco, Domenico Pappaterra, presente alla riunione insieme con il direttore, Annibale Formica.

 

Berardone oltre a fare gli auguri a Pappaterra, rinominato dal ministro dell’Ambiente lo scorso ottobre per un altro quinquennio, ha ricordato che la scadenza del Consiglio direttivo, invece, è prevista per fine anno. Per quell’occasione la Comunità del Parco sarà chiamata ad eleggere i suoi cinque rappresentanti in seno al direttivo dell’Ente Parco. Berardone ha anche sottolineato che nel primo mandato di Pappaterra sono stati raggiunti risultati importanti e che ora è necessario «accelerare su alcune partite». Le preoccupazioni di Berardone riguardano l’agricoltura, la questione cinghiali in particolare, la forestazione e il Piano per il Parco. Pappaterra, dal canto suo, ha ricordato sia le emergenze da affrontare, tra le quali gli effetti del dopo terremoto dell’ottobre scorso, che ha sconvolto alcuni comuni del Parco e, appunto, la questione cinghiali, sia gli impegni pianificati nel bilancio di previsione 2013 che approvato dal direttivo il 6 dicembre scorso ha ottenuto all’unanimità – sempre ieri – il parere favorevole della Comunità del Parco. Tra le iniziative citate da Pappaterra, quelle pensate per risollevare l’economia gravemente colpita dal sisma, il potenziamento della rete museale, le attività culturali, la lotta agli incendi boschivi, il completamento del seminario di Rotonda, la realizzazione del centro servizi del Parco a Castrovillari, la fattoria didattica e il polifunzionale di Campotenese. L’assemblea degli amministratori del territorio calabro-lucano interessato al Parco ha impegnato, poi, l’Ente Parco a sollecitare ulteriori risorse per la concessione dei contributi finalizzati alla realizzazione di recinzioni che prevengano i danni alle colture agricole provocate da cinghiali e cervi. Le 360 domande pervenute non possono essere tutte accolte. Le risorse disponibili, stanziate dal Parco, riescono, infatti, a finanziare tra 30 e 60 domande. Da qui la necessità di reperire ulteriori risorse presso le Regioni. Il direttore del Parco ha, dal canto suo, illustrato lo stato dell’arte relativo al Piano per il Parco, che è al vaglio delle Regioni che devono esprimersi sulla Valutazione ambientale strategica. Parallelamente sta camminando l’ipotesi di riperimetrazione. Infine, il presidente Berardone, con il supporto della dottoressa Marianna Gatto, hanno invitato gli amministratori del Parco a partecipare e sostenere il processo di redazione della Carta europea del turismo sostenibile che sta avvenendo nei comuni del Parco, attraverso dei forum tematici, in collaborazione con Federparchi.

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