Legambiente: “La convivenza è possibile. Esistono già buoni esempi realizzati con il progetto Life Wolfnet” “La convivenza con i lupi del Parco è possibile e lo dimostrano già le buone pratiche messe in campo per la mitigazione del conflitto tra l’uomo, le sue attività (agricoltura e zootecnia in primis) e la fauna selvatica”.
A sostenerlo è Legambiente riguardo alla situazione del Parco Nazionale del Pollino dove allevatori, agricoltori e cittadini, sono sul piede di guerra per i danni arrecati dai lupi alle coltivazioni e ai greggi.
In particolare, sottolinea l’associazione ambientalista il Progetto Life Wolfnet, che vede capofila il Parco Nazionale della Majella e tra i suoi partner anche Legambiente e il Parco Nazionale del Pollino, mira a ridurre i fattori di rischio per il Lupo, a sviluppare e implementare modelli standard per la protezione e gestione della specie nel contesto appenninico e migliorare lo stato di conservazione della specie. Il progetto inoltre è finalizzato alla creazione di un network nazionale per uniformare le procedure sulla gestione del lupo, mettendo in pratica un sistema di accertamento/valutazione del danno, rapido indennizzo e soprattutto prevenzione e mitigazione del conflitto.
“Questo progetto, già in atto da quasi 2 anni proprio nel territorio del Parco del Pollino, – dichiara Antonio Nicoletti, responsabile nazionale Aree Protette e Biodiversità di Legambiente – in parte già risponde alle richieste e preoccupazioni sollevate dalla Coldiretti, e siamo disponibili, insieme al Parco del Pollino e agli altri partner del progetto Life Wolfnet, ad avviare un confronto sia con le organizzazioni agricole che con i singoli allevatori che hanno avuto danni da predazione”.
“Questa metodologia – aggiunge Marco De Biasi, presidente di Legambiente Basilicata – è nata concretamente dall’esperienza di alcune aree protette e mira ad esportare i propri benefici all’intero sistema territoriale appenninico”.
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