ItaliaNostra onlus, Gruppo Interregionale Pollino, non può non intervenire a riguardo della minaccia ambientale che, come gli studi dell’ing. Rabitti e dell’on.le Casson, assieme alle molteplici interrogazioni ed agli interventi a livello nazionale ed europeo pervenute da più autorevoli parti, hanno ben evidenziato, si cela dietro la MEGA centrale a biomasse del Mercure in comune di Laino Borgo (CS) ai confini con la Basilicata ed in pieno Parco Nazionale del Pollino.
Pertanto, senza voler intervenire in merito alle questioni politiche che inevitabilmente si stanno sollevando, complice in verità anche l’attuale clima politico-elettorale, sulla questione della minaccia del Mercure, INGP chiede ad ENEL:
1-perché fare energia dalle biomasse di un parco naturale, il Pollino, già devastato dagli incendi del 2007, dove anche la più piccola spina o ramo secco rimasto può costituire la casa di una specie rara (animale o vegetale) protetta;
2-perché per portare elettricità nelle città, disordinate, sprecone ed egoiste, si scelga di impattare acqua ed aria di una valle, quella del Mercure, devota all’agricoltura di nicchia ed al turismo di qualità;
3-perché per gli impianti di raffeddamento e per le acque industriali di scarico di una MEGA centrale ci si rivolga a torrenti immissari del fiume Mercure-Lao, fiume sede di un Sito di Importanza Comunitario, oltre che luogo di sopravvivenza per Lontre, salamandrine dagli occhiali e altre specie acquatiche rare protette per Legge da Italia e Europa;
4-perché ENEL continui a sbandierare i mille pareri positivi ricevuti in passato da diversi enti che lasciano perplessi tutti i cittadini calabresi e lucani, come se davvero queste “carte a posto” possano tranquillizzare la gente oramai disincantata del Mercure-Nord Calabria e quando, invece, le stime delle biomasse necessarie per la centrale e di quelle realmente presenti sul Pollino, Calabria e Basilicata insinuano legittimo il dubbio che in futuro ci si rivolga al Mercure, ovviamente per emergenza, alla risorsa più abbondante e a basso costo nel Meridione, la profumatissima MONDEZZA che ad esempio dalla Campania infelix già bussa alle porte di Basilicata e Calabria .
5-perché ENEL, da azienda seria e consapevole dei propri errori, non ha ancora chiesto scusa per i materiali inquinanti rinvenuti nel 2005 nel suolo intorno alla Centrale del Mercure (suolo si spera efficacemente bonificato), evento che ha portato al sequestro dell’area da parte della Procura di Castrovillari: non fu certo un bel biglietto da visita di ENEL per la gente della Valle del Mercure-Lao.
Probabilmente, cari Signori, risponderete con altre “carte a posto”, riportando firme debitamente apposte, o forse non risponderete mai, eppure sappiate che alla gente esausta dei ricatti “o lavoro o ambiente”del Mercure-Nord Calabria adesso interessa molto di più la propria salute piuttosto che un certificato di non pericolosità dei vostri mega impianti, e che essa ama molto di più considerare i propri boschi le proprie ricchezze, vive e inestimabili, più importanti e non crudamente una fonte per le vostre “biomasse” da integrare con chi lo sa cosa di altro.
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