“Rifondazione comunista se ne va e lo fa con parole che pesano sul presente e sul futuro della Giunta De Filippo. Se le parole hanno un senso, e noi siamo pronti a rispettarlo, quelle usate per giustificare questa uscita dalla maggioranza non possono non lasciare un solco profondo sull’assetto della coalizione di centro sinistra e sulla vita politica regionale”.
Lo ha dichiarato in mattinata il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Cosimo Latronico. “Non ci pare che si tratti di un conflitto transitorio finalizzato magari all’innesto nel governo della regione dei rifondatori, ma vi è di più: c’è la contestazione del fallimento di un patto elettorale che sarebbe degenerato in un blocco di potere che condiziona negativamente e pesantemente la vita democratica ed economica della nostra regione togliendo spazi di libertà e di autonomia al tessuto sociale e civile fino a prefigurare un assetto sociale “eterodiretto”. Vi è la constatazione che il patto elettorale che sta all’origine di questa maggioranza si è trasformato in un blocco di potere che divora le risorse pubbliche per perpetuare se stesso e gli apparati burocratici e politici di sostegno. Siamo pronti a riconoscere il coraggio di tale constatazione se si conviene che questo è il giudizio che ha accompagnato le battaglie della Casa delle Libertà nella richiesta di una strada alternativa al blocco di potere che sta governando la Basilicata da anni. Un potere che si fonda su un patto che in Basilicata si stipulò nel passaggio tra la I° e la II° Repubblica tra gli eredi della DC e quelli del PCI, che dall’essere forze contrapposte per 40 anni preferirono nel 1995 scegliere la scorciatoia di un accordo che ha generato l’assetto di potere di oggi. Un potere che non ha concesso spazi di novità e di possibile alternativa; che ha reso l’azione di governo e le classi dirigenti senza una reale verifica, fino all’insindacabilità. E’ la realtà di oggi è solo la conferma di un peccato di origine che andrebbe assunto nella valutazione di tutti per emendare i vizi e le distorsioni che sul piano pratico quell’accordo ha provocato. E’ vero la Basilicata vive un’allarmante questione sociale ed economica che sembra distante mille miglia dalla tensione morale che la classe di governo è in grado di mobilitare. Occorre l’audacia di considerazioni e la capacità di riforma nell’assetto della spesa e nella scelta di modelli di sviluppo che questa maggioranza che guida la regione non sembra capace di esprimere. Ci vorrebbe la forza di una reimpostazione che è il contrario del lasciarsi andare di oggi, senza visione e senza progetto, convinti che la gestione possa ancora garantire la tenuta di un quadro che invece sotto i morsi della crisi sociale fatta di povertà, di disoccupazione, di emigrazione e di desertificazione produttiva, sta deflagrando”.
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