NO ALLA PROVINCIA DI MELFI…ANZI NO ALLE PROVINCE, Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani e Coordinatore regionale RNP Gli interventi che continuano a susseguirsi sulla necessità di costituire una terza provincia lucana in quel di Melfi, lasciano a dir poco attoniti.
Il tema, ahimè, sembra fatto apposta per scatenare le forme più becere di campanilismo e per dare la stura a demagoghi e novelli capipopolo. Sempre più alte si alzano le grida contro l’affronto che i palazzi romani, e non solo, stanno facendo al popolo del vulture-melfese. E inevitabilmente, nella corsa al rilancio, abbiamo potuto leggere in queste ore l’esilarante presa di posizione degli amici rifondaroli, che, per non essere da meno, quasi minacciano di innescare una rivolta. Possiamo immaginare che, con il consueto crescendo, il tutto dovrebbe concludersi in una apoteosi di blocchi stradali e ferroviari. Naturalmente pochi hanno voluto riflettere sulla reale necessità di istituire nuove province e più in generale sulla utilità delle stesse. I senatori Salvi e Villone, nel loro libro “I Costi della democrazia”, hanno giustamente definito le Province “l’anello debole del sistema di governo locale”. Un “anello debole” che comporta dei costi notevoli, ma che ha il pregio, agli occhi di molti politici, di offrire la possibilità di creare nuovi “posti” di potere e sottopotere clientelare. Insomma, un modo come un altro per allargare il “consenso” a spese della collettività. Ma visto che abbiamo parlato di costi, cerchiamo di entrare nel dettaglio. Una nuova provincia, a prescindere dalle dimensioni, prevede una base di spesa pari a 50milioni di euro, a cui vanno ad aggiungersi i costi per i consiglieri provinciali, gli assessori, i presidenti, gli uffici, le auto blu, le dotazioni strumentali, gli incarichi, la creazione di qualche carrozzone, ecc.ecc. In termini di efficienza, efficacia ed utilità siamo prossimi allo zero, ma di certo ogni nuova Provincia è una formidabile macchina clientelar-lottizzatoria. E’ vero, esistono servizi che debbono essere svolti in ambiti più vasti dei singoli comuni, ma la soluzione e la risposta non risiedono necessariamente nella Provincia. Si potrebbe ad esempio ipotizzare che i servizi svolti oggi dall’Ente Provincia, vengano affidati a Comuni che in un dato territorio si “consorziano”. Dunque, a costo di essere impopolare, sono non solo contrario alla creazione della Provincia di Melfi, ma soprattutto favorevole all’abolizione di quelle esistenti. Ma se proprio qualcuno non riuscisse a fare a meno della Provincia in quel di Melfi, si potrebbe risolvere il problema introducendo una nuova tassa territoriale(nell’ambito provinciale), che ne coprirebbe i costi. Ho il vago sospetto che di fronte a questa prospettiva, in molti rinuncerebbero ben volentieri alla creazione di un altro inutile carrozzone.
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