Dichiarazione di Carlo Trerotola

Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito”, recita un vecchio adagio popolare. Senza voler indossare le vesti del saggio ma quelle di cittadino lucano innamorato della propria terra, il quale provvisoriamente svolge una funzione di rappresentanza istituzionale, mi sono permesso di indicare la metaforica luna nell’inderogabile necessità che il Consiglio Regionale della Basilicata, massima espressione democratica della volontà popolare nel nostro territorio, sia chiamato a discutere della delicata e strategica questione del petrolio.

Con tale obiettivo ho aderito a due distinte iniziative, che si pongono la medesima finalità.

Dapprima, insieme a tutti gli altri consiglieri regionali di minoranza, ho sottoscritto la richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio Regionale con all’ordine del giorno lo stato delle rinegoziazioni in corso in materia petrolifera.

Successivamente, ho partecipato alla stesura di un comunicato congiunto con alcuni consiglieri regionali di maggioranza contenente la medesima richiesta di convocare urgentemente un Consiglio regionale «che porti al blocco delle estrazioni, e di ogni altra attività connessa, prima che venga sottoscritto il rinnovo della concessione».

Ritengo, infatti, che la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della salute pubblica debbano stare a cuore a tutti i cittadini lucani, rappresentando valori inalienabili che non possono essere piegati alle convenienze politiche contingenti, e che siano fuorvianti le strumentalizzazioni imbastite da chi, anche in questa circostanza, ha voluto guardare il dito e non la luna.

Io voglio solo che il Consiglio Regionale discuta in forma trasparente ed approfonditamente della vicenda petrolio e che dalle indispensabili trattative con le compagnie petrolifere la Regione Basilicata ne tragga giovamento in termini di sicurezza, compensazioni ambientali, sostenibilità ecologica, royalties, progetti di sviluppo e ricadute occupazionali.

E’ lapalissiano che l’approccio sinora avuto dalla Giunta Regionale su questa rilevante questione sia risultato inadeguato e non all’altezza del compito assegnatole, con una gestione tardiva e sbagliata della trattativa che, di fatto, ha consentito all’Eni di attuare una vera e propria “melina”.

Infatti, i termini per la rinegoziazione delle condizioni alle quali ENI deve continuare le estrazioni petrolifere in Basilicata sono scaduti. Di questo la Giunta Regionale è a conoscenza dal 7 maggio 2019. La scadenza dei termini di rinegoziazione implica l’automatica prosecuzione dell’attività estrattiva da parte della compagnia ai sensi di legge – legge approvata in vigenza del governo Monti da tutte le forze politiche, di destra e sinistra. Secondo ENI il regime di prorogatio riguarderebbe soltanto l’attività estrattiva.

Niente di più sbagliato. Il regime di prorogatio non può investire soltanto una parte dell’accordo ma l’accordo per intero, evidentemente, e cioè l’attività estrattiva, compresi gli oneri di estrazione gravanti in capo alla compagnia petrolifera.

È questa l’interpretazione giusta da dare alla vicenda.

Ritenendo del tutto fuori luogo i tentativi di abbaiare alla luna per occultare evidenti responsabilità nel trascinare sine die una trattativa senza approdare a conclusioni positive per la comunità lucana, rivolgo a tutti i protagonisti della vita politica della Basilicata il consiglio di accantonare le polemiche sterili ed inconcludenti e di rimboccarsi le maniche per individuare soluzioni alla vicenda petrolifera che mettano in primo piano esclusivamente gli interessi generali della nostra regione.

Si potrà conseguire quest’obiettivo con maggiore efficacia, facendo in modo che tutti guardino esclusivamente la luna e non il dito, se il Consiglio Regionale sarà rapidamente chiamato ad affrontare le questioni sul tappeto ed ad individuare una linea comune in nome dello sviluppo, della tutela ambientale e della buona salute per tutti.

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