Il 2009 ha confermato anche in Basilicata uno degli aspetti più emblematici dell’attuale crisi economica, rappresentato dalla caduta della domanda di consumo. Un riflesso del marcato deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro (con la conseguente compressione del reddito disponibile) ma anche del diffuso clima di incertezza che ha spinto le famiglie ad aumentare il tasso di risparmio a fini precauzionali, destinando una quota maggiore del reddito alle spese ineliminabili come i generi alimentari, l’abitazione e i trasporti.E’ questa la risultanza del Focus sulle vendite al dettaglio 2009 contenuto nella nota redatta dal Centro Studi di Unioncamere Basilicata,
avallata nei giorni scorsi dal Tavolo Monitoraggio Prezzi dopo l’approfondimento dei contenuti e delle metodologie avvenuto all’interno del Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio Regionale Prezzi.Il settore più direttamente esposto alla crisi dei consumi è, come sempre, il commercio al dettaglio, già da qualche anno alle prese con diffuse contrazioni del giro d’affari. Le indagini trimestrali condotte dal Centro Studi Unioncamere Basilicata su un campione di imprese commerciali che operano tramite punti vendita al minuto in sede fissa consentono di evidenziare come nel 2009 il fatturato realizzato dal comparto, a livello regionale, abbia subito una flessione del 5,3% (-4,3% in Italia), dopo un 2008 in cui il volume d’affari era diminuito del 3,4%.Il periodo peggiore per il settore commerciale è coinciso con il primo trimestre dell’anno, quando il fatturato è crollato del 7,5%; nei trimestri successivi la crisi delle vendite si è solo parzialmente attenuata, “fermandosi” al -4,2% nella seconda metà del 2009. La gravità della situazione è documentata dal fatto che i trend negativi interessano tutti i principali formati distributivi, compresa la grande distribuzione organizzata (-0,8% nel 2009).Ben più pesante la flessione del volume d’affari nel segmento specializzato della distribuzione commerciale, dove si concentrano i piccoli negozi: negli esercizi non alimentari, in particolare, si è registrato un regresso del 6,6% nella media dell’intero anno (-10%, addirittura, nel I trimestre), mentre negli esercizi alimentari le perdite di fatturato hanno sfiorato il 5%.Nel contesto di una contrazione generalizzata delle vendite al dettaglio si continua ad assistere, quindi, ad uno spostamento degli acquisti dal piccolo commercio alla media e grande distribuzione organizzata, che ha maggiori possibilità di svolgere un’azione calmieratrice sul versante dei prezzi e riesce ad attrarre più facilmente una domanda di consumo che, nella fase attuale, si è fatta molto prudente.In base alla dimensione aziendale le performance più negative hanno interessato le piccole imprese commerciali (fino a 5 dipendenti), dove il calo delle vendite ha raggiunto il 6,2%; la flessione si è attestata, invece, al 4,0% nelle imprese di dimensioni intermedie (da 6 a 19 dipendenti) e al 3,4% nelle grandi imprese.Le previsioni di vendita per il I trimestre 2010, formulate dagli operatori commerciali alla fine dello scorso anno, non lasciano intravedere alcuna inversione di tendenza “a breve” dell’attuale ciclo negativo. Prevalgono le indicazioni di stazionarietà (58%), accompagnate da aspettative di ulteriori flessioni (26%). In pochi (17%) si dicono convinti di una ripresa. In una prospettiva di medio-lungo termine, tuttavia, le imprese commerciali si mostrano decisamente più fiduciose: circa il 30% degli esercizi, sia della piccola che della grande distribuzione, ritiene di poter sviluppare l’attività nell’arco dei dodici mesi del 2010; mentre pressoché irrilevante è la quota di esercizi che ipotizza un ridimensionamento o addirittura l’uscita dal mercato. Da questo punto di vista, è certamente significativo il fatto che, nonostante l’attuale congiuntura negativa, circa un quarto degli operatori del campione d’indagine abbia programmato investimenti per l’anno in corso, indirizzati – prevalentemente – al rinnovo dei locali e all’introduzione di nuovi impianti e/o macchinari innovativi.
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