Da Tito alla Val Basento, passando per il Vulture-Melfese e la Val D’Agri, l’inquinamento di acqua, suolo e terra sta producendo i suoi perniciosi effetti sulla salute umana. In Basilicata gli interessi in ballo, quelli dell’Eni e dell’Edf, della Sogin e della Total, gli interessi di chi fa affari con lo smaltimento legale e illegale di rifiuti, prevalgono sulla tutela della salute pubblica e chi ha il compito istituzionale di controllare, spesso, subordina la tutela ambientale ad interessi altri. Se la peste italiana produce assenza di democrazia, legalità e Stato di diritto, nel Mezzogiorno d’Italia l’effetto si manifesta amplificato.
Abbiamo parlato in questi anni di una politica incapace di gestire il territorio, ma capacissima di creare “emergenze” per meglio distruggere il diritto Partendo dall’analisi delle cause che hanno determinato la grave situazione ambientale di alcune aree della Basilicata e da quanto emerso dal convegno tenutosi a Potenza il 24 agosto, intendiamo avanzare alcune proposte, sulle quali speriamo ci possa essere un’ampia convergenza da parte delle associazioni ambientaliste, dei cittadini e della politica. Alcune di queste proposte sono parte integrante del dossier “La Basilicata avvelenata dalla malapolitica”.
Nomina dei direttori delle Arpa
Proposta di legge nazionale per la riforma del sistema di selezione e nomina dei direttori delle Arpa. A giudicare da quello che accade in Basilicata e dall’operato della locale Arpa, è giunto il momento di sottrarre la nomina dei direttori delle Agenzie regionali per l’ambiente alla partitocrazia. La nomina partitocratica impedisce ai direttori delle Arpa regionali di agire con la necessaria autonomia e subordina la tutela ambientale alle decisioni prese dal palazzo. Occorre rompere il meccanismo perverso che alimenta conflitti d’interesse sia con la politica che con i privati. Su quest’ultimo fronte – quello dei conflitti d’interesse con i privati – si potrebbe mutuare la legge approvata in Toscana nel 2009, che vieta alla locale Arpa di prestare servizio per i privati.
Piena attuazione della Convenzione di Aarhus ed introduzione della PEC
In Italia siamo davvero lontani dall’applicare la “Convenzione di Aarus”; tanto lontani che può capitare che un funzionario ministeriale citi la legge 241/90 per negare l’accesso ad atti della P.A., quali i verbali di una Conferenza di Servizi su un Sito di Bonifica di Interesse nazionale. Occorre facilitare l’accesso a tutti i dati e i documenti che trattano di tematiche ambientali.
Il 29 dicembre del 2009 è entrato in vigore il D.LGS n.177. Il Decreto, come viene spiegato sul sito del CNIPA (Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione), ha per oggetto norme finalizzate alla “Riorganizzazione del Centro nazionale per l’informatica nella pubblica amministrazione”
Il 26 aprile 2010, sul sito del Governo Italiano si annuncia la partenza del servizio di posta elettronica certificata. Eppure, a 4 mesi dall’innovazione voluta dal Ministro Brunetta, in Basilicata è impossibile utilizzare il servizio di Posta elettronica certificata.
Destinare lo “sconto benzina” alla bonifica dei SIN
Riconversione di una parte delle risorse derivanti dal bonus benzina per la bonifica dei Siti di Interesse Nazionale della Val Basento e di Tito Scalo.
Piano straordinario per la depurazione delle acque e per la riduzione della produzione dei rifiuti.
Adozione entro tre mesi di un piano straordinario per la depurazione delle acque e per la riduzione della produzione dei rifiuti in Basilicata, così come previsto dalla direttiva 2008/98/ce che tra l’altro recita: “L’obiettivo principale di qualsiasi politica in materia di rifiuti dovrebbe essere di ridurre al minimo le conseguenze negative della produzione e della gestione di rifiuti dovrebbe altresì puntare a ridurre l’uso di risorse e promuovere l’applicazione pratica della gerarchia dei rifiuti.”
Anagrafe pubblica della monnezza e dei progetti sulle energie rinnovabili
L’esperienza lucana ci porta ad affermare che occorre lavorare sul fronte della trasparenza anche per quanto riguarda la produzione dei rifiuti. I cittadini devono poter conoscere quali e quanti rifiuti producono le aziende e i codici Cer attribuiti a questi rifiuti.
Come è ovvio, siamo assolutamente favorevoli allo sviluppo delle energie alternative, ma assolutamente contrari a speculazioni e a gratuite devastazioni del nostro paesaggio. Collocare impianti industriali anche in aree dall’altissimo valore paesaggistico e ambientale è una scelta criminale. L’Anev aveva previsto per la Basilicata la presenza di centrali per complessivi 700 megawatt. La Regione Basilicata, con singolare munificenza, ha invece previsto impianti per ben 1500 megawatt. Il 10 per cento del position paper dello Stato. Proprio partendo dalla questione eolico e dalle speculazioni ad essa collegate riteniamo indispensabile creare un’ “Anagrafe pubblica di tutti i progetti collegati alle energie rinnovabili”.
Di Mario Staderini, Segretario Radicali Italiani, Elisabetta Zamparutti,
Deputata, Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
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