CENTRO OLI VIGGIANO E INDOTTO: VACCARO, SI E’ INDEBOLITA LA CAPACITA’ DI CONTRASTARE RAPINA RISORSE
“La Uil condivide e sostiene la richiesta dei lavoratori del Centro Olio Eni di Viggiano e dell’indotto rivolta ai Presidenti della Regione De Filippo e della Provincia Lacorazza perché si arrivi al più presto alla convocazione di un tavolo di confronto con l’Eni per garantire i posti di lavoro delle aziende che operano nell’area industriale di Viggiano, attraverso la piena attuazione della cosiddetta “clausola sociale” in modo da obbligare le aziende che subentrano in attività per conto dell’Eni ad assumere la manodopera preesistente”. E’ quanto sostiene il segretario generale regionale della Uil Carmine Vaccaro in risposta alla lettera inviata ai segretari dei sindacati confederali dagli stessi lavoratori del Centro Olio Eni di Viggiano e dell’indotto.
“E’ da tempo che insieme all’organizzazione di categoria (la Uilcem) – aggiunge Vaccaro – abbiamo lanciato l’allarme: in regione si è indebolita la capacità di contrastare ed annullare la rapina delle risorse. Ieri, la Basilicata seppe imporre all’ENI una valida intesa che puntava a coordinare e a controllare la gestione dello sfruttamento dei giacimenti, avendone riconosciuta la piena disponibilità delle royalties. Oggi, purtroppo, sotto una violenta spinta mediatica, si ravvisa addirittura un cedimento politico. La nostra è una regione che si fa male da sola. La Uil – continua – manifesta la propria allarmata preoccupazione per questo scenario ed invita Giunta e parlamentari lucani ad intervenire con fermezza e determinazione per trarre il maggior vantaggio dalle estrazioni petrolifere in Basilicata.
Gli obiettivi da perseguire a breve termine è il monitoraggio dei livelli occupazionali perché nemmeno un posto di lavoro sia messo in discussione e a medio termine la rinegoziazione dell’aliquota delle royalties che può essere, tra l’altro, una risposta intelligente alla riforma del federalismo fiscale che tante apprensioni sta determinando nelle regioni del Mezzogiorno, ma che per la Basilicata, grazie alle risorse energetiche, potrebbe rappresentare una grande opportunità”.
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