Le piccole imprese sono ormai prossime alla stretta finale. Non si tratta di alimentare il pessimismo, afferma Leo Montemurro, Segretario regionale Cna, ma quando le imprese subito dopo la impossibilità a pagare assegni bancari o postali, cambiali, vaglia o tratte arrivano a non pagare i propri dipendenti, allora vuol dire che siamo in una situazione drammatica.

 

 

È’ noto a tutti che in una piccola impresa il clima familiare che si instaura fa si che non si parli di dipendenti ma di collaboratori familiari, e quando non si riesce a pagare lo stipendio a questi ultimi vuol dire che l’imprenditore dopo aver dato fondo alle proprie risorse, evitando di pagarsi anche il proprio di stipendio, pur di pagare i collaboratori,  vuol dire che la situazione e’ più che drammatica, oserei dire e’ tragica. Specchio di questa situazione e’ un aumento esponenziale delle sofferenze bancarie (+165%) arrivate alla stratosferica cifra di 95 miliardi di euro.Ma il tutto, continua Montemurro, è’ causato da una spirale viziosa: calo delle commesse derivanti da un mercato interno sostanzialmente fermo, difficoltà di incasso dei crediti per lavori eseguiti ormai non solo dalla PA ma anche nei rapporti tra privati, accesso al credito diventato una chimera alla portata di pochissime imprese, rare presenze sui mercati internazionali, e in ultimo nonostante una crisi che morde da quasi 5 anni una scarsa propensione ad affrontare uniti le nuove sfide. Questi i problemi di più vitale importanza per il tessuto produttivo nazionale, che investono in pieno anche le imprese lucane che più di altre soffrono di nanismo imprenditoriale e una mancanza cultura imprenditoriale, che devono assolutamente affrontare ovviamente per gli argomenti di propria competenza il costituendo esecutivo nazionale ma anche il Governo regionale di Basilicata.

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