Diversamente dal consigliere regionale Lapenna, il sottoscritto ritiene di dover difendere il sacrosanto diritto di cronaca e dover ringraziare quei giornali e quei giornalisti che in questi mesi, attraverso la pubblicazione di intercettazioni telefoniche, ci hanno consentito di conoscere meglio alcuni politici regionali.
E per restare in scia alle stucchevoli dichiarazioni dell’avvocato Lapenna, vorrei suggerire all’illustre principe del foro di non confondere il profano con il sacro. Quelli che il consigliere Lapenna definisce i luoghi sacri della politica, in realtà assomigliano più che altro a dei bordelli di quarta categoria o nella migliore delle ipotesi a dei suk.
Ritenendo che “i luoghi sacri della politica”(prendo in prestito una espressione lapenniana) e soprattutto i politici non possano essere esenti da indagini dell’autorità giudiziaria, oso sperare che il consigliere Lapenna non voglia estendere l’impunità parlamentare anche ai consiglieri regionali e agli assessori delle comunità montane.
Leggendo l’intervento di Sergio Lapenna verrebbe proprio da citare quell’evangelica frase che recita: “Fuori i mercanti dal tempio”.
Già, fuori i mercanti dal tempio della democrazia e della politica; fuori dalle istituzioni tutti coloro che fanno delle istituzioni non “luoghi sacri”, ma, lo ripeto, bordelli di quarta categoria.
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti
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