pertusillo-con-airone-1“È arrivato il momento che le Istituzioni cambino il modo di approcciarsi ai problemi ambientali e che, senza incorrere nei facili allarmismi, si vada nella direzione di controlli che siano davvero trasparenti e capaci di restituire alla Regione ed ai cittadini dati reali.

Sebbene i controlli sinora effettuati in Basilicata siano stati condotti in maniera significativa, con l’utilizzo di strumenti adeguati, è innegabile che l’alone di dubbio (legittimo dubbio, direi) che serpeggia nella comunità è emblematico di ‘qualcosa che non è andato nel giusto verso’ (cito, ad esempio, la moria di pesci nel lago del Pertusillo, avvenuta fino allo scorso agosto, nonostante i dati rassicuranti dell’Arpa Basilicata)”. E’ quanto affermato dal consigliere regionale di Alleanza per l’Italia, Alessandro Singetta che, nell’intervenire in Consiglio regionale, alla discussione sulle situazioni ambientali relative al Centro Oli di Viggiano, al Lago del Pertusillo, al Fiume Noce e territori limitrofi, ha sottolineato come “la Regione Basilicata detiene il primato nazionale del numero di permessi di ricerca (23) e concessioni di coltivazioni di idrocarburi (27) che interessano svariate migliaia di ettari del territorio lucano pari al 70,3 per cento del territorio regionale. Le attività petrolifere sono certamente tra quelle a maggior rischio ambientale sia nelle fasi di indagine e prospezione che durante l’estrazione, il trasporto ed il trattamento del greggio estratto”.

“Se si considera poi – aggiunge l’esponente di Api – che in questo stesso territorio ricadono risorse idriche significative in termini qualitativi e quantitativi ed un comparto produttivo di grande pregio a prevalente vocazione agricolo-zootecnica, si capisce bene come una attività di monitoraggio ‘responsabile’ sia più che mai necessaria per assicurare a tutti il preminente diritto alla salute, cercando ‘mediazioni’ tra territorio e sviluppo economico possibile, che non pregiudichino l’occupazione (si pensi all’estrazione petrolifera che, in Basilicata, avviene in prossimità dei centri abitati!). Ritengo che la nostra Regione debba iniziare ad esigere dal Governo centrale le infrastrutture che ci sono state finora negate, così come l’aumento delle royalties del petrolio ed una implementazione del federalismo quale dovrebbe essere nella vera accezione del termine. Le compagnie petrolifere inizino a pagare qui, in Basilicata, le tasse e ad investire qui i proventi della loro attività estrattiva. Solo se saremo capaci di tutelare il nostro territorio – conclude Singetta – contemperando diritto alla salute dei cittadini ed alla salubrità degli ambienti naturali con uno sviluppo economico non ‘distruttivo’ delle nostre risorse, allora potremo continuare a vivere in una Regione sana, perché non vi è dubbio che l’occupazione senza la salute vale poco, davvero poco”

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