Non siamo sorpresi del fatto che la CGIL abbia oramai un aspetto così rugginoso e impopolare. Aver sostenuto o tollerato quasi tutte le riforme degli ultimi governi (e tutte le sciagurate decisioni del governo regionale) ha fatto allontanare dal sindacato – e dall’importantissimo ruolo che esso dovrebbe interpretare – i giovani, gli operai, i precari, i lavoratori autonomi, ecc. Cioè chi necessita di maggiore tutela in questo periodo di forte crisi. Difatti, solo combattendo l’erosione di salari e guadagni di questi soggetti è possibile non solo restaurare la giustizia sociale, ma anche dare nuovo impulso all’economia, ricostituendo quella classe media che (un tempo) era la base della ricchezza nazionale.
Purtroppo, le uniche battaglie che la CGIL ancora patrocina – con grande energia, bisogna riconoscerlo – sono quelle legate agli immigrati, ai LGBT e alla cannabis; il che, evidentemente, non basta per attirare i lavoratori. A ciò si aggiunga che la CGIL Basilicata è del tutto complice del “sistema” che governa la Regione, mentre poche persone libere – tra cui certamente i militanti e i simpatizzanti di Fratelli d’Italia – denunciano quotidianamente lo sfascio economico, la mancanza di programmazione e di sviluppo, e l’utilizzo di risorse pubbliche per fini elettorali che sta distruggendo le nostre comunità.
Consigliamo vivamente ai vertici della CGIL (ma anche agli altri sindacati) di farsi un esame di coscienza e di dare spazio al rinnovamento dei propri quadri dirigenti. Soprattutto, consigliamo ai responsabili della CGIL lucana di portare nelle sedi romane del sindacato l’esempio del degrado del “Modello Basilicata”, il dramma della povertà crescente, la disoccupazione dilagante, la tragedia dell’emigrazione del capitale umano rappresentato dai nostri giovani, l’abbandono dell’agricoltura e dell’industria, le difficoltà del terziario, le tangenti per lavorare, lo sfruttamento salariale, il caporalato, le congestioni del modello FCA, l’insalubrità ambientale che costerna il lavoro, ecc. Azioni necessarie affinché si apra finalmente il dibattito su un europeismo critico e ragionato, per riconsiderare le politiche liberiste che impoveriscono i lavoratori, per studiare ed implementare un nuovo modello di società sostenibile, e per tornare finalmente ad essere parte attiva della dialettica socio-economica, ruolo che oramai non ci appartiene da tempo.
Giuseppangelo Canterino, Responsabile Dipartimento “Politiche del Lavoro” Fratelli d’Italia-AN Basilicata
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