Lo scandalo Manteca ha dimostrato ancora una volta quanto sia vero ciò che andiamo ripetendo da anni: l’esistenza di una classe imprenditoriale che vive solo ed esclusivamente di sussidi pubblici
mette a rischio la vita della nostra comunità, ed è pericolosa non soltanto perché altera i normali meccanismi del mercato, ma anche e soprattutto perché deforma le dinamiche politico-elettorali.
E’ fin troppo noto che Manteca, e il suo amministratore Michele Frascolla, siano molto vicini alla politica (“amico delle istituzioni” dicono i media), ed in particolare vicini al Partito Democratico, patrono di quasi tutte le amministrazioni lucane. Inoltre, è fin troppo evidente che l’attività svolta da Manteca, non soltanto quella istituzionale di accoglienza dei migranti, ma anche quella “secondaria” di promozione culturale sia tutta ascrivibile alla divulgazione dei temi tipici della sinistra del PD: l’immigrazione come risorsa economica e culturale ed il ripopolamento dei nostri paesi con gli immigrati.
Ora ci chiediamo: se il teorema accusatorio dei magistrati fosse vero, cosa dovremmo pensare di un imprenditore attivo nell'”accoglienza” che, mentre ruba milioni di Euro speculando sul dramma dei migranti, rilascia interviste dicendo che la Lucania, grazie agli immigrati, può diventare ricca?
E, se il tremendo teorema della Procura fosse vero, cosa dovremmo pensare del presidente Pittella, appartenente allo stesso partito di quell’imprenditore, che dice che vuole fare della Basilicata un grande campo profughi al centro del mediterraneo?
Quale sviluppo possono portare milioni di nuovi poveri senza alfabetizzazione e senza niente da perdere? Quale ricchezza, se non quella (già molte volte denunciata) che sperano di guadagnarsi, per pochi anni e a spese dell’intera collettività e del nostro futuro, gli imprenditori senza scrupoli come quelli descritti nella recente indagine Manteca?
Ribadiamo ancora una volta la nostra idea: le uniche ragioni per cui in Italia c’è tanto interesse per l’accoglienza dei migranti sono due: la fame di fondi pubblici di tante cooperative legate al PD (oltre che alla criminalità comune), e la possibilità di immettere nel circuito economico qualche spicciolo per finanziare la campagna elettorale di qualcuno. Uno stratagemma da politicanti che costerà moltissimo alla nostra società e pochissimo a chi ci governa.
Lo sviluppo non può arrivare dal “business” dei migranti, dalla riorganizzazione della nostra regione come un gigantesco dormitorio per stranieri (peraltro a spese dello stato, almeno per qualche anno…); lo sviluppo stabile, duraturo e dignitoso può arrivare solo da una classe imprenditoriale sana, che sia capace – almeno – di captare il turismo culturale e naturalistico e di vendere all’estero le nostre eccellenze, e da una classe politica seria che sappia conservare intatto il nostro territorio e le nostre comunità da speculazioni e devastazioni.
I Lucani sono stanchi del sistema che li governa e li deruba ogni giorno, che fa emigrare i giovani per sostituirli coi migranti, che nega la casa alle ragazze madri per regalarla agli stranieri, che annega di tasse gli imprenditori onesti per regalare contributi pubblici a quelli più spregiudicati. I Lucani vogliono soluzioni dalla politica e non sopportano più lo spettacolo indegno di una classe dirigente che si arricchisce mentre tutti gli altri sono sempre più poveri.
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