La raggiunta piattaforma unitaria delle organizzazioni di categoria delle strutture private costituisce un’occasione irripetibile per l’assessore Attilio Martorano che, dal canto suo, ha dimostrato sin dall’inizio di essere animato da ottimi propositi cominciando con gli Stati Generali della Sanità Lucana.
Ma come ci ricorda Thomas Alva Edison: il valore delle idee sta nel metterle in pratica, e siamo quindi al momento non rinviabile che unisce o separa le buone intenzioni e le azioni. E noi vogliamo essere fiduciosi che l’assessore non lascerà cadere nell’oblio un’occasione di esempio e di riscatto per l’intera sanità pubblica meridionale.
Perché di questo si tratta, e sarebbe giusto e opportuno che tutti ne abbiano consapevolezza: ci sono momenti nelle cose umane dove il peso di alcune scelte non è un dato dalla quantità ma dalla qualità simbolica che queste riescono a toccare. La Regione Basilicata ha la chance, oggi, di oltrepassare il confine di criticità sul quale stiamo ancora passeggiando per proporsi stabilmente come modello virtuoso.
Per meriti e fortune siamo una Regione che si distacca dai deficit apocalittici dei bilanci sanitari delle Regioni del sud. Siamo anche la Regione dove le strutture sanitarie private locali (appena il 2% del totale) non sono di proprietà di gruppi industriali, ma sono piccole imprese che producono prestazioni di alto profilo grazie soprattutto all’impegno ed alla professionalità di chi vi lavora, operatori e titolari compresi (circa 500 unità).
Non a caso noi amiamo sostenere, in accordo con l’assessore Martorano, che la Basilicata è una Regione positivamente anomala nel contesto del Mezzogiorno d’Italia.
Ha ragione il Presidente Flovilla nel dire che vi è una raggiunta sintonia tra le organizzazioni di categoria, Sanità Futura la considera un punto di inizio prezioso da difendere e, soprattutto, un valore da investire in una percorso di marcia foriero di positivi risultati per l’intera comunità lucana.
L’assessore sa, che le piccole imprese sanitarie private non sono mai state iscritte alla lista dei problemi per la sanità lucana anzi, sono una vera risorsa da sbloccare, da liberare, poiché queste non stanno chiedendo di crescere con contributi e provvidenze varie, non chiedono privilegi e prebende ma vogliono piccoli gesti riformatori di respiro libertario.
Chiedono le pre-condizioni normative per una crescita possibilmente e socialmente sana, chiedono di agire. Ci sono molte cose da fare e da costruire, bene ha fatto l’Anisap a ricordarle nei giorni scorsi, ma ci sono anche cose da evitare ed altre da rimuovere in fretta!
Da evitare sarebbe il continuare a censire i fabbisogni sanitari in modo lontanissimo dalla realtà e da evitare sarebbe anche il varo del Piano Sanitario Regionale senza la partecipazione delle organizzazioni rappresentative delle imprese sanitarie lucane.
Da rimuovere in fretta ci sono le cause di spreco di risorse pubbliche (è un lusso assurdo nell’attuale situazione) così come le situazioni di privilegio ingiustificato ed anti-economico in cui si muovono diversi comparti della sanità pubblica: posizioni di dominanza/monopolio nella medicina dello sport e del lavoro, Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), servizi di Imaging, etc…Riassumendo e parafrasando frasi altrui: sarà vero che siamo tutti responsabili se le cose non migliorano, ma non siamo tutti uguali.
Noi siamo impegnati da tempo a chiedere ascolto senza pregiudizi, a fare proposte in forma pubblica ed a lavorare in modo aggregante. Chiediamo di essere presi sul serio.
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