Sulla paventata soppressione della Corte di Appello di Potenza, ad agosto 2014 inviammo una lettera direttamente al Presidente Renzi, il quale, con il solito garbo istituzionale e la particolare attenzione che rivolge alla nostra Terra, si è ben guardato dall’inviare anche solo una presa d’atto.
La scorsa settimana si è insediata la Commissione di riforma dell’Ordinamento giudiziario, presieduta dal Prof. Avv. Michele Vietti, “incaricata di predisporre uno schema di progetto di riforma dell’ordinamento giudiziario, nella prospettiva dell’aggiornamento e della razionalizzazione dei profili di disciplina riferiti, in particolare: a) allo sviluppo del processo di revisione della geografia giudiziaria, attraverso una riorganizzazione della distribuzione sul territorio delle corti di appello …”.
Siamo convinti che la battaglia sulla soppressione non sia ancora chiusa, anche se vogliono farci credere il contrario per evitare confronti. Dunque, ci siamo rivolti al Presidente del nostro partito, Giorgia Meloni, attenta ai territori e da sempre vicina alla Basilicata, affinchè chieda con un’interrogazione, già protocollata alla Camera, che, nella redazione del piano che ridisegnerà la geografia giudiziaria italiana, si tengano presente gli indirizzi dettati dalle Linee Guida della Commissione Europea per l’Efficienza della Giustizia Civile (CEPEJ) del Consiglio d’Europa che mirano a “favorire le condizioni di accesso ad un sistema giudiziario di qualità”, redatte il 21 giugno 2013, e che da un lato riconoscono il valore dell’accesso alla giustizia in termini di vicinanza dei tribunali ai cittadini (paragrafo 1.2 del documento CEPEJ-GT- QUAL(2013)2), dall’altro prescrivono che “dover presenziare a un’udienza fissata la mattina presto per una persona anziana, o per una persona che non guida o non è dotata di mezzo proprio, in assenza di adeguati mezzi di trasporto pubblico, rappresentano tutte situazioni problematiche che possono influire sul diritto di equo accesso alla giustizia” (paragrafo 2.3.4 del medesimo documento).
Tutte cose che, noi, avevamo già chiesto al Presidente del Consiglio, anche in considerazione delle peculiarità del nostro territorio, del depauperamento già in atto dei presidi istituzionali lucani. Nella nostra missiva, soprattutto, lo invitavamo a considerare che “giustificare tutto con le economie di scala è riduttivo della funzione giudiziaria, del ruolo della Magistratura e degli operatori del diritto? Amministrare la Giustizia non può essere paragonato all’amministrazione di un’azienda. Un Tribunale non è un impianto di produzione. Un processo non è un qualsiasi prodotto commerciale. Nel campo del diritto e dei diritti non si riduce “il costo unitario al crescere della quantità prodotta”, per dirlo in termini economici.”.
Attendiamo la risposta che il Ministro della Giustizia darà all’Onorevole Meloni e invitiamo i rappresentanti della Magistratura, degli Ordini professionali e degli operatori tutti a tenere alta la guardia. Se ci uniamo, questa battaglia di civiltà possiamo ancora vincerla.
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