Questa mattina, presso la sede del Consiglio regionale della Basilicata, i consiglieri Rocco Vita (Psi), primo firmatario, Giannino Romaniello (Sel) e Luigi Scaglione (Pu) hanno illustrato i contenuti della mozione sostendo che “l’avvio della riforma già da quest’anno comporterebbe il taglio di numerose sperimentazioni già avviate, con una riduzione notevole del tempo scuola e dell’offerta formativa”. Alla conferenza stampa presente il vice sindaco e assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Potenza, Massimo Maria Molinari (Pu).“Con la mozione – hanno spiegato i consiglieri – si chiede che la Giunta diventi parte attiva, assumendo un maggiore protagonismo e mettendo in atto ogni azione utile e necessaria a rinviare l’avvio del provvedimento di riordino della scuola secondaria superiore in Basilicata”.
“Non intendiamo infatti – ha esordito il consigliere Vita – in questo consesso, entrare nel merito della riforma che pure ha già provocato innumerevoli proteste e della quale si è visto soltanto la parte ‘destruens’, senza ben capire quale sia il suo obiettivo cotruttivo, quello che vogliamo è, quanto meno, il suo rinvio alla luce, anche, dei gravi tagli alle risorse economiche e, soprattutto, a quelle umane. Il tutto – ha proseguito – considerando gli inspiegabili ritardi nella applicazione dei regolamenti attuativi e nella concretizzazione dei programmi formativi. Impossibile – ha detto Vita – non prendere atto dell’ulteriore distacco che la riforma sta causando tra scuola e tessuto sociale, mancando completamente la giusta interlocuzione con le associazioni di categoria, gli insegnanti, gli studenti e con le famiglie che, loro malgrado, sono costrette ‘a giocare al buio’, attuando, insieme con i propri figli, in mancanza di una informazione puntuale, scelte che potrebbero rivelarsi sbagliate”.
I consiglieri hanno sottolineato che “con l’entrata in vigore della riforma scolastica si determinerebbero enormi problemi per la definizione dei piani di dimensionamento scolastico e che allo stato attuale non risulta concluso l’iter legislativo della legge n.133 del 2008. La riforma – hanno continuano Vita, Romaniello e Scaglione – invade le competenze sulla definizione del piano dell’offerta formativa territoriale che attengono alla Provincia ed alla Regione, mettendo in discussione il necessario legame fra la scuola e l’ambito sociale in cui opera. L’avvio della riforma già da quest’anno – sostengono – comporterebbe il taglio di numerose sperimentazioni già avviate, con una riduzione notevole del tempo scuola e dell’offerta formativa, con un depauperamento della formazione culturale dei giovani, con la perdita di oltre 500 posti di lavoro, tra docenti e personale Ata, che si aggiungono ai circa 2000 che la scuola lucana ha già perso negli ultimi anni”.
Per il consigliere Romaniello “gli esiti della riforma Gelmini sono tanto più deleteri tenendo presente la crisi in atto, non solo economica, di dimensioni ancora non bene identificate che colpisce tutti i settori della vita sociale e la categoria degli insegnanti in modo particolare. E’ assolutamente fuori luogo e controproducente in simili circostanze – ha sottolineato – non investire su conoscenza, ricerca ed istruzione se non si vuole entrare in un circuito vizioso ed intraprendere la strada del non ritorno. Due i versanti – ha affermato Romaniello – sui quali occorre agire con fermezza: la necessità di implementare e migliorare la qualità dell’istruzione e, nel contempo, tutelare i diritti dei lavoratori. Quello che è messo in discussione con la manovra finanziaria del Governo e che, dunque, riguarda anche la scuola – ha spiegato – è un principio costituzionale fondamentale che concerne il diritto alla contrattazione collettiva, è questo il vero vulnus, al di là, anche, del blocco del contratto. Il rinvio della riforma – ha concluso – appare giustificato dalla giusta rivendicazione da parte della Regione Basilicata ad operare le scelte più opportune per recuperare il gap formativo che la divide dal resto del Paese”.
Il consigliere Scaglione ha subito precisato il dato politico relativo alla presentazione della mozione. “Tre partiti diversi – ha detto – legati ad un solo tema di primaria importanza anche per dare al nuovo Consiglio regionale una indicazione di merito, evitando, come è parso finora, che si eluda l’esigenza di dare una svolta repentina al modo di affrontare le questioni e le tematiche in una ottica di new age che vada a collegarsi alla condivisione di un processo politico che, per quanto concerne la scuola, stanno attuando Socialisti, Sel e Popolari uniti. La mozione vuole essere – ha aggiunto – una sollecitazione forte affinché l’Esecutivo regionale adotti un’azione diretta, opponendosi a tutta una serie di tagli indiscriminati che rischiano di aggravare ulteriormente la situazione di una regione che vive, più di altre realtà, l’estrema criticità che caratterizza l’attuale momento economico e sociale e che non ha certo bisogno di ulteriori salti nel vuoto, con scelte scolastiche operate ‘senza rete’ e che rischiano di inficiare in modo irreversibile il futuro, già a rischio, di tanti giovani”.
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