pozzo_enocLa OLA  in merito al pozzo petrolifero Montegrosso ribadisce come esso sia stato già interessato in passato da una "querelle" giudiziaria, analoga a quella attuale. Autorizzato da una recente Delibera Regionale alla "Società Intergas Più", l'area è stata fatta oggetto in pochi giorni di un sequestro e di un dissequestro da parte della Magistratura, di cui già non si parla più. Già nel 1998 l'area di Montegrosso subì una sorte analoga allorquando, su segnalazione del WWF in data 31 agosto 1998 indirizzata all'Assessore Regionale dell'epoca ed agli Uffici regionali, nonché al sindaco del Comune di Brindisi di Montagna si scoprì, anche su segnalazione del Ministero dei Beni e Attività Culturali, che la trivellazione effettuata dalla società British Gas Rimi era stata eseguita senza i necessari pareri ambientali, essendo le opere realizzate all'interno di aree tutelate dalla Legge 431/85 e nella Foresta Demaniale Regionale Grancia Caterina (1.119 ha). I lavori furono quindi sospesi a seguito di atto amministrativo emesso dalla Regione Basilicata nel mese di dicembre 1998. "Sanato" l'illecito amministrativo, la società British Gas Rimi prosegui le perforazioni, mentre il Comune di Brindisi di Montagna, dopo aver specificato che "trattavasi di opere temporanee per attività di ricerca del sottosuolo con carattere geognostiche" non soggette quindi a concessione edilizia, richiedeva nel mese di ottobre 1999 l'inserimento nella tabella A della Legge Regionale n. 40/95 e successive modifiche tra i comuni beneficiari delle royalties petrolifere. Dopo diversi anni di abbandono, l'area dove sorgeva la piattaforma petrolifera di Montegrosso ritorna oggi alla ribalta della cronaca a seguito di nuova autorizzazione regionale rilasciata alla Società Intergas Più che dovrebbe realizzare un nuovo pozzo. Alla luce di tale precedente, la OLA chiede pubblicamente di conoscere dalle autorità e dagli uffici regionali competenti, quali siano state le motivazioni ufficiali del sequestro e del successivo dissequestro dell'area soggetta alle ricerche della Società Intergas Più; se vi siano stati o meno problemi sulla bonifica dell'area; che tipo di sostanza inquinante eventualmente si è trattato e, nel caso la Regione Basilicata abbia riscontrato difformità, di conoscere se gli eventuali costi aggiuntivi siano stati addebitati alle società concessionarie (British gas Rimi o Intergas plus). Le comunità hanno diritto di conoscere se vi siano stati o meno problemi di inquinamento dovuto alle attività petrolifere passate e presenti o si sia trattato semplicemente di "sviste" di tipo burocratico nell'iter di autorizzazione

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