Continuo ad apprendere con viva soddisfazione, che le iniziative di contrasto sul fenomeno della ludopatia, si stanno intensificando in vari comuni della nostra regione,   

ed è sicuramente positivo che da più parti del mondo politico, ma non solo, si unificano gli sforzi per cercare di arginare un problema, molto spesso sottovalutato, che va ovviamente a colpire e trova terreno fertile anche nelle fasce più deboli della nostra società, purtroppo una realtà, questa, in forte crescita nella nostra Regione. Bene quindi tutte le iniziative, gli incontri ed i dibattiti, soprattutto quando si dà la possibilità di raccontare le esperienze, vissute, anche a “persone ludopatiche”, come è avvento al Convegno “Il gioco d’azzardo malattia del nostro tempo” organizzato dall’Amministrazione Comunale di Montalbano in collaborazione con il Collegio provinciale infermieri Ipasvi di Matera. Ma sicuramente ancora molto lavoro deve essere fatto, e molti Amministratori locali sono in ritardo nel fare applicare e rispettare laLegge Regionale n. 30 del 27 ottobre 2014, nello specifico l’art. 6, la quale prevede che l’autorizzazione all’esercizio non possa essere concessa se l’attività insiste a meno di 500 metri da luoghi sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, luoghi di culto, oratori, impianti sportivi e centri giovanili, centri sociali o altri istituti frequentati principalmente da giovani o strutture residenziali o semiresidenziali, operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale e, inoltre strutture ricettive per categorie protette, e che da promotore della suddetta legge, dopo la sollecitazione fatta al Dipartimento salute a seguito d’interrogazione sui ritardi nell’ applicazione della stessa, il 16 novembre 2016, ho inviato una nota ai Sindaci dei Comuni della Basilicata, per appunto sollecitare l’applicazione della stessa e di tutte le iniziative necessarie da parte dei comuni, per il contrasto del fenomeno. Quindi auspico vivamente un impegno sempre maggiore e costante, e delle risposte certe, a contrasto di un male sottovalutato. Fermo restando che i comuni sono tenuti a dare piena attuazione alla Legge Regionale in materie di distanze evidenziamo che gli stessi possano regolamentare con ordinanza gli orari di chiusura delle attività introducendo fasce orarie al fine di ridurre i tempi di gioco che, anche se in modo parziale possono ridurre l’impatto sulla salute dei cittadini nonché garantire maggiore sicurezza.

 

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